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meme divertente su Fantozzi

Dopo il post sull’importanza di investire e credere in una relazione, rinunciando alle velleità della vita da single… alcuni ragazzi mi hanno scritto: e se lei ti fa del male? Se ti tradisce o fa di tutto per rovinare la relazione? Che si fa?

In questo articolo dunque, dopo aver parlato dell’emozione dell’odio e di come smettere di odiare, affrontiamo chi vuole farci del male. E capiamo come gestirlo. A prescindere da cosa fa.

Naturalmente, ancora, non esistono “mostri”. Al massimo con “mostro” intendiamo la parte “disfunzionale” di una persona che ci danneggia involontariamente. Se una persona è “danneggiata” per un 0.1% ci farà poco danno. 10% abbastanza. 90%, diventerà un autentico incubo averci a che fare.

Nel cercare la risposta dobbiamo dunque entrare nella dinamica carnefice vs vittima e capire come rompere il pattern per venirne fuori. Ne abbiamo già parlato in passato però oggi entreremo più nel dettaglio per capire come sconfiggere il mostro e uscirne.

Ricordo naturalmente che se hai bisogno di un supporto psicologico/psichiatrico, ti consiglio di rivolgerti a uno specialista. Seconda cosa, esprimere odio verso se stessi o altre persone è sempre sbagliato e porta sempre a conseguenze negative. Se non nel breve periodo, nel medio o lungo periodo.

Ogni carnefice pensa di essere la vittima

meme divertente sui genitori

Nel libro: “Come smettere di fare la vittima e non diventare carnefice” di Giulio Cesare Giacobbe ci sono innumerevoli esempi di come molte persone si autopercepiscano la vittima invece sono il carnefice e viceversa.

In altri termini, se c’è un carnefice, c’è sempre una vittima che litiga con lui/lei. Quello che farà dunque la vittima sarà convincerti che si sta comportando in modo immacolato ed è invece il carnefice che le sta facendo del male.

E’ un pattern ricorrente e presente sempre. Persino Josef Fritzl, il padre che ha segregato in un sotterraneo e violentato la figlia per 24 anni, quando gli chiesero perché avesse fatto un gesto così efferato, rispose: “Elisabeth, diventata teenager, era diventata ingovernabile. Dovevo proteggerla dal mondo esterno e creare un posto sicuro per lei. A costo di farlo con la forza”.

Per quasi chiunque questa giustificazione sembra assurda, eppure il concetto di usare la forza e l’obbligo come “mezzo necessario” per raggiungere i propri scopi è qualcosa di ricorrente. Al punto da giustificare gesti estremi.

Lo stesso vale per Pablo Escobar, che arrivò addirittura a essere considerato un eroe per gli abitanti di Medellín e avere persino una fama da benefattore prima di cercare di entrare in politica. Ogni carnefice, per quanto grande e incredibile egli possa essere, si ritiene un eroe se non addirittura una vittima.

Per questo avevamo detto nel post sull’odio che i “cattivi” cercano i “cattivi”. O meglio, cercano persone per cui diventa semplice giustificare l’uso della forza e di azioni negative nei loro confronti. In modo da non sentirsi in colpa e brutte persone.

L’idea infatti è sempre quella di porsi come una sorta di eroi che devono sconfiggere un nemico. In altri termini ancora, se ho uno scenario bloccato, cercherò qualcuno che ha lo scenario opposto bloccato. Per imporre che il mio scenario è quello corretto.

Lo stesso Fritzl disse che in fin dei conti, la sua scelta era stata il “male minore”. Sapendo di avere queste tendenze allo stupro, aveva preferito incanalare questa sua energia negativa su una persona solo che “se lo meritava” piuttosto che su persone randomiche.

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La figlia infatti avevo lo scenario bloccato dell’obbedienza verso un genitore totalmente disfunzionale. Fritzl ne fece leva per andare a imporle questo scenario con la forza.

Lo stesso accadde a Natascha Kampusch che da piccola aveva lo scenario della libertà come fissato e ha trovato qualcuno che le imponesse uno scenario di totale obbedienza.

Può essere dunque intuitivo capire come fare a ridurre al minimo le persone che vogliono farci del male e i loro effetti: non avere alcun scenario bloccato sul quale possano far leva per farci stare male.

Ed è così che vinciamo: impediamo a un carnefice di potersi fingere o credere la vittima… e cosa succede in quel caso?

Legge dell’esclusione automatica

immagine sui mondiali italiani persi a causa dell'arbitro

Nel post sul network e autostima ne abbiamo già parlato. Non entro troppo nel merito per non ripetere due volte lo stesso concetto.

Comunque, molto in breve, se nel pattern carnefice – vittima facciamo di tutto per rendere impossibile al carnefice di sembrare la vittima… lui avrà due opzioni:

  • rendersi conto che sta sbagliando e, magari con il nostro aiuto, migliorarsi
  • cercare qualcun altro con cui prendersela per non perdere la faccia

In altri termini dunque, o ci lascerà liberi oppure migliorerà e potremmo interfacciarci con lui/lei in modo positivo. Quantomeno sulla questione che stiamo affrontando.

E’ esattamente ciò che ha fatto Elisa McVey con Bobby Joe Long, come abbiamo visto nell’ultimo articolo. Il suo non giudicarlo e trattarlo come una persona normale, offrendogli una via di uscita e comportandosi in modo comprensivo, le ha permesso di uscirne viva.

E’ naturalmente un esempio molto limite, ma il concetto è semplice: se abbiamo davanti una persona con una base di verità disfunzionale, finirà inevitabilmente per fare del male a se stessa. Possiamo cercare di dare un feedback negativo, ma se questo viene rigettato l’unica opzione che ci resta è di accettare questa scelta disfunzionale.

Ma quindi devo solo subire e basta?

meme divertente su Jackie Chan

La domanda a questo punto è legittima. Il “problema” è che maggiore sarà l’odio che ha incanalato una persona, più dovrà sfogare questo odio sul prossimo. Non ci sono vie d’uscita.

Più riusciamo a scaricare a terra l’odio e a non “rimbalzarlo” sul prossimo, prima finirà questo supplizio.

Quindi se un bullo mi pesta e vuole la mia merenda la soluzione è dargliela senza fiatare e farsi picchiare?

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Il punto è che se un bullo può fare questo, è perché è in una posizione di maggior forza rispetto a noi. Finché sarà lì ci sarà gran poco che possiamo fare. E quello che ci conviene fare è limitare i danni dandogli la merenda se è ciò che vuole, nel modo più subordinato e remissivo possibile.

Magari se troverà qualcuno di più “divertente” e “ribelle” ma più debole dal maltrattare, ci lascerà perdere. Crescendo infatti ho visto come quelli che venivano bullizzati erano proprio quelli che cercavano di “rispondere a tono”. Di “farsi forti”. Chi invece stava zitto e ignorava difficilmente veniva preso di mira.

Molto semplificando, se il nostro flusso di pensiero è il seguente:

  • Cercano di farmi del male / di esprimere nell’odio contro di me
  • Mi arrabbio e ci sto male
  • Rispondo con odio / cerco di fare del male

Non funziona. Questo perché stiamo rispondendo all’odio con l’odio e quindi questo si moltiplica. Lui infatti potrà porsi come vittima e continuare questo loop infinito.

Se invece facciamo così:

  • Cercano di farmi del male / di esprimere nell’odio contro di me
  • Ci sto male
  • Esprimo il fatto di essere ferito da questo comportamento e di essere deluso / triste
  • Accetto la scelta di chi mi sta ferendo

Non durerà a lungo. Quella persona infatti non riuscirà a porsi come vittima, bensì solo come carnefice. Sentendosi sbagliato alla lunga smetterà inevitabilmente.

E se diventiamo più forti? Gli possiamo dare finalmente una bella randellata? La tentazione è notevole, eppure anche qui ci trasformeremo dalla vittima al carnefice.

E’ la stessa dinamica del tradimento. Lui o lei mi tradisce? Allora lo faccio anche io! Mi molla? Allora mollo le 3 ragazze dopo di lei quando si sono innamorate di me!

Se una persona fa del male non siamo giustificati a fare del male anche noi. Sennò diventiamo il carnefice e siamo fregati.

E quindi devo lasciare che mi tradiscano senza colpo ferire? Questa in realtà è la strategia migliore anche in questo caso. Avendo fatto numerose relazioni aperte, mi sono reso conto come immaginare che la cosa non fosse mai avvenuta e che in realtà fosse sempre solo una palla, mi ha portato a non venire minimamente toccato dalla cosa. Anche perché molte volte era una palla e non era neanche vero.

Inoltre, un tradimento fatto apposta per ferirti è generalmente uno schifo. Proprio perché manca l’amore e il sentimento, ma è un sesso freddo e vuoto solo per dimostrare che anche noi “abbiamo scelta” o per cercare qualcun altro pronto a prendersi cura di noi.

E’ naturale che arrivare a tutto ciò serve una programmazione mentale forte e non banale. E ci possono essere molti fattori che possono farci non male, ma malissimo se un partner ci tradisce. Cercare di ridurli al minimo però è l’unico modo per avere una relazione che funziona. Anche se è naturale che se una persona ci vuole fare male attivamente, almeno un po’ riuscirà nell’intento.

E’ anche naturale che dovremo poi sottolineare al partner che questo atteggiamento ci ha ferito, che è controproducente ed è qualcosa che danneggia entrambi. Tu perché soffri anche molto, chi tradisce perché rendendoti triste sei meno disposto a investire nella relazione e sta perdendo valore ai tuoi occhi. Oltre ad aver fatto un sesso da schifo senza senso, quindi a maggior ragione è un comportamento idiota.

Tuttavia, torneremo più in dettaglio sull’argomento in futuro con un articolo dedicato.

Non puoi scappare

chi urla e si arrabbia è peggio di chi subisce

Estibaliz Carranza ha provato a divorziare con il marito, che tuttavia non ne voleva sapere di andarsene da casa sua. Inoltre, si rifiutava di lavorare e lei doveva lavorare per entrambi.

Decise quindi di ricorrere a una soluzione molto semplice: prendere una pistola e accopparlo. Facile no?

Finalmente libera iniziò a frequentarsi con quello che fino a quel momento era stato l’amante. Peccato però che scoprì che in realtà anche quest’uomo era un poco di buono. La tradiva! Mannaggia…

Solo che purtroppo non aveva letto questo articolo 🙂 e quindi… decise di uccidere pure lui. E di farlo a pezzi. Problema risolto no?

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Peccato però che dei muratori, facendo dei lavori, trovarono dei pezzi dei corpi di queste persone. E quindi la polizia risalì a lei. Cercò dunque di scappare ma venne fermata in Italia. Per poi essere condannata all’ergastolo.

Purtroppo puoi cercare di scappare dal mostro. Puoi cercare di scappare dalle tue colpe. Però entrambi ti cercheranno e alla fine dovrai pagare un carissimo prezzo. Sempre più alto più lunga è la tua fuga.

Nel mio articolo precedente sul successo con le donne spiego come il cercare la stimolazione immediata per sfuggire alla sofferenza è un pattern disfunzionale. Certo, le relazioni sono complesse e prendersi cura di una persona a volte costa fatica e dolore. Tuttavia è l’unico modo per migliorare e far crescere il nostro amore.

Anche Jeffrey Dahmer arrivò a essere colpevole di ben 17 omicidi. Cercando di fuggire in ogni modo alla legge. Eppure anche lui alla fine fu catturato e incarcerato. Per poi venire ucciso da un altro carcerato un paio di anni dopo.

Vale anche il contrario. Capita spesso di scappare dai genitori per finalmente andarsene da una situazione famigliare difficile. Il risultato però molto spesso è quello di mettersi in una situazione persino peggiore. Con costi di vita molto più alti e nessun aiuto economico o nelle faccende di casa.

Inoltre, il non vedere i genitori potrebbe peggiorare ulteriormente i rapporti con loro rendendoti ancora più difficile e costoso vederli e prendersi cura di loro.

Anche personalmente, nel mio “percorso da single” ho fatto sofferto e fatto soffrire molte ragazze con cui ho avuto delle relazioni e ho poi interrotto per i motivi più futili. Cosa per cui mi pento ancora adesso e con il senno di poi mi dispiace parecchio. Questo ha portato anche alla paura cronica della mia ragazza che la possa tradire, nonostante mi stia comportando in modo ineccepibile da quasi 4 anni. Anche se, pian piano, sta diminuendo.

Anche io sto scontando la pena, dovendo prendermi cura di una ragazza di 22 anni quando ne avevo 30. Invece che avere un rapporto più maturo e di scambio reciproco con una ragazza circa mia coetanea. Essendo dai 23 anni che sono rimasto single senza investire sulla crescita reciproca, sono finito per tornare a una relazione ai 30 ma tornando a ciò che avevo lasciato.

Avendo “preso” per anni nelle relazioni mi ha portato a dover compensare dando veramente tanto, anche a livello economico, per cercare di compensare. Solo ultimamente il rapporto è circa alla pari.

Il che è lo stesso motivo per cui sto dando così tanti articoli gratuiti e facendo eventi gratuiti. E’ il modo più veloce per andare in pari a livello di quanto “ho preso” in passato.

Tutte dinamiche incomprensibili a chi ha sempre avuto delle relazioni funzionali o quasi funzionali. Tuttavia diventando concetti fondamentali per chi, come me, sta cercando di rimettersi sui binari.

Similmente, mi è capitato di vivere lavorativamente parlando delle situazioni molto pesanti e complesse in passato. Non potendomene scappare visto una situazione lavorativa particolarmente vantaggiosa.

Tuttavia, ho dovuto “subire” tutte queste situazioni particolarmente negative proprio in virtù del fatto che era stata la mia programmazione mentale a mettermi in queste situazioni. Rovinando il rapporto con alcuni colleghi interamente a causa mia.

Pertanto, il modo più veloce per venirne fuori è subire in modo unilaterale, non scappare e cercare di dare più valore possibile al proprio network per uscirne il prima possibile.

Ma un po’ di mantra qua?

meme divertente di mai dire goal

Giustamente uno potrebbe chiedersi un po’ di mantra per riuscire ad affrontare meglio questi scenari. E ne ho, parecchi e anche di molto potenti ed efficaci.

Il “problema” è che purtroppo è un tema molto controverso e facilmente fraintendibile. Pertanto preferisco dare in un articolo pubblico un’idea generale di lavoro che non delle frasi che possono essere copi-incollate e usate senza contesto e cognizione di quello che si sta facendo finendo per fare danni.

Volessi però fare un lavoro specifico con me a tal proposito ti consiglio di iscriverti gratuitamente al gruppo Telegram e a non perderti i prossimi eventi che organizzerò.

Tornando a noi, mettiamo di avere a che fare con Bobby Joe Long. Uno che usa la forza e la violenza per obbligare il sesso alle donne. Usandole come oggetti sessuali.

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Il nostro obiettivo sarà quello di comprendere il flusso di pensiero di Bobby, come abbiamo fatto nel precedente articolo e “amarlo”. Quindi accettare e immaginare di fare nostre le sue azioni. Non solo immaginare di fare le stesse azioni, ma di provare gioia e entusiasmo nel farlo.

L’idea dunque è di entrare totalmente nel personaggio. Non solo giustificarlo, ma amarlo, viverlo e provare entusiasmo per le sue azioni. Un po’ come i migliori attori che interpretano Joker o personaggi particolarmente deviati.

Detta così, può sembrare un’incitazione all’odio bella e buona. E alcuni potrebbero avere paura per poi finire per fare azioni così tanto negative.

Tuttavia, è esattamente l’esercizio che fa fare Mico Pugliares, un noto improvvisatore teatrale, ai suoi allievi che volevano esercitarsi sui “personaggi cattivi”. Al punto da riuscire a far rendere totalmente realistica e credibile una ragazza ebrea nel ruolo di una delle peggiori SS naziste mai viste.

In buona sostanza, si inizia chiedendosi tutte le azioni e i pensieri che avrebbe una persona di questo genere. A quel punto, per ogni azione e pensiero, basta usare il solito formato: “Io, nome cognome, amo fare azione x”.

Ti sto incitando a fare queste azioni? Naturalmente no. Tuttavia, quando vediamo un’azione giudicata “negativa” è come se il nostro cervello si “chiudesse” per paura. Non vogliamo neanche contemplare quella tipologia di azione per non dover far fronte a tutto il giudizio e alla negatività che ne conseguirebbe. Il nostro cervello è come se ci impedisse di “apprezzare” quell’azione nella sua negatività.

Il nostro obiettivo dunque è quello di accettare e fare nostro quella modalità di pensiero. Amarlo e accettarlo, un po’ come fece Elisa McVey. A quel punto, potremmo riuscire ad amare comunque una persona che ha fatto certe azioni. Condannandole e facendogli/le ben capire l’eventuale gravità dei suoi gesti, ma capendo i motivi per cui hanno reso quella persona così disperata.

Molto spesso infatti, specialmente i genitori, non si prendono la briga di comprendere i figli. Li giudicano dicendo che sono pigri, indolenti o sfaticati. I figli che i genitori sono cattivi, che non li capiscono o egoisti. Nessuno cerca di entrare nel flusso di pensiero altrui, farlo proprio, “amarlo” e comprendere le motivazioni che stanno alla base di alcune scelte.

Pertanto, se abbiamo ben chiare le motivazioni per cui una certa azione è negativa, amarla e “farla propria” non ci renderà delle cattive persone. Bensì, delle brave persone come eravamo prima ma capaci di amare e accettare anche chi sbaglia. Permettendogli di uscire dal suo errore, pagare per i danni che ha fatto e farlo sentire egualmente amato e accettato per com’è.

Detto questo, vorrei molto lasciare un bel listone di mantra potenti adatti allo scopo… ma come già detto lascio il dettaglio ai prossimi partecipanti del .systema o agli iscritti del gruppo Telegram.

Conclusioni

Spero di averti dato un po’ di idee e conclusioni che puoi trarre. Sicuramente è un lavoro lungo e complesso, ma l’articolo di oggi ti può dare un’idea di come comprendere le dinamiche e risolverle definitivamente.

Dovesse esserti piaciuto questo articolo e volessi continuare a seguire i prossimi, ti invito a seguirmi sui miei vari social e a non perderti i miei prossimi contenuti 🙂