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network america

Continuiamo a parlare di autostima. E ci spostiamo dai fondamentali a parlare di argomenti un po’ più avanzati che purtroppo per molti possono essere controintuitivi. Abbiamo capito come il nostro network ci influenza in termini di autostima, tuttavia possiamo fare qualcosa per migliorare il nostro network?

Con i concetti che vedrai oggi sarai in grado di migliorare il tuo network per ricevere valore in modo esponenziale. Il tutto con una dinamica win win, anzi dove il tuo network ci guadagna persino di più.

Vediamo dunque come fare.

Bassa autostima: come gestirla

bassa autostima come aumentarla

Mettiamo di aver incontrato un soggetto che ha chiaramente bassa autostima. Lo riconosciamo dal fatto che spesso è insicuro in generale o nei nostri confronti. O ha sempre un atteggiamento “supplicante” o vendicativo o manipolatorio (perché pensa sia l’unico modo di ottenere ciò che vuole). O è propenso al mentire o al mostrare la realtà migliore di quella che non è.

Questa tipologia potrebbe essere molto problematica. Proprio perché potrebbe tendere a fare muro costantemente. Potrebbe non essere collaborativo. O avere in generale un atteggiamento passivo-aggressivo. Oppure darci dati non attendibili e quindi essere complesso fare scelte ponderate.

A questo punto ci possono venire due domande:

  • si può sistemare in modo tale da rendere operativo e “funzionante” questo soggetto?
  • si può aumentare la sua autostima in modo da renderlo più sicuro di se e funzionale?

Sicuramente entrambi sono un tema complesso. Ho già dato un po’ una panoramica del problema in questo video:

Ma andiamo più in profondità su questi argomenti, dando un taglio più correlato al discorso autostima.

Sistemare l’autostima agli altri: è possibile?

sistemare una persona non sempre è possibile

La risposta breve è: no. Nel 99.9% dei casi non è possibile sistemare l’autostima degli altri. Questo perché molto spesso coinvolge delle problematiche alla base veramente complesse. In particolare, potrebbe aver avuto un passato molto difficile che ha portato questa persona a bloccare numerosi scenari. Se non del tutto, almeno in parte.

Anche avendone le capacità e le risorse, potrebbe semplicemente non essere conveniente. Per sistemare l’autostima a un soggetto potrebbe volerci un lavoro intensivo di 2-3 giorni che ti lascia letteralmente stremato.

Oltre magari a varie migliaia di euro per andare a colmare eventuali ulteriori mancanze. Per esempio, soldi per fisioterapisti o personal trainer per sistemare problemi posturali, soldi per vestiti, oppure per operazioni fisiche (denti, masticazione, malformazioni, ecc.) oppure per studiare materiale critico per la sua formazione, ecc.

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Inoltre, più la situazione è disastrata, più ci vorrà un impegno incessante e una volontà di ferro per venire fuori da una situazione terribilmente negativa dove tutto è molto controintuitivo perché si ha ben poco valore da offrire. Il che implica spesso molta sofferenza che molti non sono disposti ad affrontare.

Sono il primo a voler aiutare chi si mette di impegno e scrivere questi articoli gratuiti è proprio per “dare una mano” per chi ha voglia di mettersi sotto e pedalare. Ma è sicuramente una strada lunga e in salita.

Questo vale se il soggetto ci riconosce come autorevoli e ascolta ciò che gli viene detto. Se parliamo di un collega o di una persona che magari non si è approcciata a noi per consigli, è naturale che quella persona ha zero voglia di parlare di problematiche personali, scenari e menate varie 🙂 diciamo che in quel caso sistemare i suoi problemi di autostima rasenta l’impossibilità totale. Proprio perché non ha interesse a farlo e spesso non vede neanche la cosa come un suo problema.

Pertanto in questo caso il mio consiglio è:

  • capire quali sono gli scenari bloccati di questo soggetto ed evitarli come la peste. Se, per esempio, soffre veramente tanto dei feedback negativi per problematiche sul fallimento, sarà conveniente dargli meno feedback negativi possibile. E solo su problematiche davvero impellenti. Se magari ha complessi di inferiorità, metterlo come ultima ruota del carro potrebbe non essere un’ottima idea. E magari portarlo anche ad abbandonarci nel momento del bisogno. Saremo anche consapevoli che quando dovremmo fare queste azioni reagirà in modo scomposto e imprevedibile. Sarà un prezzo da pagare se vogliamo tenere questa persona nella nostra vita.
  • mai fare attacchi personali. Questo vale in generale, ma in questo caso a maggior ragione. Una persona con bassa autostima che si sente attaccata potrebbe percepire come legittimo il fare danni anche gravi. Tipiche sono le liti post rottura in una relazione con persone che distruggono case, auto o altro. Uguale vale anche per il non lanciare per nessun motivo frecciatine. Oppure fare “dissing” o qualsiasi altra azione di questo genere. Sono il primo a dire di non essere perfetto in questo, ma davvero ci metto totale impegno per evitare nel modo più assoluto, specie per gli articoli.
  • se la persona è davvero difficile da riuscirci a lavorare assieme, è anche ok arrendersi. E’ ovvio che è l’ultima spiaggia e non lo si fa per far sentire quella persona sbagliata. Però è anche ok rendersi conto che non si ha le capacità di gestirla. Mi è capitato più volte di dire a chi mi chiede aiuto di rivolgersi ad altri professionisti (es. andare da uno psicologo o da un personal trainer o un fisioterapista ecc.) perché una certa problematica era oltre le mie capacità.

In ogni caso questi consigli valgono anche nel momento in cui il soggetto ci chieda aiuto attivo per risolvere le sue problematiche. La differenza è che se ci domanda aiuto possiamo anche aiutarlo a impostare un percorso di crescita ed eventualmente trovare degli esercizi da fargli fare. Se non lo fa, dobbiamo limitarci a gestire le problematiche senza che queste gli impediscano di lavorare con noi.

Aumentare l’autostima agli altri

Prendiamo un soggetto parzialmente disfunzionale. Cosa succede se gli “aumentiamo artificialmente” l’autostima? Ovvero se proviamo a fare azioni per deliberatamente portarlo ad avere un’autostima maggiore?

Nello scorso articolo abbiamo visto quelli che sono gli elementi fondamentali per aumentare la propria autostima.

Esempi possono essere:

  • Dargli costantemente feedback positivo quando fa qualcosa di valido, anche parzialmente.
  • Regalargli cose. Da cose banali come un pranzo o un braccialetto o cose di questo genere. A cose magari più utili, come un videogioco oppure un attrezzo per allenarsi ecc.
  • Dargli denaro cash. Con il partner puoi allocare parte dei tuoi guadagni a suo uso e consumo per “aumentare artificialmente” la sua autostima. Similmente puoi aumentare la RAL dei tuoi dipendenti anche se non hanno offerte pendenti. Oppure elargire bonus non richiesti.
  • Dargli attenzioni. Anche solo banalmente ascoltare qualcuno può essere per quella persona un valore. Come aiutarlo con la palestra o con i suoi problemi. Anche banalmente fargli una foto se gli serve.

In generale qualsiasi azione che gli possa permettere di vedersi di più come il “golden standard”, come spiegato nell’articolo dei fondamentali, può portargli ad aumentare la sua autostima.

Ecco, generalmente questa è una cosa che non fa nessuno. La nostra cara Wanna Marchi qui sopra è un esempio di cosa fanno le persone normalmente. Ovvero, cercano di distruggerti l’autostima per cercare di venderti cose.

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Sei un fallito grasso, non lo vedi? Compra la mia crema! Nessuno che ragiona così farebbe mai un articolo come il mio sull’estetica e la palestra. Perché sostanzialmente non sto mostrando la palestra come la panacea ad ogni male. Bensì ti sto dicendo che puoi essere felice e sereno anche senza.

L’obiettivo del mio sito è darti consigli per migliorare. Cose che potrebbero farti stare meglio se è ciò che vuoi. Ma se non ti va, va bene uguale! Molti invece puntano a farti sentire uno schifo dicendo che quello che stai facendo ora è sbagliato, ti devi vergognare, che oddio se non cambi morirai ecc.

Questo tipo di comunicazione porta chi si sente sbagliato ad agire. Il problema è che spesso acquista cose che non gli servono realmente. O anzi, accentuano solo ulteriormente il suo problema. Raramente chi ha questa tipologia di comunicazione ha un prodotto valido e completo.

Vediamo però più in dettaglio la differenza dei due approcci.

Puoi come al solito dirti indipendente dall’opinione altrui, ma la verità è che sei un nodo in una rete connessa. Quindi l’opinione degli altri nodi è fondamentale. E dare valore ai vari nodi lo è ancora di più.

Nello schema immaginiamo di interagire con le persone dando solo valore. Quindi con l’obiettivo di aumentare la loro autostima.

In un mondo ideale, io darei valore a tizio, caio e sempronio e loro mi ritornerebbero altrettanto valore. Se non a livello economico, a livello di stima, complimenti o riconoscimento sui social o altri modi per aumentare la mia autostima. Anche semplicemente volendomi bene ed essendo felici. Vedere una persona triste, specialmente se ci tieni a lei, è la cosa che più ti impatta a livello di autostima.

Partiamo, purtroppo, dal concetto che tutti i nodi sono parzialmente danneggiati. Chi più, chi meno. Ovviamente io incluso. Ognuno ha le sue paturnie, paranoie e cose per cui non si comporta in modo ideale.

Nel nostro esempio supponiamo che 2 sia un “nodo piccolo”. Ovvero qualcuno che ha poco valore. Tuttavia, il suo comportamento è ideale o quasi ideale. Un soggetto di questo genere è forse il nodo con maggior valore nel network preso in esempio.

Il motivo è presto detto: avendo un comportamento vicino all’ideale, tutto il valore che diamo a questo nodo viene interamente sfruttato. Inoltre, non c’è l’assunzione da parte di questo nodo che ciò che stiamo dando sia motivato da manipolazione o secondi fini. Essendo vicino all’ideale assumerà che vogliamo realmente aiutarlo e quindi ricambierà al massimo delle sue capacità. Magari non subito, magari non direttamente, ma sarà pronto a farlo.

In questo video vediamo come Lance Stroll, consapevole del fatto che non ne ha più di Alonso, invece di andare ad attaccarlo ed entrare in conflitto con lui causandogli potenzialmente un danno… dice in radio di tranquillizzare il compagno. Alonso, volendolo ringraziare per il favore, dice al suo tecnico di riferire a Lance il suo setup in modo da poter aumentare le performance.

Questo è un ottimo esempio di come, rinunciando a un vantaggio sull’immediato per aiutare i nodi del proprio network, possiamo ricevere un guadagno importante inatteso.

Tornando allo schema precedente, un nodo come il 3 o il 5 invece, hanno più valore assoluto del 2, ma sono molto più danneggiati a livello di programmazione mentale. Pertanto risponderanno male alla nostra iniezione di valore. Comportamenti tipici potranno essere:

  • incredulità. “Fai così con tutti?”, “Ma chi credi di fregare?”, “Cosa vuoi in cambio?” ecc.
  • metteranno in chiaro che non ti daranno nulla in cambio. A livello di relazione sono i tipici “non pensare di innamorarti eh”. A livello lavorativo è il far intendere che non si lavorerà a lungo in quell’azienda. A livello di amicizie sono quelli che aiuti e poi spariscono.
  • vendette varie. Un modo per dare valore potrebbe essere visto come un tentativo di danneggiarlo. Per esempio, fornire un feedback negativo potrebbe essere visto come un modo di offendere o denigrare questa persona. La risposta dunque potrebbero essere vendette di vario genere. Da cancellare cose per te importanti, a gettarle, a parlare male di te ai colleghi, ecc.
  • truffe. Può capitare che noi diamo soldi o valore in generale a persone molto danneggiate e queste ci fregano scappandosene con il nostro valore. In questo caso parliamo di nodi praticamente totalmente danneggiati.
  • ecc.
scherzo di ed è subito ex sull'autostima

In questo senso dunque un nodo con moltissimo valore ma molto danneggiato potrebbe essere un nodo molto difficile da gestire. Un esempio potrebbe essere una persona con grandissime capacità tecniche, ma soft skills molto scarse che prende tutto sul personale. Un altro potrebbe essere una persona molto ricca o con molti asset strategici ma con le medesime problematiche. Similmente lo potrebbe essere una ragazza o un ragazzo molto belli che, consapevoli di avere molta richiesta a livello sessuale/relazionale, possono avere atteggiamenti molto complessi da gestire.

Nel pratico tuttavia difficilmente ci troveremo in situazioni bianche o nere, bensì in aree grigie. Nodi come il 4 che ci dà valore ma anche un po’ di disagio e problematiche varie. E dobbiamo dunque imparare a scaricare a terra quel danno che ci viene fatto cercando di non rimbalzare indietro dolore o disagio. Altrimenti il danno che riceveremo diventerà esponenziale.

E’ infatti vero che il 90% delle persone reagiscono a danni con altrettanti danni. E’ davvero difficile che siano in grado di ignorare o scaricare a terra molte delle problematiche, specialmente quelle gravi come offese o danni fisici. Per questo motivo è fondamentale non entrare MAI in queste dinamiche.

In altri termini, la legge del “occhio per occhio” è la cosa PEGGIORE che puoi fare in modo assoluto.

Quindi devo solo subire? E farmi umiliare da questo stron$%asòas?!?

La risposta è si. Non c’è mai un motivo valido per danneggiare gli altri. A nessun livello, neanche marginalmente. Poi siamo umani, capita di farlo anche in modo involontario e amen. Ma anche in quel caso, anche se l’abbiamo fatto perché abbiamo subito un torto enorme, dobbiamo comunque sempre chiedere scusa e riconoscere l’errore.

Non importa quanto sia rossa la freccia del valore verso di noi, noi dobbiamo impegnarci al massimo per dare esclusivamente valore ai nodi del nostro network. E’ l’unico modo per sanare totalmente il nostro network nel long run.

Sentirsi sbagliati = game over

sentirsi in diritto di essere sbagliati

La reazione istintiva che possiamo avere quando riceviamo dei danni da un nodo è quella di sentirci sbagliati. Magari abbiamo sbagliato qualcosa noi. In effetti quell’insulto forse ce lo siamo meritati. Forse siamo davvero stati quel carnefice che ci vogliono dipingere.

Entrare in questa mentalità è il modo peggiore per affrontare qualsiasi situazione e relazione. Questo perché entriamo automaticamente in una dinamica carnefice – vittima che porta inevitabilmente a manipolazioni varie da parte della “vittima”. La vittima infatti si sentirà legittimata a fare le peggio azioni solo per il fatto che il cattivo qui sei tu e l’altra persona, povera, è la vittima.

Lo ripeto: fare del male non è mai giustificato. Anche nel caso dovessimo difenderci per legittima difesa l’obiettivo non dovrebbe essere di danneggiare l’aggressore il più possibile bensì di toglierci dalla minaccia causandogli minor danno possibile. E’ infatti ciò che non avrebbe dovuto fare un gioielliere rapinato che inseguì i ladri che lo derubarono per poi ucciderli. In quel caso non ce n’era assolutamente la necessità e la sua azione era guidata più dall’ira e la voglia di vendetta che non legittima difesa.

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In ogni caso, visto è impossibile che i vari nodi siano ideali è normale ricevere involontariamente dei danni. Come è normale che, per errore, possiamo farne. Pertanto atteggiamenti da vittima o da carnefice non hanno mai senso. Perché, a seconda della nostra programmazione mentale, è semplicemente una cosa inevitabile. Il nostro obiettivo è dunque comprendere le falle e sistemarle il prima possibile. Vivendo tuttavia nella consapevolezza che è normale non essere perfetti.

Nel setup mentale da vittima/carnefice non c’è via di uscita. Legittimare un nodo a comportarsi male nei nostri confronti è il modo migliore a uscirne distrutti. Proprio perché continuerà a farlo senza nemmeno sentirsi in colpa. Dobbiamo sempre dare feedback negativo o, al massimo, ignorare comportamenti che ci danneggiano. Non importa quali giustificazioni essi abbiano.

Allo stesso tempo, dobbiamo scusarci, riconoscere l’errore ed eventualmente fare esercizi di riprogrammazione mentale per comprendere perché siamo arrivati a danneggiare un nodo, in caso l’abbiamo fatto. Dobbiamo anche riconoscere il fatto che un nodo potrebbe percepire una nostra azione neutra o persino positiva come un danno. E quindi comunque chiedere scusa per il danno percepito.

Questo è anche il modo con cui le persone giustificano l’abbandono. Ti fanno progressivamente sentire sempre di più sbagliato, il carnefice, una persona immonda… e poi ti mollano. Facendo zero fatica nel cercare di aiutarti nel comprendere i tuoi errori e migliorare. Anche dovessi essere tu il nodo più danneggiato del network, il focus dovrebbe essere aiutarti, non il farti sentire uno schifo.

La legge dell’esclusione automatica

Arrivati fin qua potrebbe partire lo sconforto. Dobbiamo dunque sempre subire senza alzare un dito? Dobbiamo farci insultare fino alla fine dei nostri giorni e subire senza poter neanche controbattere? Anzi, dobbiamo il più possibile dare valore a tutti anche quando ci danneggiano? Pura follia!

Ho voluto fare uno schema riassuntivo per cercare di spiegare i vari scenari e quello che può succedere.

Immaginiamo due nodi ed entrambi invece che darsi vicendevolmente valore, si danneggiano volutamente. E’ il caso tipico di coppie che si odiano per qualche motivo. Giusto oggi c’è stato un caso con Max Verstappen e George Russell che si sono comportati esattamente così.

Verstappen prova a passare Russell all’esterno. Il circuito era molto stretto e Russell finisce addosso a Verstappen rovinandogli il sidepod e aprendogli uno squarcio nella vettura. Aveva ragione Verstappen o Russell? Poco importa.

Verstappen prova a confrontarsi con Russell e quando questo sostanzialmente gli dice che non interessa molto del fatto che Verstappen si senta danneggiato, gli dice di aspettarsi un trattamento simile di rimando.

In sostanza, un nodo viene danneggiato o percepisce di essere stato danneggiato. L’altro nodo di rimando lo danneggia o lo minaccia di danneggiarlo. Questa è la reazione tipica del 98% dei casi.

Dietro questo modo di comportarsi c’è la convinzione, radicata nella nostra cultura, che l’unico modo per far capire a una persona che si è comportata male nei nostri confronti è di ripresentargli la stessa situazione ma a parti inverse. Vedi, sei stato un carnefice! Ora quando lo faccio io non ti piace, quindi smettila. Questa è la mentalità quando non si riesce a “far capire qualcosa con le buone”.

E’ anche il modo con cui funziona la “giustizia”. Hai ucciso qualcuno? Vieni condannato a morte o all’ergastolo. Pertanto, riteniamo che se “la giustizia” funzioni così, questa modalità debba funzionare anche per noi. No?

L’aspettativa è che questo comportamento porti l’altra persona a scegliere di o andarsene o di cambiare il proprio comportamento per farsi accettare dall’altro nodo e rimanere.

aspettative sull'autostima

La realtà tuttavia è ben diversa. Un nodo che viene danneggiato che ha questo mindset entra in “modalità vendetta”. Tenterà dunque di danneggiare il nodo iniziale se possibile in modo pari a quanto ha subito se non peggio, per sentirsi di averci “guadagnato” e non perso da questo confronto.

realtà sull'autostima

Tipico è l’aumento esponenziale, da parte dei criminali, dell’odio contro le forze dell’ordine, la giustizia, la legge ecc. In buona sostanza stiamo esasperando il problema invece che risolverlo. Rendendo le persone sempre più prone ad andare contro la legge e anche ad insegnare ai figli di fare altrettanto.

In questi casi infatti se entrambi i nodi entrano in “modalità vendetta” si causa un processo a catena a volte anche esponenziale di danni a vicenda. Se la cosa dovesse diventare davvero esponenziale sarebbe molto complessa la situazione. Questo perché se un danno minimo è più semplice da accettare come “perdita”, un danno veramente grosso e perpetrato nel tempo è più difficile da accettare e ingoiare.

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Motivo per cui certe persone rischiano di rimanere invischiate per anni se non generazioni in vendette continue ed estenuanti per “risanare” la perdita e quanto si è stato danneggiati. In buona sostanza, si fa esattamente il contrario di quanto consigliato in precedenza!

Quindi qual è l’unico modo per venire fuori da una situazione di questo genere?

legge dell'esclusione automatica

L’ho voluta chiamare simpaticamente legge dell’esclusione automatica. Se una persona inizia a danneggiarci e noi non facciamo assolutamente nulla, quella persona non riuscirà ad entrare in relazione con noi. Magari saremo costretti a frequentarla per via degli eventi, ma a tendere il suo comportamento la porterà automaticamente ad allontanarsi da noi.

Basterà trattarla come se fosse un nodo ideale, ignorando i suoi comportamenti atti a danneggiarci. E’ naturale che potremmo non essere portati a dare valore a questa persona e, se così fosse, è ok. Basta non danneggiarla.

Questo perché nessuno vuole sentirsi un carnefice. Pertanto, se noi subiamo e non facciamo assolutamente nulla per vendicarci, entriamo totalmente nel ruolo della vittima. Se poi questa persona lo fa più volte, più va avanti più si renderà conto di fare il carnefice senza nessuna motivazione reale per comportarsi in questo modo. Pertanto si sentirà progressivamente in colpa.

Anche Wanna Marchi, nel suo documentario su Netflix, fa ben capire che le sue azioni erano contro “i fessi”. Quelli che “ci cascavano”. Per lei è legittimo “fregare i fessi”, perché secondo la sua prospettiva si volevano fregare da soli. Per questo le sue televendite sono diventate sempre di più scam palese e conclamato. Perché voleva essere certa di andare a colpire nodi danneggiati.

Se sei un nodo centrato è molto difficile che entri in queste dinamiche di odio vicendevole. Un nodo funzionante avrebbe riconosciuto subito Wanna Marchi come qualcuno che vuole fregare e danneggiare il prossimo. E quindi se ne sarebbe stato alla larga.

Questo non per giustificare Wanna Marchi, ma per spiegare che i truffatori e gli approfittatori tendono a scegliere come vittime proprio chi fa di tutto per essere il carnefice della situazione. Se hai il mindset che “è meglio fare il furbo” o quello di cercare scorciatoie, semplificazioni, ecc. ti esponi inevitabilmente a personaggi di questo genere.

Cercare di uscire totalmente da queste dinamiche è l’unica reale soluzione. Questo funziona sia nel caso di situazioni già compromesse che situazioni che iniziano da zero. Questa persona alla lunga sederà questa sua “fame di vendetta” e, semplicemente, se ne andrà. In ogni caso, reagire o creare danni a questa persona renderà solo le cose peggiori. Proprio perché si instaurerà il meccanismo detto in precedenza.

Anzi, più una persona è danneggiata, più cercherà volutamente di provocare e instaurare queste dinamiche quando inizia a relazionarsi con qualcuno. Questo perché è il suo modo di creare una “connessione” e quindi di avere un rapporto duraturo. Visto che essendo un nodo danneggiato riesce a stabilizzare rapporti solo con altrettanti nodi danneggiati che rispondono in egual maniera.

Quando hai quella sensazione stile “ma dai, è evidente che l’ha fatto apposta” può essere che ti trovi in una situazione di questo genere.

Se tuttavia questa persona ha un forte legame emotivo nei nostri confronti, appena inizieremo a subire, questa persona si allontanerà da noi cercando di farci sentire sbagliati. Velocemente però si renderà conto di quanto ci sta perdendo. E anche che è stato interamente causa sua visto che noi abbiamo subito senza reagire.

Sarà dunque molto probabile che questa persona si renda conto di aver sbagliato ed è molto più probabile che, messa semplicemente di fronte al fatto di averci danneggiato, torni sui suoi passi e riconosca l’errore fatto.

Un nodo se ne va dopo che gli ho dato valore

Ne parleremo in un articolo dedicato. Tuttavia, ora comprendi come ciò sia possibile solo se entri in uno schema vittima-carnefice. Oppure se non riconosci i tuoi errori e continui a danneggiare gli altri nodi volutamente.

Se comprendi i punti precedenti è impossibile che un nodo se ne vada. Se anche se ne andasse capirebbe immediatamente di perdere molto del valore che sta guadagnando dal rimanere nel tuo network. Al massimo diventerebbe un “nodo dormiente”. Ovvero qualcuno con cui magari non ti senti anche per mesi, ma che se dovessi aver bisogno di lui/lei ti aiuterebbe serenamente.

Alta autostima = sicuri di se?

autostima e sicurezza in se stessi

La sicurezza in se stessi in una determinata azione è dunque data da molteplici parametri ma sicuramente avere un’ottima autostima è uno dei più importanti.

Molti la menano che essere bello è tutto in questa vita, altrimenti sarai sempre infelice e insicuro. La realtà è che certamente più sei bello più riceverai attestati di stima e un rafforzamento della tua autostima. Tuttavia, potresti essere molto insicuro anche se bellissimo.

Se infatti entri nelle dinamiche “negative” elencate in precedenza le persone tenderanno progressivamente ad odiarti sempre di più. E a frequentarti con il mero scopo di danneggiarti. Se sei molto bello/a magari potrai attrarre in un primo momento ma finirai persone che hanno il solo intento di truffarti e rovinarti. Portandoti rapidamente a peggiorare, perdere valore e quindi anche diventare più brutto facilmente.

E’ tipico il caso di chi vince alla lotteria e si rovina, cade in depressione e si suicida. Ce ne sono innumerevoli casi. Se infatti non si hanno chiare queste dinamiche (e anche come gestire i propri soldi) è inevitabile continuare con le solite dinamiche che distruggono il proprio network. Cosa che ti porterà rapidamente a spendere e spandere i soldi in cose totalmente inutili. Questo con il solo scopo di sentirti meglio, meno sono, più di successo… nonostante le cose per te non funzionino.

Viceversa, magari potrai non essere bellissimo, ricchissimo o con chissà quali altre cavolate… ma se investi molto nel tuo network, dai il più possibile valore, non danneggi nessuno e coltivi le relazioni con le varie persone, tutti vorranno aiutarti a raggiungere i tuoi obiettivi. E molte persone vorranno frequentarti.

Motivo per cui sarà molto semplice fare più soldi, fidanzarti, ecc. proprio perché tutto il tuo network farà il massimo per aiutarti ad avere successo. Invece che odiarti e cercare di fregarti come hai fatto con loro.

Funzionano le autoaffermazioni rafforzanti?

Il “rafforzanti” mi ricorda sempre il “pollo rafforzante” del maestro. Comunque, dopo questo articolo e il precedente penso che sia palese il fatto che ripetersi “frasi rafforzanti” ha ben poco impatto sulla tua autostima. Come abbiamo detto l’autostima si crea a fronte di relazioni forti, creazione e distribuzione del valore sul tuo network. Al fine di moltiplicarlo in modo esponenziale.

Ripetersi che sei un grande che utilità avrebbe in tutto ciò? Nulla. Magari sul momento ci può aiutare pensare di essere fighi per “calarci nella parte”. Molti attori infatti ripetono certe frasi “simbolo” del personaggio che vogliono interpretare per cercare di entrare in quella dimensione mentale. Questo per assumerne l’atteggiamento, la camminata, il modo di parlare.

Per quanto questo possa avere un ritorno nell’immediato per aiutarci a focalizzare, nel lungo periodo avrà ben poco impatto.

Conclusioni

Sono il primo ad ammettere di aver sbagliato a più riprese gran parte delle cose scritte in questo articolo. Nulla di grave ovviamente, ma è semplice entrare nella dinamica del voler vendicare un torto subito o covare rancore per tizio o caio. Anche adesso farsela passare in certi casi è molto complesso.

Tuttavia, un po’ alla volta diventerà sempre più semplice e chiaro capire come affrontare queste dinamiche. Comprendo che per non attaccare ed entrare in “modalità vendetta” molte volte sia molto complesso. Per questo il mio invito è utilizzare le varie tecniche di riprogrammazione mentale per andare ad analizzare i singoli scenari e trovare motivazioni per riuscire a lasciar perdere.

Quando diventerai capace di accettare ogni scenario senza giudicarlo e senza attaccare, il risultato in termini di benessere e felicità generale sarà semplicemente esponenziale.

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