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depressione e sofferenza

Partiamo chiarendo una cosa: non ce l’ho con la felicità. La felicità è bellissima 🙂 tuttavia, purtroppo molte persone hanno un vero odio per la sofferenza, la depressione, la tristezza, l’essere a pezzi, il mostrarsi deboli e fragili e chi più ne ha più ne metta.

Questo crea dei grandi problemi quando vogliamo lavorare nell’ambito della crescita personale e, specialmente, quando parliamo di palestra. Per non parlare quando parliamo di relazioni e bisogna ammettere di aver sbagliato o aver bisogno di aiuto / del partner.

In questo video vediamo un padre che fa un Ironman, ovvero una delle prove fisiche più dure che esistano, solo per un motivo molto banale: il figlio disabile voleva farlo. E lui, purtroppo, da solo non avrebbe mai potuto farlo.

Ti dico un segreto: noi riusciamo ad amare nella dimensione di quanta sofferenza riusciamo a sopportare. Perché è così: aiutare una persona significa farci carico della sua sofferenza e sollevarla da quel disagio. Riuscire a farla arrivare dove da sola non riuscirebbe perché non ne ha le forze. Il tutto, al solo fine di renderla felice.

La (finta) felicità: il tuo più grande autosabotaggio

party hard vs lavorare duro

Capiamoci intanto su cosa intendiamo con felicità. La felicità è banalmente un bel carico di dopamina che arriva nel cervello. Prendendo la definizione da Wikipedia, infatti vediamo:

Stimoli che producono motivazione e ricompensa (fisiologici quali il sesso, cibo buono, acqua, o artificiali come sostanze stupefacenti, o elettrici ma anche l’ascolto della musica, in particolare alcuni tipi di suoni o timbri vocali), stimolano parallelamente il rilascio di dopamina nel nucleus accumbens. Al contrario il piacere prodotto da questi stimoli è soppresso da lesioni dei neuroni dopaminergici o dal blocco dei recettori alla dopamina in questa stessa area. Si è visto che bloccando il recettore D2, si ottiene ancora la liberazione di dopamina e la trasmissione del piacere incrementa. Su questo principio si basa la cura della depressione, che consiste nel bloccare il recettore D2 e fare liberare quanta più dopamina possibile, per risollevare il tono dell’umore in modo farmacologico.

Dunque, molto banalizzando:

  • abbiamo tanta dopamina nel cervello –> siamo felici.
  • ne abbiamo poca –> siamo tristi fino alla depressione.

Il problema è che la dopamina non è sempre una cosa positiva. Vinciamo una competizione, il carico di dopamina che ne consegue è il motivo per cui poi vogliamo continuare ad allenarci e a vincere. Questo naturalmente è qualcosa di positivo. Se invece ci masturbiamo perché la nostra ragazza ci ha lasciato… stiamo buttando dentro dopamina per andare a tirarci fuori dalla depressione profonda. Da un lato ci aiuta a non spararci un colpo, dall’altro però ci stiamo premiando per qualcosa di negativo.

In buona sostanza dunque esistono vari modi per ottenere dopamina. Tuttavia, si possono riassumere in due categorie:

  • dai successi e dai risultati che stai ottenendo nella vita. Bei voti, una promozione, più soldi, una bella casa, una fidanzata che ami, una bella famiglia, un’ottima forma fisica, vinci una competizione ecc. Non importa quale sia il tuo obiettivo, questo tipo di dopamina è ciò che ti porta a raggiungere i tuoi obiettivi.
  • da stimolazioni esterne. Tra queste possiamo vedere le droghe, l’alcol, il cibo, il sesso a pagamento, la masturbazione, i videogiochi, ecc. Più fai uso di queste cose, più stai “mentendo al tuo cervello”. Stai premiando il tuo cervello per essere depresso.

Se infatti non riusciamo ad accettare di essere depressi, tristi, fragili, deboli, falliti, ecc… faremo di tutto per non stare in questo stato. Faremo dunque uso di sostanze per mentirci. Per dirci che va bene anche se non va bene per niente.

E’ invece fondamentale essere depresso e triste. Perché fa capire al tuo cervello che quella realtà non la vuoi. Ed è il motore che ti porterà a fare scelte più sensate per la tua vita e a farti uscire dalla merda.

Se invece facciamo tutto per non essere depressi il risultato sarà quello che non cercheremo strategie per risolvere i nostri problemi. Semplicemente troveremo una stampella che “fa funzionare” la cosa e, per ora, “va bene così”.

E’ uno dei tanti modi per avere un atteggiamento evitante. Invece che affrontare il problema troviamo un modo per circumnavigarlo e non affrontarlo mai, perché a farlo davvero soffriremo troppo.

Coca e prostitute per salvarsi dal suicidio

cosa e prostitute per risolvere i propri problemi

E’ il caso di un uomo che voleva suicidarsi. Solo che decise di andare in Messico per fare sesso con varie prostitute e provare la cocaina prima di farlo. Il risultato fu che si divertì così tanto che decise di non suicidarsi. In sostanza le prostitute gli salvarono la vita.

Il punto è proprio questo. Ovvero, le persone per sopravvivere utilizzano delle fonti esterne di felicità per riuscire ad attenuare il dolore esistenziale. Il dolore del fallimento, il dolore per via di problematiche fisiche difficili da risolvere. Il dolore magari di una rottura di una relazione o di un licenziamento, ecc.

Noi possiamo reggere un tot di sofferenza, poi cominciamo a entrare in burnout. E avere sempre di più pensieri suicidi. E’ una reazione “normale” quando il tasso di stress e di dolore è troppo alto e non troviamo dei modi per far fronte ai nostri problemi.

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In questo caso una scelta estrema, ovvero fare sesso a pagamento e farsi di droga, ha salvato la vita al povero malcapitato perché all’improvviso gli ha dato un’iniezione pazzesca di dopamina ed endorfine. Certo, non ha risolto i suoi problemi, però almeno ha alleviato tutto il dolore che provava rendendolo sopportabile.

Per questo motivo le droghe o qualsiasi meccanismo evitante non è “male” a prescindere. Inoltre, non è possibile rimuovere più di questi atteggiamenti alla volta, altrimenti andare in burnout e addirittura pensare al suicidio, è veramente molto semplice. Ogni processo di miglioramento dunque dev’essere volto a rimuovere queste “stampelle” in modo graduale man mano che vengono aggiunti motivi validi per sentirsi bene e tolti i motivi che generavano dolore.

Aumenta la sofferenza (utile) al massimo

Il video qui sopra è il primo di uno di vari di questo atleta che va da un fisioterapista per farsi trattare varie problematiche che ha a livello di dolori e mobilità. Essendo particolarmente incasinato duro, il dolore che deve sopportare è davvero importante. E’ proprio questo il concetto. Più dolore riesci a tenere, prima il fisioterapista ti libera da questo problema e ripristina la funzionalità del tuo corpo.

Va detto che lui non è un caso così “fuori dal normale”. Il 90-95% delle persone hanno problematiche simili e soffrono uguale se poste nelle stesse condizioni. E’ ovvio anche che qui stanno facendo il trattamento in modo estremo per YouTube. Molti fisioterapisti non ci vanno giù “così forte”.

Comunque, qusto è un tipo di dolore utile. Perché per quanto temporaneamente avrai un degrado prestazionale anche importante. Al punto da essere totalmente KO per un giorno o due o addirittura avere la febbre da quanto è importante il trattamento… dopo qualche giorno beneficerai di un corpo più funzionale e adatto alla vita di tutti i giorni.

L’idea dunque è quella di ridurre al massimo le stampelle che ci servono per tener botta. E cercare il più possibile di resistere al dolore e alla sofferenza senza dissociarci. Più riusciamo a resistere e quindi a essere presenti, più il nostro cervello cercherà autonomamente dei modi per stare meglio. Spingendoci dunque a trovare soluzioni e non andarcene.

Per esempio, il NoFap si basa proprio su questo principio. Invece che dissociarci e sfuggire dai motivi per cui stiamo male, togliamo la masturbazione e ci obblighiamo a risolverli. Inoltre, ci obblighiamo a trovare una fidanzata che ci piaccia il prima possibile proprio per risolvere questo dolore in modo definitivo e stabile.

La parte difficile è dunque calibrare quanto dolore riusciamo a reggere e soprattutto capire quali stampelle togliere in toto o parzialmente in modo che il tutto sia sostenibile. Tuttavia, il focus è totalmente diverso da quello che ci vogliono introiettare i mass media.

I social, la TV, ecc. ci dicono che con x o y (cellulare, tablet, playstation, ecc.) saremo felici. Il nostro focus invece è proprio l’opposto. Ovvero tagliare progressivamente sempre più cose e cercare di essere felici anche senza niente. Quasi che il nostro obiettivo finale sia quello di diventare un monaco asceta.

Il che è molto diverso della “vita felice” che vedi sui social. Macchinone, escort, droghe, cibi ipercalorici, gioelli, vestiti costosi, ecc. ti riempiono la testa facendoti credere che se non riesci ad ottenerli sarai per sempre uno sfigato relegato a una vita infelice. Ti crei una moltitudine di “bisogni” dettati dai social che, nel pratico, non servono a nulla se non a rendere la tua vita sempre più miserabile. E’ il motivo per cui sei perennemente al verde o non riesci ad avere un miglioramento di carriera o odi il tuo lavoro con tutto te stesso.

Leggendo il libro Il Milionario della porta accanto hanno infatti fatto un’indagine su come hanno fatto il 90% dei milionari a raggiungere il loro status. Nella maggior parte si trattano di insegnanti o comunque persone con lavori normalissimi. Che vivono in case di circa 50-60mq normali senza cose particolari. E riescono a vivere con poco più di uno dei due stipendi della coppia mettendo via tutto il resto. Facendo quindi una vita frugale senza orpelli inutili, risparmiando e senza spese eccessive. Comprando sull’usato e riutilizzando il possibile.

Purtroppo non sono vite molto “instagrammabili” o per cui la gente si vanta o ti fa l’infoprodotto “diventa come me in 5 semplici mosse”. Tuttavia, queste persone hanno raggiunto un bilanciamento della vita tale da avere una grande riserva di denaro (e quindi di valore). Segno chiaro del loro benessere.

Dunque, non dico che bisogna fare sempre una vita ascetica senza spendere un centesimo. Comprarsi un videogioco ogni tanto o guardarsi un film va benissimo. Ma, per dire, quando ero totalmente concentrato a spingere e migliorarmi penso di non aver visto un film o un telefilm per 3 anni di fila. Ho anche perso circa 4-5 anni a buttare via le mie serate in discoteca, quindi di cappelle ne ho fatte moltissime anche io. Ma questo è un altro discorso 🙂

Comunque, se vuoi essere migliore degli altri devi essere disposto a lavorare, allenarti e darti da fare quando gli altri giocano. Lavorare il più possibile finché reggi.

E’ proprio questo il punto: finché reggi. Se vedi che la tua energia cala o che non ce la fai a stare dietro a certi ritmi, ci sta calare. Ci sta rilassarsi con un videogioco per una ventina di minuti. Farsi una vacanza e ricaricare le pile. Specie se è il tuo partner che non regge e hai bisogno di rialzare la sua energia.

Progressivamente ne avrai sempre meno bisogno. Avendo sempre bisogno di meno cose per divertirti ed essere felice. E vivendo una vita dove il lavoro, l’allenamento, ogni istante ti rendono felice e ti divertono e non hai realmente bisogno di “fare delle pause” o “rilassarti”. Sei già rilassato.

Se il tuo standard è passare il weekend in discoteca o a feste e vacanze che puoi permetterti a malapena… stai sprecando il tuo tempo e i tuoi soldi. Buttando entrambi nel cesso, autoconvincendoti che sei figo e va tutto alla grande quando invece lavorando su te stesso e sistemando la tua vita potresti davvero essere stabile e sereno nel giro di 1-2 anni.

Quindi devo essere brutto, povero e sfigato?

quindi devo essere povero?

La risposta è no, anzi. Il punto cruciale della questione è che migliorarsi è fisiologico. Ovvero, il nostro corpo tende naturalmente al miglioramento. Non dobbiamo forzarci al miglioramento. E’ semplicemente qualcosa che avverrà.

Molto spesso infatti c’è una ossessione spasmodica per l’essere belli, palestrati, ricchi, di successo, ecc. Quasi che non esserlo o essere appunto brutti, poveri e sfigati sia una cosa terribile.

Tutti vogliamo essere persone migliori. Il problema è che abbiamo abitudini errate. Mindset terribili. Credenze senza senso. E una programmazione mentale che è un autosabotaggio continuo.

Nel momento in cui però risolviamo questi problemi, tenderemo naturalmente a migliorarci e crescere. Nessuno vuole essere un fallito o brutto o senza successo. E’ che molti pensano di essere sbagliati a prescindere o che il successo per loro sia impossibile quindi è inutile anche solo tentare.

Anche allenarsi in palestra se sei abituato a farlo e smetti starai veramente male. Ti sentirai più scarico, senza energie, svogliato. Magari ti torneranno dolori e fastidi. E il tuo umore peggiorerà. Oltre a vederti più brutto e con una carica ormonale minore, quindi anche sessualmente peggiorerai. Pertanto, raggiunto un certo punto, andare ad allenarsi sarà semplicemente fisiologico. Come il resto dei processi di automiglioramento.

Pertanto, se noi puntiamo a spendere il meno possibile. Se puntiamo a essere il “meno belli possibile”. Se cerchiamo di spendere il meno possibile in videogiochi o stimolazioni esterne di qualsiasi genere. Se anche cercheremo di farci pagare il meno possibile… sarà inevitabile, nel tempo, migliorarsi comunque. Sarà naturale anzi cogliere evidenti miglioramenti perché ci convengono e rifiutare le cavolate che sappiamo già essere soldi buttati.

E’ ovvio, se all’inizio togli quel bisogno spasmodico di spingere sempre e comunque, all’inizio i risultati, i soldi, i kg sul bilanciere, ecc. caleranno. Tuttavia, lentamente, torneranno a salire sempre più velocemente. Proprio perché avrai molto meno stress sulla necessità di performare a tutti i costi.

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Anche in palestra vedi persone tirare sempre PR su PR, andando sempre oltre il limite rischiando l’infortunio. A volte ha senso farlo in ottica agonistica, come lo facevano i bulgari, ma comunque per periodi limitati e sotto attento controllo di un personal trainer specializzato.

Tolte queste situazioni, ha molto più senso totalizzare molto più volume di lavoro qualitativo che tirare sempre fino alla morte. E anche il motivo per cui AIF identifica delle fasi come “stimolanti” e “rigenerative” proprio per non cucinare a morte l’atleta.

Pure in questo caso, cerchiamo di meno la felicità del record personale, del risultato fine a se stesso e invece cerchiamo molto di più la “legna”. Il lavoro a volume che verrà dimenticato. Quell’allenamento medio-importante che singolarmente non fa molto la differenza ma che sommato a tutti gli altri ci permette di tenere dei ritmi molto più alti. E che è molto poco istagrammabile perché sono “solo” 8 colpi al 70% di cui domani si dimenticheranno un po’ tutti.

Molti pensano che se hanno di fronte un soggetto che tende a cazzeggiare e a non fare una mazza, facendolo scaricare non farà nulla o quasi. Inizialmente magari si, perché non vedeva l’ora di scaricare. Il risultato invece però è che tutti diventeranno sempre più frustrati. Quasi ti supplicheranno di tirare di più, di salire con i carichi, di avere qualcosa di davvero sfidante. Perché rimanere sempre a un livello medio-basso non è divertente, anzi, è appunto di una frustrazione unica.

Poi ci sarà chi per qualche motivo è contento di stare lì, magari perché in quel momento della sua vita è focalizzato su altro e comunque spingerlo a crescere in un ambito dove non ha voglia ne senso di crescere sarebbe solo controproducente.

Elimina la sofferenza inutile

Potremmo riassumere questo capitolo con la Piramide di Maslow.

Maslow ha infatti individuato tutta una serie di bisogni che l’essere umano persegue nella vita. Da un livello base, ovvero il sesso, il sonno, l’alimentazione, ecc. a bisogni più alti e per certi versi secondari. Ovvero l’essere accettati, il non essere giudicati, ecc.

E’ naturale dunque che più abbiamo problemi effettivi in alcuni di questi settori, specialmente quelli bassi della piramide, più saremo infelici, tristi e scarichi a livello energetico. Più invece riusciremo a sistemare i vari settori più miglioreremo e staremo bene.

Come dicevo, non bisogna aver fretta di farlo o frenesia, però è un’ottima traccia da seguire per un miglioramento coerente. In questo senso capisci che comprarsi il nuovo paio di scarpe ha un suo senso. E potremmo metterlo nella casella “rispetto reciproco” se questo ci fa rispettare dai nostri pari. E potrebbe avere assolutamente senso farlo. Tuttavia, avrebbe senso solo se tutti i settori più sotto sono già stati risolti.

Puoi quindi comprarti un profumo nuovo? Certo, ma se non hai i soldi per mangiare non ha senso. Invece, se hai già risolto tutti i tuoi problemi e hai un ottimo stipendio, comprarti un profumo buono per fare una bella figura a lavoro o con l’altro sesso, potrebbe aver senso.

Il nostro lavoro dunque per crescere non sarà tanto quello di stressarci sempre di più bensì il contrario. Capire cos’è che ci toglie energia. Capire cos’è che ci stressa inutilmente, che ci danneggia, che ci rende infelici. O ci toglie soldi, benessere, salute.

In generale, in tal senso, le cose più utili su cui puoi lavorare sono:

  • Mindset e programmazione mentale. Se non hai accettato la morte di un tuo parente. Se ti senti in colpa per ogni cosa. Se la tua fidanzata ti umilia costantemente o persino ti picchia. Se non riesci a farti amare e sei single. Se sei facilmente manipolabile o ti arrabbi facilmente. Se a lavoro ti trattano come un idiota… ovviamente tutte queste cose ti faranno perdere tonnellate di energie. Risolvere i propri problemi interni e capire come migliorare la propria comunicazione darà un impatto clamoroso alla tua vita.
  • Salute e mobilità. Ne abbiamo già parlato come elemento fondante dell’allenarsi in palestra. Tuttavia se hai problemi di salute il tuo cervello continuerà a pensarci e a farti perdere energie continuamente per via del dolore. Prima risolvi questi problemi, prima smetti di avere un “rubinetto che perde” che lentamente ti drena sempre più energie.
  • Durata, timing e qualità del sonno. Dormire almeno 7 ore e mezza, meglio se 8 o 8 e mezza. Molti pensano che meno dormono più sono produttivi, in realtà anche qui torniamo all’idea contraria ovvero dello smetterla di stressarsi per niente. Andare a letto poi prima di mezzanotte ti migliora davvero tanto a livello di ricarica di energie per via di fattori ormonali. Inoltre, togliere luci o rumori o cose che abbassano la qualità del tuo sonno può davvero fare la differenza.
  • Dieta. Molti mangiano cose che non danno energia. E ti danno solo calorie vuote come le bibite zuccherate (coca cola, sprite, ecc.) oppure mangiano poche proteine all’interno della loro dieta e quasi solo carboidrati. Oppure mangiano davvero poco. Molti per paura di ingrassare non mangiano praticamente nulla. Per quello allenarsi pesante e muoversi può aiutarti ad avere molte più energie da spendere. Chi mangia troppo paradossalmente è quello messo meglio perché almeno ha tante energie. Anche se avrà tanto stress per via di un’autoimmagine negativa, difficoltà di digestione e fatica nel muoversi con troppi kg addosso.
  • Sesso e relazioni. Se la nostra relazione non funziona saremo sempre infelici. La nostra priorità è sempre quella di vedere il nostro partner il più felice possibile. Questo perché la sua infelicità presto o tardi impatterà sempre moltissimo su di noi. Anche il sesso, se non c’è o è di scarsa qualità, è un fattore che impatta moltissimo la qualità della nostra vita e la nostra relazione. Migliorarlo e sistemare i vari problemi annessi è quantomeno una nostra grande priorità. Anche in virtù del ruolo centrale che assume nella piramide di Maslow.

Come vedi infatti sono praticamente i punti che anche Maslow mette alla base. Più investi su questi ambiti, più velocemente la tua felicità aumenterà. E ti permetterà di riflesso anche di fare tanti soldi involontariamente.

Pertanto, se da un lato spendere soldi per cose inutili o cercare dei fattori esterni per la tua felicità non è conveniente, dall’altro lato è anche inutile avere sofferenza che non ti avvicina ai tuoi obiettivi. E, pertanto, va eliminata il prima possibile.

Manipolazione della sofferenza: fare la vittima

fare la vittima sempre e comunque

Chi non ha chiari questi concetti farà leva sulla sua programmazione errata di continuo. Al limite dell’imbarazzante. Quando fai palestra è una cosa che vedi davvero spesso.

Ommioddio sto soffrendo troppo, ommioddio non sai cosa ho passato. Omioddio questa scheda è troppo pesante. Ommioddio non sai quanto la mia vita sia triste e disperata. Omioddio sono in depressione. Vorrei solo essere felice e avere una vita bella e realizzata! E invece…

Il lamentarsi è un modo per istillare pietà in chi ascolta. Quasi a volerti dire: “oddio, davvero vuoi farmi questo? Davvero vuoi farmi soffrire così tanto? Sei davvero una persona terribile e infame”. Per farti sentire sbagliato e quindi portarti a calcare di meno la mano. Consciamente o inconsciamente.

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Per quanto detto scherzando potrebbe essere accettabile (magari dopo una scheda particolarmente impegnativa :-)) è un qualcosa che comunque porta l’altra persona a farsi una domanda: “sono davvero una cattiva persona? Forse sto esagerando?”. Pertanto, è un qualcosa che ti sconsiglio di fare in modo assoluto. Al massimo, se davvero una scheda è troppo pesante, puoi fare come un ragazzo che seguo: semplicemente dire che ha sentito molto pesante una certa sessione. Fine.

Tutto ciò avviene perché il cervello è programmato per evitare il dolore. Quindi a loro volta faranno di tutto per convincerti che sei una persona di merda se li fai soffrire. E che non vorranno più avere a che fare con te se gli farai questa cosa terribile.

Peccato però che se entri nella loro mentalità e accetti questo frame (frame in questo contesto vuol dire “cornice, contorno, mentalità che descrive questa persona”) non puoi fargli ottenere risultati. Proprio perché è solo tramite la sofferenza e, soprattutto, tramite l’aumento della soglia di sopportazione del dolore che si ottengono i maggiori risultati.

Questo si ottiene sia rimuovendo le cause delle sofferenza come abbiamo visto, ma anche esponendosi a sofferenze sempre più grandi creando degli adattamenti. Che è quello che fa anche la palestra. Ci sottopone a degli sforzi fisici e a un dolore sempre maggiore e il nostro corpo crea una struttura muscolare per riuscire a reggere e adattarsi allo stimolo.

Poi che questo adattamento sia “interessante” a livello estetico al nostro corpo non interessa.

Lo stesso vale anche a livello mentale, lavorativo e in qualsiasi altro ambiente. Come la corsa, il trattenere il respiro, la memoria, il ballo o qualsiasi altra skill tu voglia apprendere.

In questo caso dunque è fondamentale essere capaci di ignorare in blocco queste manipolazioni e mettere la persona di fronte alla realtà. Ovvero che senza sofferenza non otterrà mai nulla. E che quindi deve decidere: o cambia mentalità e ottiene risultati… o continuare a essere un perditempo. Nel senso di persona che fa finta di voler davvero cambiare ma perde solo tempo lamentandosi e non facendo davvero ciò che serve per un cambiamento vero.

Ha senso però non accettare una sofferenza e non migliorare? Certo. Nel caso in cui il nostro sistema sia troppo sollecitato e rischiamo la depressione o il suicidio… è giusto arrendersi e fare un passo indietro. In quel caso non sarà una manipolazione perché semplicemente basterà dire: “non ce la faccio”. O, come nel caso del ragazzo che seguo: “è troppo pesante”.

Il problema è che molti non riescono ad accettare di mostrarsi deboli, fragili, di non farcela o di deludere le aspettative di qualcuno che magari hanno preso come guida al pari di un padre o un familiare. Ma questo è un tema bellissimo… per un altro articolo 🙂

Diminuisci la sofferenza del tuo network

diminuisci la sofferenza del tuo network

La cosa che molti non comprendono è che la felicità del tuo network ti impatta direttamente. Tu alla fine non sei altro che la somma della felicità delle persone a te più vicine.

Se, per esempio, le persone ti odiano e pensano che sei un coglione montato… non avrai mai successo. Se le persone vogliono fotterti, distruggerti o persino ucciderti… la tua vita sarà irrimediabilmente compromessa.

Sono infatti molto interessanti i telefilm come Breaking Bad o Better Call Saul proprio perché vedi come le persone distruggano il loro network cercando di fregare le persone a loro vicine o addirittura uccidendole… e come questa cosa ha degli impatti catastrofici a cascata sulle loro vite. Perché, prima o poi, bisogna sempre fare il conto con le proprie azioni.

O il caso di Jeffrey Dahmer che ha ucciso e seviziato più di 17 persone. Prima di essere preso e, dopo aver compreso il motivo delle sue azioni, dichiarare: “Sono convinto che, se uno non crede nell’esistenza di Dio che gli chiederà conto delle sue azioni, allora perché dovrebbe comportarsi bene?”

Togliendo l’esistenza di Dio dall’equazione (che se uno crede va benissimo ma non è necessario), il punto è proprio questo. Ovvero: se non ti rendi conto che alla fine danneggiare il tuo network ti impatta direttamente… perché dovresti comportarti bene?

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Capendo questo tuttavia puoi anche capire il passo ulteriore. Ovvero che aiutare attivamente il tuo network ti impatta positivamente. Fare dunque azioni di carità, creare materiale gratuito per il prossimo, anche solo banalmente scrivere articoli gratis su Wikipedia avrà un riscontro positivo sulla tua vita.

Per questo nella guida base alla riprogrammazione mentale ho parlato a lungo del concetto di karma. Se immetti merda, odio e schifo nel tuo network, otterrai di rimando solo questo. E non riuscirai a costruire nulla nel lungo termine visto che vivrai letteralmente nelle sabbie mobili.

Per questo capire come alleviare il dolore e la sofferenza del tuo network e fare di tutto per non immetterne altra è fondamentale.

Mi capitano ogni tanto ragazzi che mi chiedono “la pillola magica” su come dovrebbero fare per essere felici. Poi guardi il loro network, il loro modo di porsi e la situazione a livello generale e ti rendi conto che anche facendo tutto perfetto gli ci vorrebbero mesi se non anni per controvertire la montagna di mer*a in cui si sono cacciati.

Per fare un esempio, basta guardare l’instagram di Mattia Ruta che è un tizio che ha fatto varie sponsorizzate in giro per instagram. La maggior parte dei commenti sono sostanzialmente insulti perché sta pubblicizzando corsi con il probabile intento di truffare chi li acquista (o quantomeno, così pare).

Prendere una persona così e controvertire la sua realtà in qualcosa di funzionale sarebbe un lavoraccio terribile. Proprio perché ormai si è costruito un’immagine così forte che scardinarla sarebbe veramente difficile. In questo Better Call Saul è bellissimo proprio perché si vede come Jimmy costruisce questa sua immagine auto-imprigionandosi sempre di più fino a non avere più scampo.

Lo stesso vale per ragazzi/e che magari hanno un rapporto molto conflittuale con i genitori e si odiano. E magari si insultano ripetutamente. Lo stesso vale per persone che magari si droga, spacciano o hanno attività illecite. Qualsiasi cosa danneggi il tuo network danneggia te stesso direttamente.

Lo stesso ancora vale per chi ha un background di povertà con molte delle persone che conoscono con un mindset precario, pochi soldi e forti atteggiamenti manipolatori. E’ inevitabile che una persona così, cresciuta da persone che di base fanno di tutto per fregare il prossimo o il “sistema”, farà molta fatica a dare valore al proprio network e “farlo funzionare”.

Viceversa fa anche un po’ sorridere chi viene da network ricchi e ripete il mantra “basta crederci e puoi farcela!”. Quando per loro il successo era già scritto essendo nati in dei network forti con mindset rinforzanti.

E’ dunque fondamentale capire come riuscire ad aiutare il proprio network e dare valore tangibile alle persone che conosciamo in modo da alzarne la qualità e poter scambiare molto valore con loro. Solo così riusciremo ad avere un processo a valanga in cui sia loro acquisiscono molto valore velocemente sia noi di rimando avremmo grandi miglioramenti, aiuti o soldi.

Inutile dire che “aiutare” il proprio network dandogli marujana andrebbe contro quanto detto in questo articolo. Viceversa, aiutare il proprio network insegnando come sistemare i loro problemi fisici (per dirne una) permetterebbe un reale miglioramento nella loro qualità della vita.

Conclusioni

Abbiamo parlato di varie azioni che puoi fare per migliorare la tua vita e il tuo network. E tu, quali stampelle hai e come potresti rimuoverle? Quali atteggiamenti potresti iniziare ad avere per migliorare te stesso, la tua vita o il tuo network? Quali sono invece gli atteggiamenti che ti stanno danneggiando o che danneggiano chi ha a che fare con te e come puoi fare per rimuoverli?

Rispondere a queste domande, in un foglio di carta o anche banalmente qui sotto tra i commenti, potrebbe darti un grandissimo valore. Pertanto, se hai tempo e voglia ti invito a provare a farlo 🙂

In bocca al lupo e alla prossima. Se non vuoi perderti i miei prossimi articoli, non dimenticarti di seguirmi su instagram 🙂