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mo sono ex anche io

La paura dell’abbandono influenza la maggior parte dei rapporti, quantomeno in piccola misura. In questo articolo andremo dunque a comprendere come eliminarla totalmente e come gestire chi ne è affetto ma per n motivi non possiamo togliergli questa paura.

Rimembro che non sono uno psicologo. Dovessi avere problematiche psicologiche, ti invito a consultare uno specialista in merito e a non rivolgerti a me.

Quando e perché nasce la paura dell’abbandono

perché uno ha poi paura di essere abbandonato

Quando siamo degli esserini piccoli e speciali appena nati non abbiamo alcuna paura di essere abbandonati. Ridiamo e scherziamo, inconsapevoli delle nostre problematiche.

Crescendo tuttavia cerchiamo di comprendere cosa è giusto e cosa è sbagliato. Nel farlo, potremmo iniziare a bloccare alcuni scenari. A ritenere totalmente inaccettabili e incomprensibili alcuni comportamenti. Fino a odiarli nel modo più assoluto.

Dobbiamo sempre ricordarci che l’odio non è altro che incomprensione. Meno riusciamo a comprendere i meccanismi mentali per cui qualcuno fa quello che fa, più lo odiamo. Sviluppando questo odio, troveremo dunque una giustificazione nell’abbandonare qualcuno al proprio destino.

Gli step sono dunque i seguenti:

  • trovo dei motivi razioni per giustificare l’odio per qualcuno o un suo atteggiamento.
  • mi convinco che questa persona sia cattiva / tossica / sbagliata.
  • pertanto mi convinco che sia giusto abbandonare una persona di questo genere.
  • parimenti, maturo una paura sempre maggiore di essere abbandonato/a dovessi avere questi atteggiamenti.

Esempi banali in ambito relazione che spesso portano all’abbandono possono essere:

  • giudicare il partner pesante o stressante o qualcuno che ha bisogno di molte attenzioni
  • tradimenti
  • mancata disponibilità al sesso. Spesso i maschi se gli viene negato il sesso perdono rapidamente interesse.
  • viceversa, non si danno abbastanza attenzioni al partner, quindi si ritiene giustificato cercarne un altro.

Ci sono naturalmente esempi peggiori (es: partner violenti, vendette pesanti, psicopatie importanti, ecc.), però quelli qua sopra sono i motivi più tipici. E’ ovvio che anche nel caso di esempi peggiori e anche terribili è possibile recuperare un soggetto e renderlo nuovamente funzionale.

Va detto che però che più la situazione è disperata, più sarà necessaria pazienza e investimenti economici per riuscire a supportare il cambiamento. Oltre a sopportare odio nei propri confronti finché quella persona risolve le sue problematiche.

E’ naturale che in molti casi può essere conveniente se non necessario contattare uno o più specialisti per supportarti nel cambiamento.

L’impossibilità di sbagliare

E’ un tema molto vicino all’iperproduttività. Nei social veniamo bombardati modelli e modelle ogni dove. Gente che ce l’ha fatta e ha i milioni. I macchinoni. Fa viaggi di continuo in posti bellissimi, ecc.

Sembra sempre che siamo solo noi gli sfigati sempre a casa, con 4 monete e pure con un partner che ci piace fino a lì. Che non ce la possiamo fare. Che non possiamo essere una star incredibile e avere finalmente successo.

Pertanto, molto spesso, quello che facciamo è cercare di massimizzare il più possibile quello che possiamo portare a casa. Cerchiamo sempre di andare oltre. Cerchiamo sempre l’affare impossibile. Il partner più ambito e impossibile da conquistare. Più è richiesto/a e voluto/a meglio è.

Arrivati a questo punto si arriva all’impossibilità di sbagliare. Il partner già ha molti dubbi su di noi, al minimo passo falso lo può usare per mollarci. Per finalmente smettere di investire tempo e denaro su qualcuno che è sostanzialmente una perdita di tempo.

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Praticamente mai mi è stato chiesto come fare ad aiutare un partner in difficoltà a migliorarsi e fargli un percorso di miglioramento per aiutarlo/a. Quasi sempre era il partner che “aveva voluto troppo” che sentiva l’odore del licenziamento nell’aria e che quindi era disposto a fare letteralmente di tutto per evitare il peggio.

Questo perché l’idea di sopportare un partner che è in difficoltà, aiutarlo, stargli vicino e addirittura investire economicamente per farlo migliorare è pura follia per il 90% delle persone. Specialmente per le donne, non perché siano cattive, ma banalmente perché hanno una scelta generalmente più ampia e quindi non ritengono di averne la necessità.

C’è inoltre un bias della società per cui la donna dovrebbe essere bellissima, mentre l’uomo un lavoratore di successo che fattura parecchio. Pertanto generalmente le coppie si allineano con lui che guadagna più di lei e che in un qualche modo compensa investendo denaro su di lei o nella coppia. Non è sempre così naturalmente, però avviene con un’incidenza generalmente maggiore e per molti è qualcosa di accettato.

Pertanto, per uscire da questa dinamica un po’ di cose da accettare potrebbero essere:

  • quella di poter essere il partner con il valore maggiore tra i due (es: Io, nome cognome, sono felice di avere un partner pessimo / Io, nome cognome, sono felice di sposarmi con l’uomo/donna peggiore che esista).
  • quella di poter supportare economicamente e quindi rallentare il proprio percorso di crescita per aiutare il partner (es: Io, nome cognome, sono felice di spendere tutti i miei soldi sul mio partner / Io, nome cognome, sono felice di peggiorare per aiutare il mio partner).
  • quella di rinunciare alle proprie libertà per rassicurare il partner (es: Io, nome cognome, sono felice che mi sia impedito di uscire con i miei amici / Io, nome cognome, sono felice di dare tantissime attenzioni al mio partner)

Generalmente, per chi è in questa situazione tendenzialmente il lavoro che faccio è cercare di trovare i difetti più semplici ed efficaci su cui lavorare e migliorare il soggetto. Facendolo migliorare molto in tempi brevi, si innesca la dinamica opposta. A un certo punto infatti smetterà di idealizzare il partner come “superiore” / “un affare” ma lo pareggerà se non lo supererà.

A questo punto, il soggetto avendo superato il partner dovrà essere lui a prendersi cura del partner e quindi aiutarlo/a a migliorarsi per pareggiare nuovamente.

Molto spesso la tentazione, avvenuto il sorpasso, sarà quella di proporsi per un partner ancora migliore del precedente avendolo ormai surclassato. E’ un po’ simile a chi cambia costantemente lavoro cercando di farsi pagare sempre di più. Quello che succederebbe però facendo così è che si tornerebbe ad avere terrore di “venire licenziati” perché nuovamente non siamo abbastanza per il nuovo partner.

Ma se peggioro per aiutare il partner non è che poi lui/lei mi molla?

Un esempio possiamo vederlo con Fedez e la Ferragni. Lei che nonostante i numerosi scivoloni di lui l’ha sempre “protetto”, mentre dopo l’errore (gigantesco) dell’adv della Balocco ha preso armi e bagagli e ha lasciato la moglie. Questo anche come manovra economica per staccare il suo marchio da quello della Ferragni che ormai stava colando letteralmente a picco.

Ecco, quello che dobbiamo tatuarci in testa è che non importa quanto la situazione è brutta e disperata, ma non ha MAI senso e non è MAI conveniente abbandonare una persona in difficoltà. E’ difficile da comprendere, accettare e soprattutto affrontare in certe situazioni particolarmente tragiche.. ma lo ripeto: non è mai conveniente abbandonare una persona in difficoltà.

A questo punto potremmo dirci: ok, però allora dovrei aiutare tutti quelli che sono per strada e dare tutti i miei soldi alla caritas e addio. Diciamo che è più vero il contrario.

Maggiore è il nostro valore e il nostro potere commerciale, più possiamo aiutare anche nodi remoti del nostro network. Questo perché con la nostra influenza direttamente o indirettamente possiamo riuscire ad aiutare milioni di persone. E’ sicuramente un obiettivo ambizioso, ma certamente non semplice.

Minore invece è il nostro valore, più dobbiamo concentrarci sui nodi più vicini del nostro network. Quindi in primis il partner e la nostra famiglia. Quand’è dunque che ha senso mollare il partner? Quando rimanere con il partner mina la nostra stessa incolumità e rischia di farci andare a picco se non suicidarci.

Quindi Fedez ha fatto bene? Non conosco bene la loro situazione, dipende da quanto psicologicamente il crollo della Ferry l’ha impattato. Se effettivamente non era per lui più sostenibile il rapporto e andava oltre le sue forze non ha fatto la scelta migliore, ma gli ha permesso di sopravvivere.

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In altri termini, lasciare il partner è un segno di debolezza. Non è MAI un segno di forza, per quanto molti vogliano sentirsi fighi per aver lasciato un partner che non ci merita.

Detto in un altro modo ancora, quando lasciamo il partner dobbiamo sapere che è una mossa svantaggiosa sia a livello personale, emotivo ma anche economico. Questo perché:

  • perderemo tutto l’investimento in primis emotivo (ricordi, affetto, eventuali figli, ecc.) ma anche economico fatto per far funzionare il rapporto.
  • entreremo in dinamiche per giustificare la scelta fatta come giusta e sensata. Pertanto, inizieremo a odiare il partner che ci ha lasciato. Magari convincendo anche i figli che abbiamo fatto bene. Innescando meccanismi negativi basati sull’odio che hanno l’effetto di danneggiarci sempre di più in modo esponenziale.
  • daremo il via a possibili vendette da parte del partner che vuole andare in pari con il dolore che gli abbiamo fatto. Personalmente non mi sono mai capitate cose realmente gravi, però sono successi vari episodi spiacevoli con le persone che amavo di più e che obiettivamente ho lasciato nei modi peggiori.
  • bisognerà poi ripartire da zero, cercando nuovi partner che potrebbero mal digerire il nostro comportamento precedente. E avranno paura che faremo lo stesso con loro. Più abbiamo uno storico di rapporti interrotti, minore sarà la fiducia nei nostri confronti.

In buona sostanza dunque, se il partner dovesse superarci in virtù del nostro investimento e cominciassi a farci sentire come un peso. Come sbagliati avremmo tutto il diritto di ridergli in faccia e ricordargli quanto abbiamo fatto per lui/lei e come la sua mentalità sia proprio il motivo per cui prima era così insicuro/a ed è ciò che ha reso il rapporto così difficile.

Il motivo per cui magari rischiamo di farci lasciare è perché abbiamo paura di essere un peso, più brutti, più poveri o sbagliati secondo una qualche metrica. Tuttavia, se c’è massima intenzione da parte nostra a migliorarci, a chiedere perdono e a non fare nuovamente questi errori, è totalmente sconveniente per il nostro partner che ci lasci.

Su tutte queste cose possiamo fare dei mantra per trovare gli scenari di cui abbiamo più paura ed eliminarli (es: Io, nome cognome, sono felice di essere un peso per l’amore della mia vita… oppure Io, nome cognome, sono felice di essere la peggior scelta per l’amore della mia vita, ecc.)

Il reale motivo per cui hai paura di essere abbandonato/a

il motivo reale per cui hai paura di essere abbandonato

Compreso dunque i motivi per cui è sbagliato abbandonare e per cui le persone hanno queste paure.. mettiamo un nuovo tassello. Abbiamo già parlato di network e di come i genitori e il partner siano degli elementi fondamentali dello stesso.

Tuttavia, se abbiamo un rapporto negativo se non pessimo con i nostri genitori, entreremo in una dinamica molto scomoda e spiacevole. Il partner infatti sarà l’unica persona che ci farà sentire amati, accettati e voluti.

Questa cosa è particolarmente deleteria. I nostri genitori infatti sono sempre le persone che hanno un maggior interesse a vederci felici e di successo. Questo perché ci conoscono dalla nascita, siamo una loro riproduzione, abbiamo gli stessi geni e quindi il nostro successo è anche il loro successo.

Vedendo i nostri genitori come degli investitori, sono le persone che hanno il maggior interesse a vederci felici e realizzati. Se non siamo capaci di convincere neanche i nostri genitori a volerci bene, a credere in noi e investire su di noi… siamo veramente in una situazione molto spiacevole. Perché molto difficilmente riusciremo a motivare altre persone a lungo nel fare lo stesso.

Il problema più grande è che ci sono genitori migliori di altri. Più ricchi o più poveri. Che hanno fatto di più per noi, altri che non hanno fatto granché se non nulla. Non è per tutti difficile in egual maniera e le difficoltà spesso sono molto diverse.

Tuttavia, ripristinare il rapporto con i genitori ha priorità assoluta proprio perché dobbiamo il prima possibile ricostruire quel “flusso di energia positiva” che deriva da avere due genitori che credono in noi, che ci amano, rispettano e investono sui loro figli.

In questo devo dire di aver avuto sicuramente una posizione privilegiata rispetto a molte persone che ho aiutato in passato. Per quanto sia vero che il matrimonio dei miei genitori è naufragato quando ero ancora alle medie, entrambi mi hanno sempre voluto molto bene nonostante tutta una serie di comportamenti miei disfunzionali, negativi e totalmente sbagliati. E hanno sempre creduto in me ripetendomi che avrei potuto raggiungere tutto ciò che avrei voluto.

La difficoltà con molti ragazzi è riuscire a fare in modo che i genitori anche solo gli dicano che gli vogliono bene. Che gli abbraccino. Che gli facciano sentire voluti. Che investano economicamente su di loro. Che gli dicano che sono bravi o che credano in loro. Che abbiano una buona parola a loro favore.

Perché per me è normale adesso avere dei genitori che mi vogliono bene. Perché sto facendo letteralmente di tutto per aiutarli, stargli vicino e supportarli per quanto posso.

E sto anche cercando di fare il più possibile quello che vogliono, raggiungendo i risultati che si aspettano da me.

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Frasi come “ti voglio tanto bene” o “sei davvero bravo, complimenti!” per me sono delle frasi normali che sento dai miei genitori. Non un qualcosa di utopico, che non succederà mai.

Per quanto anche solo qualche anno fa non era affatto così. Ed entrambi erano molto preoccupati per le mie scelte e il mio comportamento. Nonostante mi abbiano sempre supportato lo stesso e aiutato. In questo sono consapevole di essere stato molto fortunato e purtroppo non tutti hanno questa fortuna. E sistemare situazioni precarie non è sempre così semplice e immediato.

Tuttavia, è quello che ti mina di più. Perché per compensare l’affetto dei tuoi genitori farai cose stupide come cambiare partner uno dietro l’altro. Sviluppando un ego sempre più ipertrofico per cercare di farti amare dal prossimo e farti accettare, mostrandoti per ciò che non sei, nella speranza di elemosinare un po’ di amore e attenzione dagli altri.

In sintesi puoi fare questo check rapido:

  • I tuoi genitori ti dicono che ti vogliono bene?
  • I tuoi genitori ti abbracciano in segno di affetto?
  • I tuoi genitori investono economicamente su di te se è necessario?
  • I tuoi genitori ti dicono che sei bravo/a?
  • Il tuo lavoro / ciò che fai è approvato / ben voluto dai tuoi genitori?

Se la risposta è no anche a solo una di queste domande vuol dire che hai margine di miglioramento. Non sentirti sbagliato se così non dev’essere. E’ così penso per il 90-95% delle persone là fuori. Però lavorandoci e migliorando il rapporto puoi ottenere così tanto di più che non immagini nemmeno.

Gestire chi ha paura di essere abbandonato

gestire chi ha paura dell'abbandono

E’ comprensibile che gestire chi ha paura di essere abbandonato non sia sempre così semplice. In alcuni casi è un’autentica impresa.

Bisogna dunque:

  • comprendere l’origine della paura ed eventualmente sbloccare i relativi scenari.
  • comprendere i motivi per cui l’ex l’ha lasciato/a o ha lasciato/a l’ex e far comprendere al soggetto che è stato un atteggiamento sbagliato e controproducente. Altrimenti, cercherà di replicare quel pattern con noi.
  • comprendere il rapporto che ha con i genitori ed eventualmente aiutarlo/a a risolvere le problematiche che ha con loro e ripristinare un rapporto di affetto, rispetto e amore. Cosa potenzialmente non semplice e che potrebbe necessitare di consultare dei professionisti.

Questo è il piano “operativo” sul medio e lungo periodo. Nel breve periodo tuttavia dovremmo far fronte a queste paure e riuscire in un qualche modo a gestirle.

La prima regola è ricordarsi SEMPRE che noi non siamo sbagliati. E che se ci vuole lasciare o vuole far intendere che ci vuole lasciare è perché è il partner a essere in difetto, non noi. Minacce vuote da parte di chi ha paura di essere abbandonato sul fatto che ci lascia non devono scalfirci e cercare obiettivamente di comprendere quali sono le reali motivazioni.

Le minacce devono essere eliminate e cercare un dialogo. Per cercare di comprendere cosa dia fastidio al partner e come possiamo eliminarlo, risolverlo o trovare un compromesso rapidamente.

Dobbiamo essere pronti a limitare la nostra libertà, sapendo che uscire con gli amici o stare troppo tempo senza di noi potrebbe essere un problema. Migliore sarà il rapporto con i suoi genitori e con il suo network, meno ci sarà questa necessità.

Peggiore sarà il rapporto, più perderà energie rapidamente senza di noi fino ad andare persino in depressione per la mancanza di quello che è un elemento fondamentale del suo network e forse persino l’unica persona che lo/a ama.

Limitare la propria libertà non è dunque una strategia vincente nel lungo periodo, lo è il sistemare il network del soggetto, ma nel breve periodo può aiutare a limitare i danni e cercare di rendere più gestibili le problematiche.

Far sentire sbagliata l’altra persona perché sta male, è triste o comunque ci impedisce di fare determinate cose renderà solo le cose peggiori. Minacciare di lasciarlo/a, insultarlo/a o comunque qualsiasi atteggiamento di odio renderà solo le cose peggiori.

In tal senso dovremmo essere anche disposti a sopportare eventuali “vendettine” fatte solo perché non abbiamo dato attenzioni a un soggetto con queste paure. Come l’aver scritto ad altre persone solo per avere un po’ di attenzioni. Oppure averci fatto ingelosire in vari modi.

La gelosia spesso viene usata per mascherare l’insicurezza di chi ha paura dell’abbandono. Per farci credere che il soggetto sia ambito e voluto, invece che insicuro e con problemi relazionali.

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E’ importante dunque essere consapevoli che essere gelosi è normale, fisiologico e anzi totalmente comprensibile. Cascare nella trappola del sentirci sbagliati perché gelosi è l’inizio della fine. Questo naturalmente se si tratta di comportamenti fatti ad hoc per farci sentire gelosi e avere da noi una reazione che tranquillizzi il partner che ha paura che abbiamo perso interesse.

La gelosia insensata invece è tipica di chi ha paura di essere abbandonato. Perché è consapevole di non venire amato/a dal proprio network e quindi si chiede perché noi stiamo facendo un qualcosa che nessun altro sta facendo. Che motivi o secondi fini abbiamo.

Anche qui far sentire sbagliato il partner per la sua gelosia non conviene. Come non conviene dirgli/le che non dev’essere geloso, altrimenti farà comportamenti ad hoc per farci sentire gelosi. Bensì ha senso chiedere come mai sia stato male e cercare di limitare la nostra libertà temporaneamente per venire in contro alle sue insicurezze e aiutarlo/a nel percorso.

Purtroppo in un articolo è difficile andare a esaminare tutte le possibilità e i comportamenti possibili, tuttavia è chiaro come il percorso di risoluzione del problema sia limpido e tracciato: ripristinare comportamenti funzionali che portano a un rapporto positivo con i genitori e i familiari.

Conclusioni

Spero dunque di averti dato una panoramica di questa problematica. E di averti dato un’idea dell’approccio corretto che dovresti seguire e un po’ di strategie per limitare i danni nel breve e nel lungo periodo.

Nuovamente ti invito a rivolgerti a uno specialista laddove ne sentissi la necessità, a seguirmi dovessi trovare questi articoli interessanti e, soprattutto, ti do un forte abbraccio nella speranza che più persone smettano di lasciare o ghostare per motivi insensati ma cerchino di farsi forza nell’aiutare il partner in difficoltà per creare relazioni durature, positive e dove l’amore e il rispetto sono elementi fondamentali.