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Io e un mio caro amico alle prese con la prima versione del .systema.

Ricordo che non sono uno psicologo. Ho utilizzato questa tecnica su di me e alcuni soggetti selezionati ed è stata particolarmente efficace. L’ho creata a partire da ragionamenti miei nati da lezioni di improvvisazione teatrale e dai concetti sulla produttività precedentemente esposti.

Non è nata per “curare” patologie o traumi. L’obiettivo è avere una mentalità più fluida e pronta ad accogliere qualsiasi scenario senza blocchi o giudizi morali. Dovessi aver necessità di cure e/o di uno psicologo, ti invito a contattare personale specializzato nel trattare le tue problematiche.

Non garantisco alcun risultato e allo stesso tempo ti prendi piena responsabilità per qualsiasi azione che potresti intraprendere dall’uso di questa tecnica su te stesso o altre persone.

Questa a mio avviso è in assoluto la tecnica di estrazione dei ricordi più forte che puoi utilizzare. Oggi vedremo perché, come utilizzarla e soprattutto… perché non la uso più 🙂

Ai tempi la battezzai: .systema. Questo perché mi piaceva questa definizione relativa al corrispondente metodo russo:

Systema è nato per sviluppare velocemente grandi capacità in campo bellico, perciò si è cercato di abbreviare il più possibile il processo di adattamento al combattimento, in modo che il singolo individuo possa sviluppare coordinazione e sensibilità necessarie e sufficienti a permettergli di gestire le più svariate situazioni, invece di fornire una vasta serie di tecniche tra le quali trovare quella più efficace per sé.

L’obiettivo dunque non è quello di insegnare cose da memorizzare, ma avere una tecnica il più possibile “a pillola magica” che permetta grandi miglioramenti impattanti in un brevissimo tempo (1-2 giorni di lavoro). Con l’obiettivo di non creare sovrastrutture ma di eliminare i problemi alla radice.

Questa cosa naturalmente ha anche dei lati negativi, di cui parleremo alla fine.

Fare “il .systema” voleva dunque dire utilizzare questa tecnica con me come driver. Parlo al passato perché non la uso più, non la faccio più e non la rifarò in futuro.

Perché però dovrebbe interessarti? Ebbene, nell’ambito della riprogrammazione mentale, abbiamo già visto la tecnica del Big-T per trovare dei mantra da una situazione specifica.

Quello che resta da capire è… come posso trovare degli scenari particolarmente impattanti che mi permettono di liberare parecchi blocchi mentali rapidamente?

Sappiamo infatti che una base di verità disfunzionale ci porta via moltissima produttività e quindi energie da spendere. Questo, di rimando, ci può impedire di innamorarci, ci rende molto meno attraenti e ci porta anche a fare molti meno soldi.

Questa tecnica è dunque il modo più veloce per estrarre la base di verità da un soggetto in modo da poterci lavorare e risolvere i problemi cardine che minano la sua produttività. E anche la sua felicità. Motivo per cui è particolarmente efficace. Portando anche a dei risultati strabilianti in alcuni casi.

Premesse fondamentali

concetti base fondamentali

Faccio un recap delle premesse fondamentali per far funzionare questo metodo, altrimenti è tempo sprecato.

  • Serve avere una buona routine di rilassamento quotidiano. Peggiore è il tuo comportamento, minore saranno i risultati e meno ti impatteranno.
  • Serve rilassarsi prima di effettuare questa tecnica nel modo maggiore possibile. Qui ho spiegato come andare al massimo delle proprie potenzialità attuali.
  • Serve credere che questa tecnica effettivamente funzioni. E, se la fai con qualcuno, avere totale fiducia in chi guida. Mi è capitato più volte di non riuscire neanche a iniziare a farla con alcuni soggetti perché era palese che non riponevano sufficiente fiducia in me per farla. Con altri invece mi è capitato di non estrarre proprio nulla perché appunto non si fidavano di me.
  • Bisogna avere buone capacità di immaginazione e una buona capacità nel vivere e immaginare le proprie emozioni. Altrimenti purtroppo questo metodo non funziona.
  • Aver dormito e avere buone riserve di energia essendo una tecnica molto impattante se fatta con la routine di rilassamento e focalizzazione per qualche ora. Si può fare anche per meno anche se ovviamente funziona meno.

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Per dire quanto impattano queste cose, con un soggetto particolarmente predisposto è bastato dirgli di visualizzare suo papà in uno stato di profondo rilassamento ed è scoppiato a piangere a dirotto. Questo perché aveva come mentalmente costruito un muro dopo la morte del padre. E quando l’ha visto lì di fronte a lui con la mente, vivido e chiaro, ha spontaneamente rilasciato tutto quello che aveva dentro.

Parliamo tuttavia di una persona che faceva quotidianamente anche più di 30 minuti di meditazione. Si possono ottenere risultati anche con routine peggiori, ma naturalmente più si peggiora meno sono i risultati.

Come si svolge la tecnica

svolgere la tecnica

Dopo la prima parte iniziale in cui si procede alle tecniche di rilassamento immediato del soggetto (si può fare anche autonomamente, ma supponiamo ci sia una persona che guida e un soggetto esaminato).

Immaginiamo dunque che il soggetto sia in una visualizzazione e si immagini di essere in una stanza, realisticamente seduto. Su una sedia, divano o quello che preferiamo, l’importante è che sia comodo e rilassato.

Naturalmente questa tecnica si può fare anche senza il rilassamento iniziale, ma i risultati saranno meno importanti. E si focalizzaranno su eventi più recenti e coscienti, sicuramente non su episodi dimenticati.

A questo punto, si sceglie un soggetto da andare ad esaminare. Normalmente quelli più impattanti sono:

  • mamma o papà
  • fratelli o sorelle
  • fidanzati/e o ex fidanzati/e
  • te stesso
  • te stesso da piccolo
  • eventuali parenti rilevanti nella vita del soggetto

Questo perché, come abbiamo detto nel post sulla produttività, sono normalmente i nodi più importanti del nostro network. Pertanto la loro analisi e risolvere eventuali problemi è quello che impatta di più a tutti i livelli sulla nostra vita.

Immaginiamo dunque che il soggetto scelto sia il papà, per prenderne uno casualmente.

A questo punto, con il soggetto rilassato, il driver (o un eventuale audio preregistrato) enuncia quanto segue:

Quando sei completamente rilassato.. Visualizzi tuo padre. Vedi il suo viso, i suoi occhi.. I suoi capelli.. Le sue labbra.. Le sue mani.. Il suo vestito..

..e lo vedi mentre entra nella stanza. Quando si è fermato mi dici ok.

A questo punto si aspetta che il soggetto finisca di immaginare il soggetto e che gli dia dei connotati. A volte questi connotati sono parecchio rilevanti (a volte vedi un mostro oppure vedi dei vestiti particolari che ti aiutano a identificare come il soggetto vede chi si sta analizzando).

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Fatto questo, si procede così:

Adesso voglio che ti concentri sulla sensazione di dolore, odio, ira, rancore, frustrazione, senso di colpa, angoscia, schifo, disgusto, senso di inferiorità, senso di incompletezza, ingiustizia, bisogno, mancanza, ossessione, abbandono, perdita, gelosia, vergogna, invidia che puoi aver provato per tuo papà o a causa sua.. e se c’è qualche azione, episodio o avvenimento di cui vuoi parlare con lui, lo puoi fare.

Ora, la lista delle possibili emozioni negative è volutamente piuttosto lunga. Generalmente ne dicevo magari 4 o 5. Tanto questa parte verrà ripetuta varie volte al fine di estrarre più ricordi possibile. A ogni iterazione basta cambiare qualcuna di queste parole in modo da evocare ricordi diversi.

La parte più difficile è trascrivere quanto detto dal soggetto sul momento. Io sono particolarmente veloce a scrivere, ma facendolo da soli (o se non sei così veloce) puoi utilizzare un registratore e poi trascrivere quanto detto.

Fatto questo più volte, si arriverà al punto che il soggetto ci dirà che non gli viene più in mente nulla.

Nota: se già solo leggendo lo script precedente hai pensato qualcosa del genere “oddio, sicuramente su parente x o y avrei un sacco di cose da dire” significa che questa tecnica per te sarebbe decisamente efficace. Se invece faresti fatica a dire qualcosa su parenti, ex, ecc… allora probabilmente potrebbe esserti meno utile.

A questo punto, possiamo procede con l’estrarre i ricordi positivi. Il tutto utilizzando uno script abbastanza simile:

Adesso voglio che ti concentri sulla sensazione di felicità, amore, gioia, eccitazione sessuale, serenità, pace, tranquillità, senso di completezza, gratitudine, distensione, benessere che puoi aver provato per tuo papà o a causa sua.. e se c’è qualche azione, episodio o avvenimento di cui vuoi parlare con lui, lo puoi fare.

Fatto questo, l’estrazione dei ricordi è completata. E si può invitare il soggetto a riaprire gli occhi con i suoi tempi.

Considerazioni

un ottimo driver è fondamentale

La procedura è tutt’altro che veloce e semplice. Infatti le iterazioni sono potenzialmente molte. Inoltre, a volte servirà incoraggiare il soggetto facendo domande e interessandosi al racconto per aiutarlo ad entrare nel dettaglio e ad aprirsi sulla tematica che vuole affrontare.

Naturalmente non basta estrarre i ricordi. Fatto questo bisognerà dunque utilizzarli con la tecnica del Big-T uno alla volta per poi estrarre i vari mantra correlati.

La difficoltà spesse volte è proprio questa. Nelle varie esercitazioni fatte con gli studenti, spesso non si è abbastanza “cattivi” nel trovare scenari “scomodi” da affrontare e difficili da digerire. Più è esperta la bussola più questa tecnica sarà efficace. Si può fare anche da soli, però diventa molto complesso visto che non si ha un modello di riferimento che sa qual è il frame corretto rispetto a quanto estratto.

In altri termini questa tecnica è uno strumento. Se hai un driver capace fa molto la differenza. Se lo fai da solo ti può aiutare comunque molto. Se lo fai con un driver incapace potrebbe essere un problema.

Esempio pratico

esempio pratico con una madre e un figlio

Prendiamo questo stralcio decontestualizzato di un mio caro amico (non sono ne io ne il ragazzo del video sopra :-)) per poterlo analizzare. Questo è un esempio di un piccolo pezzo di una trascrizione generata con questo metodo. Il soggetto di riferimento in questo caso è la mamma.

E’ naturale che se questo racconto è distante dal tuo vissuto, gli esercizi proposti potrebbero non avere alcun effetto su di te. E’ solo un esempio.

Ti voglio bene anche se non te lo dico quasi mai e non lo dimostro con le azioni. Altre volte non te lo dico in genere, alle volte ti odio in modo atroce. Secondo me hai un po’ buttato via la tua vita.

Questo in genere non te lo dico perché immagino che reagiresti male.

Mi rompe il cazzo quando mi dai i consigli dato che non hai ottenuto nulla dalla tua vita o comunque niente che io voglio ottenere. Tutte le cose che fai per me sono tutte stronzate atroci.

Penso di volerti bene, tanto. Ma è soprattutto una maschera sociale, visto che mi mantieni economicamente. Tolta questa parte penso che non me ne fregherebbe più di te.

Mi piace quando ridi e sei felice. E’ un peccato che tu lo sia così di rado. Forse secondo te è colpa mia.

Ti odio perché da bambino non mi hai mai preso i videogiochi per colpa delle tue fisse. E non capisci un cazzo. Ti odio perché mi hai passato delle fisse che cerchi di farmi rispettare. Metti via tutto anche cose non usate. Quando vai a fare shopping spendi più di quello che ti serve.

Vorrei che fossi di nuovo giovane. Vorrei che non ti fossi messa con mio padre. Perché secondo me non state bene assieme.

Quando diventerai vecchia avrai bisogno di cure. Non ti seguirò e non mi interessa se ti sentirai abbandonata. Sono cazzi tuoi. Mi sentirò in colpa ma amen.

Tanto non vedi le cose belle che hai.

Non c’era alcun progetto dietro quando hai avuto me. Sono nato senza motivo. Avete fatto una cosa come degli animali del cazzo. Mi avete sobbarcato più sofferenza che piacere. Lo facevano anche gli altri e per una scelta del cazzo avete avuto me.

Già solo buttare fuori questi pensieri ha un effetto di scarico a livello mentale. Tuttavia, a noi interessa utilizzarli per trovarne degli esercizi per eliminare le relative problematiche.

Distruzione dei ricordi

distruzione dei ricordi

Un ricordo lo ritengo “distrutto” (o, meglio, “destrutturato”) quando il suo impatto a livello emotivo è zero.

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Lo ricordiamo in modo chiaro e nitido se per noi è stato importante, però non ha più alcun impatto sulla nostra esistenza.

Nel caso specifico non stiamo parlando di un avvenimento particolarmente traumatico. Anzi, non c’è neanche un evento specifico. E’ solo un’insieme di mindset elencati associati alla madre che vanno decostruiti. Questo per dire che questa tecnica si può usare con moltissimi eventi anche apparentemente normali.

Sostanzialmente, si applica la tecnica del Big-T al pezzo di testo trovato.

Diamo velocemente un esempio prendendo un pezzo del testo precedente.

Ti voglio bene anche se non te lo dico quasi mai e non lo dimostro con le azioni. Altre volte non te lo dico in genere, alle volte ti odio in modo atroce. Secondo me hai un po’ buttato via la tua vita.

Questo in genere non te lo dico perché immagino che reagiresti male.

Partiamo con il dire che questo livello di onestà è tipico di uno stato di rilassamento profondo. Con un rilassamento minore si tende a “smussare” gli angoli. A non dire la verità in faccia. A girare intorno ai concetti. Rendendo il tutto molto più complesso da gestire.

Questo pezzo iniziale ci fa comprendere che il soggetto ha difficoltà ad esprimere affetto. Come ha difficoltà con la mamma similmente ce l’avrà con un partner.

In linea generale prova affetto per la mamma, ma trova tutta una serie di motivi razionali per giustificare il suo odio nei suoi confronti e giustificare il suo futuro abbandono quando lei avrà bisogno di lui. Ci sarà dunque poi da decostruire anche la paura dell’abbandono, che tratteremo in un articolo dedicato.

Tendenzialmente questa cosa porta ad avere una persona che è portata ad avere relazioni seriali.

Inutile dire che questa mentalità sta minando alla base i pilastri cardine della produttività. Rendendo infelice sua mamma sta minando alla base il suo network impedendosi pure se stesso di essere felice.

Inoltre, ha paura di dire queste cose alla mamma per timore che lei ne soffra. Questo spiega che la mamma magari non si sente adeguata come mamma nei suoi confronti e per questo lui evita il confronto. Evitare il confronto però impedisce sia a lui che a lei di migliorare.

Già qui possiamo dunque trovare un sacco di elementi su cui lavorare. Volendo scendere al livello di mantra avrei suggerito i seguenti mantra e poi cercato di trovare eventuali derivazioni:

  • Io, nome cognome, sono felice di dire sempre a mia mamma che le voglio bene
  • Io, nome cognome, sono felice di dimostrare sempre a mia mamma che le voglio bene
  • Io, nome cognome, odio dire a mia mamma che le voglio bene
  • Io, nome cognome, odio dimostrare a mia mamma che le voglio bene

Provo dunque a “indagare” entrambi gli scenari. Probabilmente il primo sarà quello più bloccato e che necessiterà più lavoro.

  • Io, nome cognome, sono felice di avere la mamma migliore del mondo
  • Io, nome cognome, sono felice che mia mamma abbia fatto sempre il massimo per me
  • Io, nome cognome, sono felice di dire a mia mamma che è la migliore

Molto spesso viviamo in un eterno voler di più. Non è mai abbastanza, i nostri genitori dovevano fare di più, hanno mille mancanze e fanno schifo. Questo lede la nostra produttività e la nostra felicità perché viviamo perennemente nel senso di colpa. Come abbiamo visto nel post sull’iperproduttività, ognuno fa il massimo che può fare in un dato momento. Se vogliamo di più dobbiamo aiutarlo/a, farlo/a sentire in colpa peggiora solo le cose.

  • Io, nome cognome, sono felice che mia mamma abbia buttato la sua vita
  • Io, nome cognome, sono felice buttare la mia vita peggio di mia mamma
  • Io, nome cognome, sono entusiasta delle scelte di vita di mia mamma
  • Io, nome cognome, sono felice di supportare ogni scelta di vita di mia mamma

La mamma in questo caso potrebbe aver preso delle scelte infelici che hanno impattato direttamente il soggetto. Tuttavia, andarle a giudicare e farla sentire sbagliata per questo riducono la produttività (e quindi l’autostima e la felicità) sia della madre che del figlio. Come abbiamo visto nell’articolo sull’iperproduttività. Pertanto questi mantra servono per andare a sbloccare questa problematica.

Aggiungerei anche:

  • Io, nome cognome, sono felice che mia mamma reagisca malissimo a tutto ciò che le dico
  • Io, nome cognome, sono felice che mia mamma sia entusiasta ai miei feedback negativi
  • Io, nome cognome, sono felice che mia mamma sia infelice quando le dico cosa penso di lei
  • Io, nome cognome, sono felice che mia mamma sia felice quando le dico cosa penso di lei

Non cercare il confronto, specialmente quando può rendere felice un membro del team, è una delle 5 disfunzionalità dei team che porta a un blocco a livello di crescita del team. Per cui questi mantra servono per lavorare su questo fattore.

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Potremmo andare avanti ulteriormente naturalmente, però l’articolo diventerebbe di svariate pagine 🙂 quindi per ora ci limitiamo a dare questo esempio.

L’obiettivo dunque è arrivare al punto che il soggetto riesca ad accettare la sua realtà, capirla e avere un piano azionabile per sistemare i problemi per tornare a essere felice e andare d’accordo con le persone chiave del suo network.

Lati negativi di questa tecnica

Ci sono svariati motivi per cui non la utilizzo più e non la utilizzerò più in futuro.

Da un lato è veramente molto potente perché in uno stato molto profondo andiamo a chiedere al cervello di evocare emozioni con un riferimento tangibile. Questo permette di estrarre numerosi ricordi su soggetti predisposti.

Dall’altro lato però:

  • se il soggetto non è predisposto, non si fida di noi o, banalmente, non ha dormito granché… il tutto potrebbe non funzionare oppure funzionare poco. Non potendo essere certi al 100% della riuscita della tecnica, diventa anche difficile capire quando proporla considerato i costi ingenti in termini energetici sia da parte di chi guida sia del soggetto.
  • alcuni hanno un buon rapporto con i genitori o i relativi parenti. Per loro questa tecnica risulterebbe scarsamente efficace. Chi invece ha un pessimo rapporto con i genitori avrebbe bisogno di ore e ore di lavoro. Riuscire a fare un “preventivo” a priori è decisamente difficile.
  • a livello energetico è particolarmente dispendioso da parte del driver. Questo implica che i 2-3 giorni precedenti bisogna aver dormito a sufficienza. E una volta finito si è distrutti. Sia chi guida sia chi viene guidato.
  • si può fare solo una persona per volta. Pertanto questo aumenta enormemente i costi di realizzazione. Si potesse fare con, per dire, 20 persone contemporaneamente se anche un 5% non funziona impatterebbe molto di meno.
  • bisogna fidarsi molto del driver. Spesse volte si dicono cose decisamente poco socialmente accettabili, se non addirittura segreti profondi. E’ un attimo che dirli alla persona sbagliata può dare a quella persona la possibilità di ferirci e farci del male.
  • non tutti vogliono la pillola magica. Alcune persone sono sommerse dai problemi, però sono disposte a pagare e sono coscienti magari solo del 5% dei loro problemi. Proporre una soluzione “o tutto o niente” per alcuni è esageratamente dispendioso. E’ capitato alcune volte infatti che alcuni ragazzi si dimostrassero entusiasti solo dopo una piccola parte del programma visto che avevano già risolto i problemi che più li pressavano e non volevano risolverne altri.
  • sembrando una pillola magica, non si è portati a voler ripetere questa tecnica. Tuttavia, facendola nuovamente a distanza di mesi o anni si potranno estrarre ricordi totalmente diversi. Questo perché potrebbero maturare problemi nuovi dopo un cambio importante di prospettiva. Problemi che precedenti non esistevano visto che non ci si era mai comportati in quel modo nuovo. Spesso dunque c’era un grande miglioramento per poi stallare e rimanere bloccati su nuovi problemi.
  • potremmo avere una problematica ma non avere un episodio o un qualcosa di associato ad essa. Per esempio, potremmo odiare il grasso e non avere alcun evento o episodio associato allo stesso. Questa tecnica potrebbe quindi estrarre dei problemi tra quelli più sentiti ma lasciarne molti in sospeso che comunque ci impattano negativamente.
  • è terribilmente palloso per il driver. Il soggetto si diverte un sacco mentre visualizza e si sfoga. Il driver invece deve ripetere lo stesso testo varie volte senza avere una parte attiva.
  • il risultato spesso è un listato enorme di mantra. Il che implica poi dover stare anche lì con il soggetto a farglieli fare (sennò non li fanno da soli a casa). Ciò è palloso per chi lo fa e allo stesso tempo se non sa visualizzare bene anche meno efficace rispetto ad altre tecniche.

Pertanto, questa tecnica è in assoluto la più efficace per estrarre ogni minima problematica. Allo stesso tempo però, non può essere commercializzata perché non scala, costa troppo e ci sono tecniche che funzionano un po’ meno ma più adatte per un mercato consumer.

A furia di fare estrazioni infatti ci si accorge di una cosa abbastanza ovvia:

  • l’80% delle problematiche sono comuni a quasi tutti i soggetti. Mi è stato possibile individuare dunque un “set di problematiche tipiche” e quindi avere già un’idea chiara di cosa si deve andare a sistemare mediamente.
  • il 20% delle problematiche specifiche nella quasi totalità dei casi sono poco impattanti nella vita del soggetto. Quindi se anche non vengono risolte normalmente la differenza c’è ma non abbastanza da giustificare i costi di questa tecnica.

Versioni commerciali di questa tecnica

parliamo della declinazione commerciale di questa tecnica

Aggiungo questo capitolo per chi può interessare qualche considerazione di natura “commerciale”. Potete saltarlo se vi interessa solo come funziona la tecnica in se.

Una versione dunque più “commerciale” di questa tecnica è quindi quella di preparare tutta una serie di audio con delle visualizzazioni all’interno.

Queste visualizzazioni devono avere lo scopo di indagare uno o più scenari, meglio se conflittuali, su una determinata tematica.

L’idea è dunque quella di far viaggiare il soggetto immaginando appieno questi scenari. Per esempio, nel caso di sopra, uno scenario in cui abbraccia la madre e le dice che le vuole bene. E che si prende totalmente cura di lei. E poi, possibilmente, anche uno scenario opposto. Risultando freddo, distaccato e infelice.

Questo permette dunque al soggetto di fare automaticamente i mantra senza dover ripetere frasi noiose, ma in modo molto più divertente e interattivo. Oltre a garantire un maggior livello di immersione.

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Tuttavia, richiede un discreto tempo per la preparazione di questi audio e supporto attivo nello svolgimento degli stessi. Il vantaggio davvero grande è che è possibile farlo in gruppo, abbattendo i costi.

In buona sostanza si riesce a ottenere l’80% di quello che si riuscirebbe a ottenere con questa tecnica, però in modo più divertente e con costi sostenibili.

L’unico problema è che bisognerebbe sostenere dei costi importanti (in termini di tempo ed energie) sia nella realizzazione degli audio che nel supporto dei partecipanti, motivo per cui non organizzerò workshop gratuitamente (e neppure a pagamento) sul tema. Diventerebbe un lavoro full-time.

Viceversa la tecnica del .systema originario essendo più “semplice” come concetto, può essere replicata anche in autonomia “autocostruendosi” degli audio e facendo i mantra “a mano” alla vecchia 🙂 è la pietra miliare su cui si fonda tutto, pertanto per lo studente volenteroso può essere più che sufficiente.

E’ naturale che senza un driver si è meno capaci di analizzare i propri schemi mentali. E allo stesso tempo, dover mandare avanti l’audio o cambiare traccia ti fa perdere parte del rilassamento. Ed è anche palloso mettersi lì con il registratore. Però ai tempi lo feci esattamente così su me stesso e funzionò alla perfezione.

Una via intermedia che ho usato anche varie volte, è quella di partire con lo script per poi interpretare il padre o la madre o comunque l’obiettivo della visualizzazione e interagire attivamente con il soggetto per portarlo a sbloccare in questo modo eventuali problematiche.

Normalmente questo approccio risulta più divertente e più efficace rispetto al fare manualmente i mantra, tuttavia è ancora più dispendioso in termini di energie. E ha tutte le limitazioni viste in precedenza.

Il sogno, in un futuro molto lontano, è fare un’app che possa contenere tutti questi audio e che possa fornirli all’utente a seconda delle sue necessità aiutandolo alla trascrizione di eventuali dialoghi che si creano. Inutile dire che il costo di realizzo sarebbe davvero alto.

Conclusioni

Sono molto felice di scrivere queste conclusioni in quanto, a mio avviso, mettono la parola “fine” alla lista di quelli che sono gli articoli fondamentali riguardo la mia visione sulla riprogrammazione mentale.

Da qui in poi ci saranno al massimo articoli su delle paure o problematiche specifiche e serie di mantra (o eventualmente audio). Articoli che sono delle elaborazioni ulteriori su quanto già detto, ma gli strumenti centrali ormai li abbiamo già visti tutti.

Questa tecnica mi ha dato davvero innumerevoli soddisfazioni e grandi risultati, spero che lo stesso valga per te e che tu possa servirtene per migliorare notevolmente la tua vita e quella dei tuoi cari.

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