Seleziona una pagina
raggiungi il tuo lavoro dei sogni

Facendo un’analisi generale della maggior parte dei ragazzi che ho seguito negli anni il 90% aveva come “sintomo” il fatto di non riuscire a realizzarsi nel lavoro o, peggio, avere gravi difficoltà nel trovare un lavoro o persino tenerselo.

In questo articolo dunque andiamo a vedere i passaggi chiave per trovare un lavoro che davvero ti appassioni e, soprattutto, come tenertelo e farti pagare tanto per svolgerlo.

Nota importante: attualmente il mio lavoro mi piace moltissimo e stimo tantissimo i miei colleghi. Quindi non c’è alcun riferimento a loro in questo articolo. La maggior parte dei comportamenti negativi che analizzo sono cose che ho sbagliato io in passato e che mi sono reso conto di non funzionare. Probabilmente anche qualche mio collega in passato ha avuto atteggiamenti simili, ma ciò è totalmente irrilevante. Se sei uno di quelli… beh! Probabilmente ho fatto di peggio, quindi in caso scusami! 🙂

Fai soldi con le tue passioni: una cazzata?

Il problema grosso è che se guardi materiale online troverai un sacco di cazzari che sostanzialmente ti consigliano di crearti un blog, un canale YouTube o fare i corsi su Udemy o chissà cosa e fare i soldi con le tue passsssioni. Per poi cercare di rifilarti il solito corsaccio di marketing fatto male se non peggio.

Ora, avere un blog o un canale YouTube non è male in senso generale, anzi per molti versi può essere una cosa utile, ma prima di renderlo profittevole dovrai metterci tu un sacco di soldi come investimento. Anni e anni a creare contenuti su contenuti. Blog e canali creati e buttati giù da zero un’infinità di volte prima anche solo di avere una vaga idea di come creare un contenuto decente.

Pertanto, se attualmente guadagni meno di 1500€ netti al mese, direi che la tua priorità non è fare i soldi con le tue passioni ma bensì riuscire ad avere un flusso entrante di denaro di almeno 500-1000€ in più. In modo tale da foraggiare qualsiasi altra attività tu voglia intraprendere.

E l’Ikigai? Cazzata pure quella??

Ok ok, Big Luca e Alfio Bardolla per ora li mettiamo da parte… ma cosa ne pensi di questo bellissimo Ikigai? E’ anche un concetto giappo che fa fiko, dai secondo me è utile!

Ikigai per cercare il lavoro della tua vita

Concettualmente come cosa potrebbe anche avere un minimo senso, poi però nel pratico se lo vai ad applicare prendi un muro sui denti. Cerchiamo di comprenderne il contenuto e capiamo anche il perché ha poco senso.

L’idea dell’Ikigai è quella di cercare di mixare quello che fai bene, con quello che ami fare, con quello di cui c’è bisogno nel mondo a quello per cui le persone sono disposte a pagare tanto. Solo così riuscirai a fare i dindi!!11!

Ora, nella teoria sembra tutto scintillante e bellissimo, ma se cerchi di applicarlo anche solo con due banali casi pratici, ti rendi conto che è infattibile a dir poco.

Prendiamo per esempio un ragazzo di 29 anni che ha fatto il saldatore fino a ieri negli ultimi 5 anni. Guadagna 1200€ al mese e “vuole fare i soldi”. Ti dice che la sua grande passione è il calcio e ha giocato fino alla terza categoria ma sono 3 anni che non si allena. Inoltre, ti dice che fare il saldatore non gli piace non lo gratifica, quindi vuole cambiare lavoro. Come fare?

Guardando questo fantastico schema uno dice: beh! Se anche solo riuscissi ad arrivare in serie D o C o insomma dove prendono uno stipendio decente, potresti effettivamente fare il calciatore! Oppure l’osservatore o il preparatore atletico o altro.

A questo punto riusciresti a mettere assieme la tua passione, con qualcosa per cui ti pagano, ecc.

La verità è che no, non funziona così. Mi dispiace.

A questo punto potrebbe arrivare il bomber che ti fa degli esempi pratici e ti parla del canale YouTube di ZW o di Sergej GK o Off_Samuel o tanti altri YouTuber che fanno contenuti sul calcio che probabilmente campano con quello.

Ok.

Parliamo di persone che ci hanno investito o tonnellate di tempo (ZK) o tonnellate di soldi (Off_Samuel) oppure che magari un po’ di qualità ce l’hanno davvero (Sergej GK ha militato nelle giovanili dell’Atalanta) e che comunque è stato lanciato da ZW per riuscire ad ottenere la popolarità che ha (infatti i format dei suoi video sono praticamente identici o quasi a quelli di ZW).

Sei interessato a questi temi? Seguimi su instagram per non perdere i prossimi articoli! 🙂

Inoltre, hanno sicuramente dovuto spendere soldi in attrezzatura professionale (Off_Samuel ha persino un drone per dire) oltre ad apprendere come fare video divertenti, a come fare i videomaker, a come fare le copertine per YouTube con Photoshop ecc.

In sostanza, lo 0.0001% di quelli che ci provano ce la fanno a ottenere visibilità su YouTube, con un blog e quant’altro. Se poi non hai dietro una famiglia che paga o un lavoro principale che ti dà i soldi per investirci sopra, a maggior ragione è impossibile venirne fuori.

Inoltre, guardando un po’ di video online tipo questo:

O questo:

Ti rendi conto che per fare i “soldi” su YouTube ti servono davvero dei numeri allucinanti. Tipo 5 milioni di visualizzazioni. E che un canale anche solo medio (e nota che già essere un “canale medio” sarebbe un risultato incredibile), non ne fa più di 50-100mila.

Quindi, fare i soldi con YouTube non è un modello di business sostenibile per quasi nessuno tranne pochi che per qualche motivo spaccano e riescono a ottenere numeri fuori scala.

Quindi che faccio? Mi drogo?

cosa devi fare per raggiungere il tuo lavoro dei sogni

Calma, calma, calma… tutto questo discorso non era per deprimerti o per dirti che YouTube è una merda o fare blog pure ecc. Quello che volevo dire è che bisogna essere in grado di contestualizzare i consigli e capire che magari certe cose sono anche realizzabili ma sicuramente non in tempi brevi. Pertanto, è necessario avere una strategia migliore per arrivare lì in modo graduale (se proprio vuoi arrivare lì).

Quello che voglio dire è che importante capire che lavoro normale da dipendente puoi fare per riuscire a:

  • accumulare abbastanza denaro per investire in attrezzatura o in ciò che ti serve per creare un tuo prodotto / progetto.
  • accumulare abbastanza conoscenze verticali e orizzontali per riuscire a fare un prodotto che realmente si diversifichi dagli altri e che le persone vogliano acquistare.
  • riuscire a fare carriera e quindi conoscere persone chiave che ti possono aiutare a lanciare il tuo prodotto.

La cosa divertente è che se facessi quanto detto realmente bene, potresti anche finire per fare il dipendente a vita. Nel senso positivo del termine. Cioè se facessi veramente bene tutto questo, finiresti per fare già molti soldi da dipendente, avere una carriera soddisfacente e appagante e quindi non avere molta voglia di rischiare tutto per aprire una sua azienda.

In fondo, se sei un dipendente chiave e stai facendo fare una montagna di soldi alla tua azienda… perché non dovrebbero pagarti un monte di soldi?

Se leggi la biografia di Jess Bezos infatti puoi vedere un esempio di questo concetto. Quando decide di fondare Amazon, guadagnava 223mila dollari annui. E aveva messo in conto di non guadagnare nulla o quasi per i successivi 4-5 anni.

Questo vuol dire che la sua volontà di creare un progetto personale non era una necessità, ma semplicemente qualcosa che desiderava fare per il piacere di farlo. Sapendo che in ogni momento avrebbe potuto comunque tornare a un lavoro da dipendente molto più pagato della media.

Se non riesci a crearti una base economica da dipendente, molto difficilmente riuscirai a gestire i soldi da imprenditore. Molti infatti prendono prestiti anche solo per far partire un’azienda. Da un lato può sembrare una buona idea per scalare rapidamente… dall’altro, al minimo scossone (coff coff covid) vai giù come un pero dall’oggi al domani. Se decidi di creare una nuova azienda il primo fattore critico è la stabilità, altrimenti va giù tutto a pezzi al primo colpo di vento.

Sei interessato a questi temi? Seguimi su instagram per non perdere i prossimi articoli! 🙂

Pertanto, il mio invito è di lasciar perdere tutti quei discorsi da crypto-fallito della serie “stai correndo nella ruota di un altro”, “crea il tuo business online”, ecc. Parti da dipendente, fallo bene, poi se per n motivi ha senso creare una tua azienda fallo. Ma fallo quando hai già i soldi per farlo e la tua situazione economica è già in una situazione positiva. Altrimenti, venirne fuori sarà un terno all’otto.

Ma io ho l’ideaaaaa / metodo segreto!

la grande idea di business

Ne parlo perché molti si impantano su questa stronzata. Non importa qual è il campo operativo in cui operi però potresti pensare di aver come scoperto un metodo segreto per riuscire a far ottenere ai tuoi clienti risultati incredibili in un qualche campo.

Non importa quale. Potrebbe anche essere un’idea incredibile di un prodotto che rivoluziona la vita delle persone o chissà cosa. Potresti dunque pensare di avere in mano qualcosa di incredibile e che è quasi un dovere morale parlarne e diffonderlo con il tuo bel sito / canale YouTube ecc.

Il problema vero è che se anche fosse così dovresti considerare il fatto che:

  • Molte “idee” o “metodi geniali” in realtà sono cose che esistono già ma di cui non sei a conoscenza. Non hai idea di quante “idee o metodi geniali” sento ogni mese da parte delle persone più disparate. Ormai siamo a un punto dove se non esiste già è perché probabilmente è un’idea stupida.
  • Molto spesso non consideri delle precondizioni essenziali. Magari il tuo metodo funziona solo con persone già benestanti o che hanno una certa impostazione mentale. Per loro magari è un bel metodo… ma per tutti gli altri? Più questa cerchia è ristretta più rischi che “gli altri” ti affossino il prodotto tra recensioni negative e odio vario ed eventuale.
  • Gran parte del successo di un prodotto non lo fa il prodotto stesso, ma la rete di distribuzione. Legù per esempio è un’azienda che fa prodotti basati sui legumi. E’ un’idea fantastica e i loro prodotti sono davvero buoni. Purtroppo però non è la Ferrero. Fosse la Ferrero starebbe già fatturando almeno 4 o 5 zeri in più di quello che fatturano. Stanno facendo una fatica boia per emergere e per spuntare negli scaffali dei supermercati. Perché? Perché non è tanto l’idea, anche grandiosa, che fa muovere un business.. ma che contatti hai e quanti favori ti devono. Un prodotto più penoso della Ferrero venderà sempre 4 o 5 volte tanto Legù, anche se è terribile in confronto.
  • Sommati ai precedenti devi aggiungere anche quanti soldi hai già. Mettiamo anche che la Ferrero vuole distribuire il tuo prodotto innovativo tramite i suoi canali. Ora devi assumere il doppio dei dipendenti se non il triplo. Devi strutturarti, comprare i macchinari, trovare altri fornitori per tenere il ritmo ecc. Gli investimenti economici in un’azienda, specie se fa prodotti fisici, sono incredibili. Per cui puoi avere anche una grande idea… ma se non hai i soldi non vai molto distante. Anche se fai prodotti digitali.
  • A questo punto potrebbe sembrarti una grande idea chiedere un prestito o coinvolgere un finanziatore. Ecco, quello che era il tuo fantastico progetto… è semplicemente diventato il progetto di un altro. Qualcuno che pretenderà dei risultati entro tot tempo. Qualcuno che pretenderà di dire la sua e dettare una direzione. Qualcuno che pretenderà cifre e quindi ti porterà a spremere i tuoi clienti fino all’ultimo centesimo vendendogli anche cose che non gli servono realmente con il rischio di perderli e bruciare quel poco di credibilità che hai guadagnato.
  • Avessi un’idea geniale, sarebbe in effetti preferibile trovare già un’azienda per cui quell’idea ha senso ed è allineata sul suo business. In modo da non ricevere particolari pressioni insensate visto che già conoscono il settore e hanno già prodotti simili. Poi che diventi un’investitore o diventi semplicemente un prodotto dell’azienda, quella è una scelta tua. Di fatto però invece che diventare un imprenditore stai semplicemente facendoti assumere in un modo innovativo (cosa che ha senso).

Per dire, credessi di avere in mano chissà che metodo fantasmagorico di crescita personale, scriverei a efficacemente o una qualche ditta di crescita personale del genere. Oppure, volessi fare prodotti sull’informatica magari scriverei a booleans o qualcosa di simile.

Entrambe cose che non mi interessano e tengo questo blog più che altro per mostrare le mie idee alle persone che hanno voglia di leggerle. Per dire ora alcuni dei miei amici sanno cos’è il NoFap e ci scherzano pure sopra. Mentre prima era una cosa che non sapeva nessuno nella mia cerchia o quasi.

In buona sostanza si può creare un’azienda per carità. Ma è davvero complesso farlo. E se già non hai il lavoro dei tuoi sogni… vuol dire che al 99% ti mancano la gran parte delle precondizioni per fare un’azienda che si regga in piedi da sola, che sia sostenibile e che non ti faccia andare fuori di testa per riuscire a farla stare in piedi.

Perché odi il tuo lavoro

perché odi il tuo lavoro e non riesci a trovare il lavoro dei tuoi sogni

Passiamo ora però a parlare del lavoro dipendente. E partiamo dire perché odi il tuo lavoro, altrimenti sarà poco chiaro quale tipologia di lavoro ti conviene fare.

Abbiamo capito che seguire la propria passione o diventare imprenditore possono essere strade interessanti ma non sono questo l’elemento fondamentale per cui sarai felice o meno a lavoro. Certo, sono opzioni ambiziose e interessanti, ma per ora mettiamole un attimo da parte.

Il problema principale, indovina un po’, è che hai una programmazione mentale che ti porta ad odiare il tuo lavoro. E’ praticamente inevitabile. Non importa quanto sia perfetto e allineato il lavoro con le tue esigenze, lo odierai comunque.

Nel mio caso specifico ero arrivato a fare il lavoro dei miei sogni, dove facevo esattamente quello che avevo sempre sognato di fare da quando avevo 16 anni… eppure ero depresso da far fastidio e avrei voluto cambiare lavoro ogni giorno.

Per intenderci, quando avevo 16 anni passavo anche 6 ore a programmare per Wikipedia senza che nessuno mi pagasse. Quindi programmare per me è davvero una delle mie passioni più grandi. Eppure è da maggio 2017 che ho cambiato “compulsivamente” lavoro di continuo sperando di risolvere i miei problemi con il “prossimo lavoro”. Con il risultato anzi di accentuarli sempre di più.

Considerato che è un lavoraccio riuscire a capire perché odi il tuo lavoro… butto giù un po’ di idee di alcuni dei motivi più comuni che ti rendono molto difficile amare il tuo lavoro.

Voglio essere libbbbeerrroooo!!11!!1

essere libero nel proprio lavoro

Uno dei motivi più comuni è la piaga del nuovo millennio del voler essere liberi. Il problema è che non sei libero e non lo sarai mai. Prima lo accetti, lo comprendi e lo applichi, prima i tuoi risultati aumenteranno esponenzialmente in ogni campo. Anche perché sennò sarai esposto a manipolazioni varie ed eventuali di corsi o lavori che ti “promettono di essere libero”.. ma che nel pratico sono delle inc*late.

Partita IVA

Immaginiamo di essere in partita iva. Siamo realmente liberi? No, invece di essere dei dipendenti la differenza è che siamo sostanzialmente dei “mercenari”. Ogni tot giorni o a giorni alterni abbiamo dei nuovi “padroni” che ci dicono cosa fare e cosa non fare. A seconda delle nostre capacità di contrattare un buon stipendio magari potremmo guadagnare di più o di meno rispetto a un dipendente normale, ma la morale è molto simile. Inoltre, molto spesso chi lavora in partita iva (o in consulenza in generale) gli vengono rifilati i lavori più noiosi, più difficili o che comunque il team principale non ha voglia/tempo di fare. Inoltre, ti sentirai sempre solo / escluso, visto che spesso non ti vedranno come parte integrante del team.

Sei interessato a questi temi? Seguimi su instagram per non perdere i prossimi articoli! 🙂

Imprenditore

Anche qui sei sempre dipendente da varie persone. In particolare da:

  • i tuoi clienti e il mercato in generale. Se fai prodotti che la gente non vuole, coli a picco. Che è il motivo per cui molta gente ha serie difficoltà ad avere successo sul mercato. Perché i suoi prodotti sono delle gran “seghe mentali” magari a costi alti, che le persone non vogliono davvero. Fatti solo per sentirsi fighi e avere delle conferme sul proprio valore, ma che non hanno poi riscontro pratico. Spesso un sentore di questa cosa è quando vedi prodotti con prezzi totalmente fuori dal mercato perché è “la figata definitiva” (si ok, ma chi te la compra?). Problematica riscontrata a tratti anche nei primi prodotti di Apple.
  • altre aziende sul mercato. Se tutti i tuoi competitor, per qualche motivo, fanno muro per buttarti fuori… avrai vita molto breve. Se invece riesci a stringere “alleanze”, partnership, collaborazioni ecc. riuscirai a moltiplicare molto velocemente la tua visibilità e anche le tue entrate. Certo, puoi decidere con chi collaborare, ma molto spesso dovrai fare buon viso a cattivo gioco e fare ciò che va fatto.
  • i tuoi dipendenti. Ah, non c’è cosa peggiore di fare il capo nella speranza di comandare e dare ordini. Molto presto avrai un esercito di dipendenti pronti ad ammutinarsi e che non vedono l’ora di vendicarsi del tuo dispotismo e della tua scarsa capacità nell’ascoltarli e valorizzarli.

In breve: non hai scampo. Dipendi sempre da qualcuno e questa cosa non la puoi cambiare.

Sarò produttivo quando lavorerò al mio progetto

non voglio essere produttivo per il lavoro dei miei sogni

Questa cosa mi ha sempre stupito perché pure io tempo fa la pensavo e mi rendo conto solo ora di quanto fosse una stronzata.

Fino a quel momento avevo visto sempre il lavoro da dipendente come un qualcosa di “temporaneo” finché non avrei costruito finalmente il mio impero malvagio (:-)). In realtà mi rendo conto che in moltissimi vanno a lavoro per sostanzialmente “perdere tempo pagati”.

C’è chi lo fa in modo palese e senza vergogna, chi lo fa un po’ nascondendo i suoi intenti e chi invece dà anima e corpo per il suo lavoro (pochi). Questo distaccamento tra se stessi e l’azienda è un po’ un modo per non innamorarsi veramente del prodotto che stai facendo. Un po’ come dire: “si ok finché mi paghi bene rimango qui, ma appena arriva una nave migliore salpo e addio!”

Questa è la peggiore delle stronzate. Per svariati motivi:

  • Creare un prodotto non ha nulla a che fare con te stesso. Per dire questo blog è ovvio che è un’emanazione della mia persona, ma, dovesse realmente aver successo e “funzionare” potrebbe diventare il lavoro di due, tre, cinque, dieci, venti persone. La parte di “Filippo” svanirebbe molto velocemente a favore di un lavoro di un’azienda. E’ naturale che su certe cose ci sarebbe la mia impronta.. come sarebbe naturale che su altre ci sarebbe l’impronta del secondo o del terzo che viene a far parte del progetto (nota: no, non sto cercando collaboratori e no, non penso di far chissà cosa con questo blog.. 🙂 è solo un esempio).
  • Se non sei produttivo in un’azienda non sarai mai produttivo nella tua. La produttività ha scarsamente a che fare con il progetto o prodotto su cui stai lavorando. La produttività è un’attitudine, una forma mentis. E, soprattutto, ha molto a che fare su quanta energia puoi mobilitare. Un 70enne rachitico e con il mal di schiena che non riesce neanche ad alzarsi avrà molta meno energia di Cristiano Ronaldo nel momento di apice della sua carriera. Il problema vero è che molti confondono la produttività con la “voglia di impegnarsi”… puoi anche avere voglia ma, per dirne una, se mangi male, non ti alleni e hai gli acciacchi di un 70enne… sarai sempre poco produttivo. Non importa che sia l’azienda tua, di Bepi o di Toni. Su questo comunque ci torneremo molto in dettaglio.
  • Non investi sull’azienda. Molti quasi “pretendono” che l’azienda gli paghi la formazione o benefit o altro. Della serie “se non lo fa l’azienda, non vedo perché dovrei farlo io”. Ecco, come fai a diversificarti con i competitor se non ti formi? Come fai a trovare un lavoro dove ti pagano di più se hai sempre quelle quattro competenze in croce? Come fai a fare un lavoro eccellente se non sai cosa stai facendo? Investire anche tu dei soldi nella tua formazione e nel creare un prodotto eccellente per la tua azienda farà tanto la differenza, in primis per te stesso.

Odio il mio capo

perché odiare il tuo capo ti impedisce di trovare il lavoro dei tuoi sogni

Spesso è connesso con il discorso della libertà. Magari pensi che sia possibile trovare un capo che ti ascolta di più, un capo che non ti dà costantemente ordini. Un capo che ci tiene davvero a te, alla tua formazione, alla tua crescita, ecc.

Si, ok. Ci sono dei capi migliori di altri e questo è fuori da ogni dubbio. Tuttavia, se sarai capace di comportarti al meglio sarà inevitabile che farai carriera e avrai successo. Semplicemente perché non importa quanto il tuo capo sarà disagiato, se tu ti comporti sempre in modo eccellente sarà costretto a trattarti bene se non benissimo. Non perché glielo imponga qualcuno, ma semplicemente perché sarebbe un fesso a fare altrimenti.

Molto spesso invece amiamo litigare. Amiamo gli atteggiamenti passivo aggressivi. Amiamo cercare di “metterla in culo a tizio o caio”… semplicemente perché abbiamo delle vendette inconsce da sfogare. E questo ci impedisce di comportarci in modo ineccepibile. Vista dunque la nostra debolezza, entriamo molto facilmente nella dinamica vittima/carnefice. Con noi che cerchiamo di fregare il capo e il capo che cercare di “fregarci”.

Questa cosa ovviamente a lungo andare non ha alcun risultato positivo e anzi, porta all’abbandono del dipendente dell’azienda. Molto spesso si dice che in questo caso la colpa sia del capo, in realtà è colpa di entrambi.

Facciamo un esempio. Magari c’è un ritardo con lo sviluppo di una funzionalità. Arriva il capo e ti dice: “Giulio! Cavolo, ma doveva essere pronta per due giorni fa questa cosa. Ma sei davvero un incapace!”

Ora, questo dà il là a due atteggiamenti diametralmente opposti. Uno che “sfrutta” questo insulto per dare il via a una dinamica carnefice/vittima e uno no.

  • Carnefice/Vittima: “Si ok Franco, ma se non sei neanche capace a farmi delle specifiche che sono in grado di seguire è già tanto che non ci ho messo 2 settimane in più!”
  • Dipendente modello: “Mi dispiace Franco, hai ragione purtroppo sono in ritardo. Se possibile farò straordinario per recuperare e cercherò di mettermi in pari con la consegna. Lavorerò ogni istante per portare a termine il prima possibile, te lo prometto”.

Ora la prima frase potrebbe essere troppo diretta. Molti direbbero qualcosa tipo “si ok, ma se le specifiche sono troppo vaghe non è colpa mia!” per rimanere più sul passivo-aggressivo indiretto, ma la morale è sempre la stessa.

Possiamo scegliere di contrattaccare e buttare benzina sul fuoco, oppure “mangiare la merda” e fare finta di niente. Come se non fosse mai successo. Il primo atteggiamento porterà a un inasprimento progressivo di qualsiasi rapporto. Il secondo, a furia di “spegnere”, porterà o il nostro capo a cambiare atteggiamento e ad avere un rapporto decisamente positivo con noi, oppure al suo stesso licenziamento (o noi a trovare un lavoro migliore).

Sei interessato a questi temi? Seguimi su instagram per non perdere i prossimi articoli! 🙂

Va inoltre considerata una cosa. Se abbiamo fallito possono esserci i motivi più vari… ma è comunque colpa nostra che non abbiamo alzato la bandierina prima che il fallimento fosse inevitabile. E’ molto difficile fallire qualcosa in cui noi abbiamo zero colpe. Per cui, per quanto la colpa sia magari condivisa, sottolineare i difetti degli altri non porterà mai a qualcosa di buono. Piuttosto è importante chiedere scusa per le proprie colpe e trovare al più presto dei correttivi.

Inoltre, non ci può essere un carnefice se non c’è la vittima. Per quanto il tuo capo possa cercare in ogni modo di farti entrare in una dinamica ti insulto / tu mi ribatti contro, più lo eviti più lui sarà costretto a non farlo con te.

Questa dinamica si vede benissimo in Breaking Bad, con Walter White che assume spesso il ruolo di carnefice nei confronti di Jesse. E quest’ultimo che gli ribatte spesso e volentieri, arrivando persino a picchiarsi. Gale invece è davvero ineccepibile. Inattaccabile. Persino quando non è colpa sua chiede scusa e si rimette agli ordini di Walter quasi idolatrandolo.

Gale è esattamente il prototipo del dipendente perfetto. Per quanto il suo destino nella serie sia abbastanza infausto, il suo modo di comportarsi rasenta l’eccellenza e non sbaglia neanche mezzo colpo, nonostante le umiliazioni varie ed eventuali subite da Walter.

Fa solo un errore… ovvero quello di “tramare” alle spalle di Walter. Ed è quello che decreta il suo declino. Esce anche solo per poco dal “karma positivo” e questo lo rende rapidamente attaccabile e sacrificabile. E persino Jesse che è molto lontano dall’essere il “dipendente perfetto”, gli viene preferito banalmente perché è affidabile e fidato.

Come avrebbe dovuto fare Gale per non essere eliminato da Gas per rimanere nelle grazie di Walter? Se ti va, prova a scrivermelo sotto nei commenti 🙂

Comunque, il “segreto” è proprio questo: riuscire ad annullare gli atteggiamenti nocivi ignorandoli e facendo finta che siano comportamenti positivi. Questo a tendere migliorerà il tuo ecosistema e i tuoi rapporti con tutti. Arrivando ad eliminare o allontanare persino involontariamente persone che non si comportano correttamente nei tuoi confronti e ad avvicinare persone stupende che si comportando molto bene con te.

Il problema è che molti direbbero che così si sentirebbero umiliati, sfruttati, finti, ecc… è proprio questo il punto. Togliere tutto questo odio e giudizio per una azione banale e semplice che anzi rende prezioso il tuo contributo. Anche solo concepire un atteggiamento del genere è un lavoro importante, ne parleremo.

E’ anche ovvio che una frase del genere da parte di un capo è una frase veramente terribile da dire. Anche se, purtroppo, capita più spesso di quanto non si creda. Imparare a gestire frasi del genere è fondamentale.

Tuttavia, entrare in questa dinamica carnefice/vittima è il modo migliore per odiare il proprio lavoro. E non importa quanta passione hai… lo odierai sempre e comunque. Motivo per cui molta gente (non tutta) vuole fare l’imprenditore: ha paura di passare da vittima. E quindi vuole assurgere al ruolo massimo, per rischiare al massimo di essere il carnefice.

Odio/competo (con) i miei colleghi

competere con i tuoi colleghi ti allontana dal lavoro dei tuoi sogni

Il problema poi è quando iniziamo ad avere atteggiamenti da carnefice/vittima con i colleghi. Non importa che abbiano un ruolo “superiore”, “inferiore” o “pari” al nostro. Se ci lasciamo andare ad atteggiamenti passivo/aggressivi è la fine, specie se cominciano a diventare la norma.

Addirittura una ragazza mi ha raccontato di come andò da una sua collega a dirle: “non mi piace come lavori. Tu lavori male”. Come spararsi sui piedi da soli 🙂 questa ragazza è una mia grande amica e lei purtroppo questo non lo sapeva! Capita di sbagliare. Da lì in poi però questa ragazza ha cominciato a farle “la guerra” a lavoro.

Sei interessato a questi temi? Seguimi su instagram per non perdere i prossimi articoli! 🙂

Ed è questo che vivono la maggior parte delle persone a lavoro. Alleati, nemici, liti e dissing continui. Una cosa estenuante al limite dello sfinimento.

Ho un altro amico, a cui tengo particolarmente, che ha una gran passione per queste dinamiche e puntualmente mi racconta della litigata o dissing o cosa che ha fatto la data settimana con la sua ex o con altri suoi amici. E’ estenuante perché ovviamente è come vederlo correre in un cerchio su se stesso ripetendo ogni giorno li stessi errori.

Anche io ho fatto il grave errore in passato di entrare in queste dinamiche malate, per uscirne a pezzettini ogni volta. Perché non importa chi ha “ragione” e chi “torto”… chi è più bravo e chi meno bravo… si perde sempre tutti a prescindere.

L’esempio cardine nel mondo del Powerlifting di qualcuno che fa questo di continuo… è il buon Domingo Poliandri 🙂

Sono più i suoi video di dissing che i suoi video con contenuti normali oramai ahah. Personalmente a me fa morire dal ridere come persona e sicuramente è un grande atleta. Però socialmente si sta costruendo sempre di più un’immagine negativa cercando di spaccare volutamente YouTube Italia del mondo Fitness tra quelli con lui e contro di lui.

Certo, questi video e questi dissing continui fanno visualizzazioni. Perché? Perché la gente ci sguazza ogni giorno in questi atteggiamenti, in queste guerre, in queste eterne vendette io contro di te, io sono più bravo tu sei una pippa. Oddio fai una panca di merda, ora ti correggo ecc.

Dicono: quasi nessuno ha voglia di aiutarti, ma tutti non vedono l’ora di correggerti… ed è tremendamente vero. Motivo per cui molta gente nei forum online ha iniziato a sparare stronzate bestiali anche solo nella speranza che arrivasse il giustiziere mascherato a fargli una coaching gratis per “correggerli”.

Il problema che così facendo non costruisci niente. Oggi sei con me, domani sei contro di me, oddio mi hai tradito, oddio sei dalla mia parte… come si fa a costruire un team unito? Un’immagine aziendale positiva? Un team il cui obiettivo è il successo e il benessere della propria azienda e del proprio prodotto? Finisci davvero per gufarla al tuo collega nella speranza che faccia male per fargli vedere che tu sei più bravo e che lui, poveretto, non ci capisce una mazza.

Il punto però è che quelli che entrano in queste dinamiche sono una pessima scelta come responsabili. Proprio perché se venissero promossi continuerebbero queste dinamiche da un punto di potere e probabilmente tutto il team sotto di loro a tendere se ne andrebbe. O rimarrebbe ma solo perché vittima di queste dinamiche carnefice/vittima da cui non riesce a uscire.

Quando invece è palese che stai solo cercando di aiutare. Che il tuo obiettivo è semplicemente quello di migliorare il prodotto su cui stai/state lavorando. E che non te ne frega proprio niente di competere, di far vedere che sei quello migliore, quello più produttivo, esaltato, top performer ecc… stranamente le persone lo notano. Perché inizi a fare esattamente il tuo lavoro. Invece che fare quello degli altri. Lo fai bene, in modo ragionato, nei tuoi tempi se non addirittura prima. Nessuno ti rompe le palle perché non tenderai a fare cose mirabolanti… bensì solo il tuo lavoro.

Tutte cose che purtroppo ho imparato a mie spese un po’ troppo tardi 🙂

Comunque certo non è facile, specie riuscire a farlo sempre, ma vedremo dei modi per cercare di avvicinarcisi il più possibile.

Inoltre nessuno ti odierà perché non entrerai mai in queste dinamiche malate. E se anche dovessero volertici buttare nel mezzo… ingoieresti il rospo, sorrideresti e amen 🙂 chi se ne frega.

Il problema è che quando ti senti sbagliato e hai delle vendette in corpo da toglierti… purtroppo non è così facile. Non riesci proprio a lasciar perdere.

Avere fottutamente fretta di scalare

aver fretta di scalare e raggiungere il lavoro dei tuoi sogni

Un’ultima cosa che è sostanzialmente una conseguenza delle precedenti è l’ansia continua di avere fretta di scalare. Cercare sempre compulsivamente di fare più soldi, di farsi promuovere, di diventare responsabile, ecc.

Molto spesso questa fretta è motivata dalla necessità di fare più soldi, dal togliersi da una situazione economicamente svantaggiosa o semplicemente “dall’ambizione”. In generale invece è solo causata da una generale sensazione di inadeguatezza che speriamo di colmare con una promozione o con i soldi. La brutta notizia è che nessuno dei due ci risolverà il problema.

O ancora, ci sentiamo vittime e vogliamo passare dalla parte del carnefice convinti che se fossimo finalmente noi a prendere le decisioni allora e solo allora l’azienda andrebbe alla grande! Cosa totalmente sbagliata. Sbagliata per il semplice fatto che il segreto non è chi dà gli ordini, ma fare in modo che tutto il team impari ad ascoltare e soprattutto a dare il proprio feedback in modo costruttivo e diretto. Non si vince con la singolarità ma con l’unione di più menti geniali.

Infatti, quando risolveremo questo problema ci renderemo conto che non avevamo bisogno di tutti quei soldi… e che stranamente è davvero facile risparmiarli e metterli via. Quasi senza eccessivo sforzo, anche perché facciamo davvero fatica a trovare qualcosa che valga la pena da comprare. Inoltre, preferiremo un lavoro comodo, sicuro, stabile e che conosciamo bene, all’incertezza del cambiare continuamente azienda o ruolo.

Attualmente infatti faccio lo stesso lavoro nella stessa azienda da quasi tre anni… e non potrei essere più felice. So esattamente cosa devo fare, come devo farlo, chi devo chiamare quando ci sono problemi e come funziona il nostro prodotto. Non ci sono grandi dubbi o sorprese, è tutto ben chiaro e delineato.

Tempo fa avrei avuto l’ansia di scalare, di imparare più cose, di fare più soldi trovando un nuovo lavoro, di farmi promuovere ecc. ecc… ora non me ne potrebbe fregare di meno. Certo, essere pagato di più o una promozione fanno sempre piacere, ma sono cose che se devono succedere succederanno. Sennò amen, è assolutamente irrilevante.

Dunque… come fare?

come fare per raggiungere il lavoro dei tuoi sogni

Il lavoro dei tuoi sogni esiste e magari già ce l’hai. Il punto è che non riesci a trovarlo perché sei troppo impegnato a odiare tizio, caio o il tuo capo. O, peggio, te stesso.

Un po’ alla volta capiremo come sbloccare anche queste problematiche e risolverle alla base. All’improvviso noterai che sarai super preciso e maniacale in ogni lavoro. Andrai via spedito e ti piacerà quello che fai, persino dovesse essere spazzare le scale. E stranamente le persone vorranno promuoverti e darti dei premi. Perché? Perché semplicemente… fai il tuo lavoro. Bene. Senza fare casini e senza che la gente ti odi.

Il problema è che mi ci vorranno un bel po’ di articoli per spiegare come e perché… ma anche questi arrivano. Rimani sintonizzato e non perderti i prossimi! 🙂 per cui, seguimi su instagram e attiva la campanella per non perdere nessun aggiornamento.

P.S. Avere le competenze giuste, capire cosa studiare e formarsi ovviamente è importantissimo… ma ne parleremo in un altro articolo! Ciò di cui abbiamo parlato oggi lo ritengo le pietre fondanti di qualsiasi altro ragionamento.

Se non risolvi queste cose finirai come il buon Walter White. Grandissime competenze, un semi genio incompreso.. eppure incapace di avere un lavoro decente perché vittima dei suoi stessi demoni e dell’odio per se stesso e per gli altri.