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Spesso le persone hanno delle credenze davvero limitanti per quanto riguarda il generare reddito. Comprendo e condivido i discorsi di credere nel progetto, dare tutto per creare un prodotto di qualità ecc… ma vedo persone pagate meno della metà di uno stipendio che sarebbe “onesto” per il loro profilo.

Da un lato bisogna cercare un lavoro che, per carità, ci permetta una crescita professionale e in cui crediamo. Questo oserei dire che è una condizione necessaria. Ma non dobbiamo neanche svenderci.

In questo articolo voglio dunque vedere tutte le mentalità che ti rendono un dipendente di valore inferiore e pertanto ti impediscono di aumentare il tuo stipendio e il valore che porti all’azienda.

Non mi servono più soldi

mi devi dare 2 milioni di euro

Non credevo fosse così comune, eppure lo è davvero tanto. Le persone non ragionano in termini di quanto si meritano bensì di quanto hanno bisogno.

Della serie, per fare una “vita dignitosa” (concetto che è anche molto aleatorio, ma tralasciamo), mi servono “x mila euro al mese”. Quindi non chiedo x+10k o x+20k, perché non mi servono. Pertanto preferisco chiedere solo quanto necessario. Nel momento in cui ho quanto necessario resto in questa azienda a tempo indefinito (a meno di leggeri adeguamenti).

Personalmente non ho mai avuto questa mentalità perché nel 2012 ho iniziato a studiare il mondo delle startup. E una delle prime cose che mi hanno insegnata è stata: “se non sono disposti a pagarti per la tua idea, vuol dire che non vale nulla”. Bisogna farsi pagare per il valore che stai dando al cliente. E più il tuo cliente è disposto a pagare una cifra alta, più vuol dire che gli stai portando valore.

I soldi sono un feedback ed è l’unico che conta.

I soldi che ti entrano sono una cartina tornasole per il valore reale che tu stai portando al cliente. Pertanto, se un’azienda ti paga di più, è a dimostrazione del fatto che vali di più. Quantomeno, per quell’azienda. Anche personalmente ti senti più apprezzato e valorizzato dall’azienda a essere pagato di più. La tua autostima si alza e sei generalmente più felice ed appagato perché sai di valere tanto.

All’azienda stessa poi conviene pagarti di più, anche non dovessero servirti quei soldi. Questo perché ti darà una maggiore tranquillità mentale e anche una maggiore determinazione a “far funzionare” quel lavoro. Perché, semplicemente, è uno dei pochi che ti paga così tanto e dove magari hai una posizione di rilievo. Pertanto ci metterai tutto te stesso per performare e dare il meglio. Ed evitare di perderlo.

E’ naturale che questo ragionamento ha senso per ruoli chiave e dove il tuo apporto è tangibile. Ci sono molte aziende che hanno ruoli secondari o dove non sono richieste particolari capacità. E dove dunque vanno al risparmio riducendo gli investimenti all’osso. Questo è il motivo per cui il tuo obiettivo è cercare aziende disposte a investire denaro nella tua area di competenza. E che vedono quello come la parte cruciale del loro business. Semplicemente, perché saranno disposte a investire molto di più.

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Quando inizi nel mondo del lavoro potresti cercare lavori dove non sei molto importante o dove il tuo ruolo non è così chiave. Non c’è nulla di male. Il tuo obiettivo tuttavia è quello di migliorare le tue competenze per poter ambire a lavori dove il tuo ruolo è chiave e importante. Perché sei diventato davvero capace in quello che fai e serve una figura di spicco in quell’ambito.

Non ti servono quei soldi extra? Puoi metterli via e investirli. Questo ti permetterà di essere sereno in caso perdessi il lavoro o l’IA ci sostituirà in blocco e devi trovarti un altro lavoro 🙂 oppure puoi anche darli in beneficienza. Per te personalmente non sarà di alcuna utilità, ma almeno il tuo lavoro è pagato quanto è giusto che venga pagato e non il minimo sindacale.

Può sembrarti una bestialità, ma tutti quelli davvero ricchi (es. Hamilton, Bill Gates, etc.) regalano milioni e milioni di euro in beneficienza perché obiettivamente quei soldi non gli servono e preferiscono fare del bene. Di certo non chiedono di farsi pagare di meno vergognandosi di avere degli stipendi così alti.

Il punto è proprio che molti si vergognano di chiedere soldi. Quasi che chiedere soldi sia da brutte persone. Quasi che “non sei più mio amico” se mi chiedi dei soldi. O hanno paura di apparire avidi o taccagni. Io invece vorrei tanto pagare qualcuno davvero tanti soldi. Vuol dire che è convinto di darmi un grande valore e beneficio nella mia vita. E se riesce davvero a farlo e a giustificare la spesa, sono solo che contento! Perché mi farà fare molti più soldi a tendere di quelli che ho dato a lui.

Voglio il remoto e il work-life balance

i benefit del lavoro in presenza

Molti hanno mille pretese per quanto riguarda il lavoro. A mio avviso le uniche cose che si dovrebbero guardare sono due:

  • Che credi nelle persone che guidano il progetto.
  • La RAL.

Parlo di persone perché il progetto può anche essere un’autentica ciofeca. Ma se alla guida c’è gente davvero competente puoi stare sicuro che presto o tardi lo sistemeranno fino a farlo diventare qualcosa di molto valido. Viceversa, se il progetto è bellissimo, ma ci mettono a capo della gente incompetente, ci metteranno poco a farlo fallire.

Pertanto, se ritieni che le persone dove vai a lavorare siano competenti e in gamba, l’unica altra cosa che deve interessarti è il numerino della RAL. Non i buoni pasto, non il computer aziendale, non l’auto aziendale, non i giorni di ferie, non i benefit, non il “work life balance” ecc… ma solo un numerino stupido.

Il motivo è molto semplice. Ogni volta che cerchi un nuovo lavoro conta solo la RAL. Tutto il resto passa in secondo piano e spesso la gente se lo dimentica. Ti chiedono sempre solo quanto vuoi di RAL. Non se vuoi o meno i buoni pasto o il remoto ecc. Quello o ce l’hanno a livello aziendale o non ce l’hanno.

Molte volte ti intortano in ogni modo per dimenticarti di quel numerino. A volte te lo fanno dimenticare tuttavia cercando di buttarla sul fatto che impari molto in quel posto di lavoro. Va benissimo imparare tanto, per carità, ma questo non dovrebbe essere un limite a quanto ti pagano.

Comprendo che inizialmente devi farti pagare meno perché non hai esperienza. Tuttavia, dopo 5-7-9 anni di esperienza o più, direi che questa suona sempre più di scusa e non qualcosa di reale. Comprendo anche lo scegliere lavori che hanno sbocchi e possibilità di crescita future. Ci sta assolutamente.

Non comprendo il farsi pagare molto meno di quanto ci si merita solo perché qui “si impara tanto”. In ogni lavoro di qualità dovresti imparare tanto. Dovessero dirtelo potresti semplicemente rispondere “ottimo! Valuto solo lavori in cui posso imparare tanto, non pensavo fosse un qualcosa degno di interesse”.

Un altro motivo per cui ti fanno dimenticare la RAL è perché la buttano sul bilanciamento vita-lavoro e sul fatto che loro i dipendenti li trattano con i guanti. A parte che non è detto che se un’azienda lo dice poi lo fa davvero. E’ difficile da giudicare da fuori. Tuttavia, anche questo non dovrebbe essere un benefit. Bensì una condizione di default della maggior parte dei lavori.

Se tu mi paghi per fare 8 ore, io faccio 8 ore. Se credo davvero tanto nel progetto, posso fare anche più ore nei momenti più critici per far fronte alle difficoltà. E dare tutto me stesso al massimo. Tuttavia, pretendere la luna e ridurre i dipendenti a una vita miserabile sconviene in primis all’azienda.

Semplicemente perché li rende meno produttivi. Un dipendente che ha una vita di qualità, farà prodotti di qualità. Pertanto, anche in questo caso, dovrebbe essere scontato non un benefit o un qualcosa di cui discutere. Perché mai l’azienda dovrebbe farti vivere male e farti lavorare peggio? Gli sconviene!

Poi che molti non lo sappiano o abbiano idee confuse su come rendere produttivi i propri dipendenti è assodato. Tuttavia quello è un malus loro, non è un qualcosa di positivo per chi semplicemente si comporta normalmente.

Un’altra scusa, dove invece devo dire che qualche appiglio c’è, potrebbe essere il lavoro da remoto. E’ sicuramente un benefit che per molti è interessante. E per qualcuno potrebbe essere necessario per motivi di salute o familiari (pensiamo a qualcuno che, per esempio, deve badare a un familiare anziano o un bimbo piccolo). Tuttavia, limitarsi esclusivamente ai lavori da remoto è un grande malus.

Questo perché anche nell’informatica, non sono molti i lavori da remoto. E la concorrenza è spietata in questi lavori perché appena aprono le posizioni ci sono letteralmente centinaia di candidati che scalpitano per prendere quel posto. Inoltre, un posto da remoto alto pagato è scarsamente difendibile. Potenzialmente chiunque può farlo, per cui perché dovrebbero pagare proprio te uno stipendio così alto? Quando c’è qualcuno che magari vive in ambienti dove la vita costa molto meno e quindi chiede molto meno di stipendio? L’unico motivo è che hai competenze molto superiori alla norma e quindi rispetto a quei candidati comunque eccelli.

Il mio lavoro attuale e il precedente erano da remoto, tuttavia avrei considerato serenamente anche lavori dal vivo se li avessi trovati più interessanti a livello professionale e/o con una RAL significativamente maggiore (ovvio che per 2-5k in più, a quel punto posso capire il preferire di lavorare da remoto). Personalmente preferisco avere un ufficio e andare fisicamente a lavorare perché lo ritengo più stimolante. Tuttavia le aziende erano organizzate così e dunque sto sfruttando i benefici di lavorare da remoto.

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Ma anche lavorare dal vivo ha vari vantaggi, come una comunicazione più semplice con i colleghi. Il legare di più con i colleghi e farsi dei veri “amici” invece che delle icone su slack. In generale è più semplice organizzare il lavoro e risolvere i problemi. Perché banalmente alzi lo sguardo e hai affianco il collega. Anche gli orari spesso diventa più facile rispettarli. Perché tutti lavorano e non puoi metterti a guardare un film mezz’ora perché sei stanco. A casa è facilissimo distrarsi e rimanere concentrato serve disciplina. Molti non ci riescono e finiscono per lavorare a ogni ora del giorno e della notte.

Ti focalizzi sui soldi e non sul prodotto di qualità

immagine divertente su come creare valore per i clienti

Nella foto qui sopra Zara Dar ha scoperto che utilizzando un sito per soli adulti performava molto meglio che non su YouTube. Ha dunque compreso che un certo tipo di clientela per lei era più profittevole di un’altra. Quanta fatica ha fatto? Zero, ha solo caricato lo stesso video su entrambe le piattaforme. Molto spesso per fare più soldi non serve lavorare duro/lavorare di più. Bensì, comprendere i tuoi clienti.

Il che non vuol dire che devi fare contenuti per soli adulti naturalmente 🙂 è solo un esempio simpatico.

Molto spesso invece vedi persone che hanno zero passione e zero interesse a fare bene il loro lavoro. Magari hai un lavoro tipo alle poste o al supermercato dove potresti pensare che se tu fai un buon lavoro oppure un lavoro medio o scarso, è irrilevante. Pertanto si impegnano zero nel cercare di fare un lavoro di qualità.

Altre volte sento ragionamenti stile “mi merito di essere pagato di più”. E se gli chiedi perché, magari ti rispondono perché in media quel lavoro è pagato di più. Oppure perché $collega è pagato di più. Oppure perché magari c’è stata l’inflazione o comunque un qualsiasi altro fattore che non sia quanto valore porta lui nel prodotto finale. Si focalizzano zero su quello che fanno per il cliente o per migliorare il prodotto.

A un imprenditore interessa solo quanto impatti il prodotto finale. Se il tuo apporto è fondamentale per produrre un prodotto di qualità, hai una leva forte per essere pagato di più. Semplicemente perché è merito tuo se la tua azienda incassa più soldi. Ed è interesse della tua azienda pagarti di più e riconoscerti i tuoi sforzi.

Non gliene frega niente che:

  • fai tanta fatica. Se fai tanta fatica ma il tuo lavoro non serve a nulla per il prodotto finale, magari perché perdi tempo con cose secondarie o inutili, non gli conviene pagarti di più.
  • sei tecnicamente eccellente. L’eccellenza tecnica è utile, ma se non si converte in valore per l’utente di per se è inutile e a volte persino controproducente.
  • c’è l’inflazione o che, in media, per un certo ruolo lo stipendio medio è xyz. Se tu non performi e non porti valore, non ha alcun motivo per cui darti un aumento.
  • che sono tanti anni che sei in azienda. Alcuni pensano che solo perché sono in azienda da 20 anni allora meritano chissà che stipendi. Se sei inutile o porti scarso valore all’azienda, esserci da molto non ha gran utilità. Ovvio che l’anzianità può essere un fattore utile per portare maggior valore al cliente. Ma di per se è poco interessante.
  • fai straordinari o ore in più di lavoro. Anche qui, se fai tanto ma poi il valore che dai al cliente è più basso, ti pagherà meno. E’ svantaggio tuo metterci più ore per fare quello che magari altri fanno in meno ore. Al tuo capo interessa quanto lavoro utile produci, non quanto ti vede in giro per l’ufficio. Anzi, pagarti gli straordinari per fare quello che gli altri fanno nel loro tempo normale potrebbe persino crearti problemi.
  • quanto gli dici che è il capo migliore del mondo. Per carità, avere un tono positivo e cercare di essere diplomatico con i tuoi punti di vista ed eventuali critiche è cruciale. Tuttavia, vedo molti cercare di ingraziarsi i capi al limite dell’imbarazzante. Oltre a sparlare alle spalle dei colleghi nel tentativo di metterli in cattiva luce. E’ una fatica totalmente inutile, perché anche se dovessi strappare un aumento di poche migliaia di euro in più, alla fine della fiera conta sempre e solo quanto valore porti al cliente. Questi giochini “all’italiana” hanno zero senso e zero impatto, al massimo hanno un impatto negativo.

E’ che molti non hanno idea di come fare un prodotto di qualità. Gli interessa magari solo del codice o di cose totalmente inutili. Motivo per cui creare un progetto personale e provare a venderlo è molto educativo. Per comprendere cosa serve davvero, cosa funziona e cosa no. Ti renderai conto di come molti clienti valutano tanto cose a cui magari tu hai dato zero attenzione.

Per questo motivo due persone che hanno lo stesso identico titolo e ruolo ha assolutamente senso che possano essere pagate in modo anche molto differente. Magari perché uno porta più valore all’azienda e l’altro meno. Se il tuo apporto è maggiore, è giusto che tu venga pagato di più.

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Mi è capitato lavorare in aziende in cui c’erano dei range di stipendi e oltre a quelli non potevi andare semplicemente perché quel ruolo veniva pagato x all’interno dell’azienda. Fortunatamente ci sono poche aziende che ragionano così perché non ha il minimo senso. Ne per te ne per loro. Ti obbliga in degli schemi fissi da cui è dura uscire laddove porti reale valore all’azienda.

Naturalmente quando guadagni poco e vedi altri nel tuo stesso ruolo che guadagnano tanto ti senti un pirla. E odi questi ragionamenti. Quando invece comprendi come farti furbo e portare più valore all’azienda, all’improvviso diventi tu quello che magari è il più pagato in azienda. A quel punto questi ragionamenti ti sembrano assolutamente sensati e anzi ami ragionare in questo modo. Perché è conveniente anche per te.

Se siamo tutti uguali purtroppo la qualità si livella sul valore più basso non su quello più alto. Il che è altamente sconveniente per tutti.

Devi fare un lavoro che ti piace ed essere felice

In questo video avevo parlato di come prendere un hobby qualsiasi e renderlo redditizio. Tuttavia, molto spesso la gente fa delle scelte totalmente senza senso.

Per esempio, di recente avevo visto un ragazzo che da medico ha mollato tutto per dedicarsi alla musica. Cioè, tu hai fatto un investimento in termini di tempo, ore, studio, soldi, ecc. immenso… e ora ti metti a dedicarti a tutt’altro? Tra l’altro a un qualcosa che rendere profittevole (a buoni livelli) è un casino e per farcela devi essere eccellente a dei livelli stratosferici e farlo praticamente da quando eri piccolo?

Mi ha fatto venire in mente un ragazzo che ho seguito anni fa che era appassionato di musica. In particolare chitarra e violino. E lavorava part-time al Mc Donald nel tentativo di “sfondare nella musica”. La cosa divertente è che non insegnava e non si esibiva nemmeno. Semplicemente studiava e suonava, senza però mettersi mai in discussione.

Parlandoci ci siamo resi conto che era in realtà tutta una sorta di “ripicca” nei confronti della madre che gli aveva sempre dato dello stupido per il suo voler fare soldi con la musica. Risolto questo ha convenuto con me che un percorso più “canonico” nel mondo dell’informatica gli avrebbe potuto rendere di più. Magari gli piaceva meno ma adesso ha un buon stipendio e guadagna molto bene considerati i pochi anni di esperienza alle spalle.

Detto in altri termini, tu non devi fare un lavoro che ti piace. Il tuo obiettivo è fare un lavoro per il quale sei preparato, nel quale eccelli e per il quale è facile venderti sul mercato. Più sei competente e c’è richiesta di quella competenza meglio è. Amare il tuo lavoro è tutto marketing. Ti fanno credere che se tu fai un lavoro che ami allora farai i milioni. Beh, praticamente nessuno fa un lavoro che ama.

Io per dire programmavo alle superiori per mero divertimento. Lo facevo gratis per passatempo nel pomeriggio. E sognavo di farlo diventare il lavoro dei miei sogni. Ce l’ho fatta. Ma fare un qualcosa di ripetitivo, per altre persone, persone che decidono tutto di come devi farlo e qual è lo scopo. Facendo sostanzialmente cose sempre abbastanza simili se non uguali. Discutere sempre degli stessi problemi… si, mi piace moltissimo il mio lavoro, ma fatto per 8 ore al giorno per decine di anni ti passa tutta la “magia” dei primi tempi.

Pertanto, il concetto di “lavoro dei sogni”, “amare il tuo lavoro” ecc. lascia il tempo che trova. Io ho questo lavoro perché obiettivamente è ciò che mi conviene di più fare. Qualsiasi lavoro fatto professionalmente per ore e ore diventa ripetitivo e, per certi versi, noioso. Molto spesso le persone odiano non tanto il lavoro ma il capo, come vengono trattate, ecc. Quello tuttavia è tutto un altro discorso.

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Molto spesso aziende che hanno lavori più “divertenti” o comunque più in linea con le aspettative di persone battono molto su questo aspetto. Mentre lavori più “pallosi” o meno socialmente considerati “fighi” fanno molta più fatica ad assumere.

Tuttavia, molto spesso proprio per questo motivo, sono anche quelli che ti pagano di più. Semplicemente perché c’è meno gente che li vuole fare. E pertanto sono una grande opportunità per aumentare velocemente la RAL, mettersi via dei soldi, studiare e investire su se stessi ed applicare a lavori magari più divertenti o in linea con le proprie inclinazioni.

Mio fratello di recente mi parlava di come avesse sentito che gente che faceva lampadari facesse molti più soldi di lui. Nonostante fosse molto più semplice del suo lavoro. Banalmente perché non trovavano nessuno con competenze tecniche adeguate che volesse fare lampadari. Evidentemente nessuno si sveglia la mattina e il suo lavoro nei sogni è fare quello 🙂 o progettare forni. O fare il piastrellista. O l’idraulico, ecc. Eppure sono tutti lavori molto ben pagati. Proprio perché c’è penuria di figure specializzate brave che sappiano fare questi lavori ritenuti poco “cool”.

A 20 anni ho lavorato per due mesi come magazziniere alla poste. Mi dicevano che c’erano persone che si erano addirittura suicidate facendo quel lavoro. Eppure era un lavoro che all’epoca ti pagavano 1800€-2000€ fissi senza alcuna specializzazione o competenza. Che all’epoca erano davvero molti soldi (parliamo del 2010 circa). Fuori nel parcheggio infatti vedevi tutte auto costose. Eppure era un lavoro che molti entravano e dopo una settimana scarsa mollavano.

Di recente ho invece visto il video di un altro chirurgo che aveva mollato il lavoro perché si era reso conto che era tutto un business. Che non si consigliava di avere una vita sana, fare ginnastica, ecc. Bensì si prescrivevano pillole su pillole. Con l’unico obiettivo di fare cassa. A mio papà di recente è venuto mal di schiena e gli hanno rifilato 5 punture di cortisone. Follia pura in termini di trattamento per un banale mal di schiena risolvibile con un paio di esercizi. Eppure gli ospedali funzionano così. Lui quindi ha mollato e ha chiuso tutto.

Ora, fare cose in cui non si crede o persino danneggiare qualcuno lo ritengo totalmente sbagliato. Tuttavia, avrebbe potuto semplicemente trovare una clinica in cui poter essere onesto e proporre dei trattamenti che lui riteneva adeguati. Oppure mettersi in proprio o comunque trovare un lavoro in cui non si sentisse pressato a fare ciò che non riteneva corretto. Tuttavia, alla fine della fiera, è naturale che tutti devono far andare avanti la baracca e devono far pagare ai clienti qualcosa. E’ triste, ma è la normalità. Non dico di truffare i clienti, ma comprendo le necessità di trovare un qualcosa di fatturabile.

Anche io ho lavorato in business in cui credevo poco. Oppure con modelli di business discutibili. Oppure con persone dall’etica abbastanza dubbia. Quello che ho fatto è cercare di cambiare lavoro il più rapidamente possibile con qualcosa di più allineato con i valori in cui credo. Il che è il motivo anche per cui ho scelto il mio lavoro attuale, visto che l’obiettivo è aiutare le persone a raggiungere i loro sogni.

Sarà che io non sono pieno di soldi al contrario del suddetto chirurgo 🙂 ma fintanto che avevo un lavoro, per quanto magari non mi piacesse o non condividessi certi punti di vista, ho continuato a farlo con la mia professionalità accumulando denaro, migliorando le mie competenze e preparandomi per un lavoro in cui credessi davvero.

Ora nel mio lavoro attuale è tutto rosa e fiori? Certo che no, come in ogni lavoro ci sono i suoi problemi, le cose ripetitive, difficoltà, incomprensioni ecc. Tuttavia è molto più difficile e impegnativo di altri lavori che ho fatto in passato essendo una startup. Avessi voluto un lavoro “dei sogni” avrei potuto fare la mia azienda in cui magari facevo videogiochi per cellulari. Conosco qualcuno che l’ha fatto… è finito dopo un paio di anni a lavorare in consulenza per altre aziende. Perché non arrivava a pagare le bollette.

C’è naturalmente chi si lancia in progetti personali e ci riesce. Tuttavia molto spesso sono persone che hanno seguito quanto ho detto e pian pianino sono riusciti ad avere delle competenze tali per poter fare il lavoro che gli piace. Io stesso ho lavorato in aziende in cui abbiamo potuto introdurre la gamification. E anche nell’attuale sarà un elemento fondamentale. Non sarà un vero e proprio videogioco, ma potrò acquisire competenze utili nel merito. Fatto così e progressivamente ha senso, mollare tutto per inseguire un sogno senza capo ne coda, non ha senso.

L’obiettivo dunque è trovare un progetto in cui si crede, con persone in gamba da cui potenzialmente imparare e che abbia uno stipendio in linea con le proprie capacità. Farsi le seghe mentali su quanto è il “lavoro dei sogni” ha zero senso.

(Non) voglio fare il capo

meme sul capo

Fare il “capo” raramente è divertente. Prendere decisioni, sbagliare, fare meeting, fare documenti, ecc. è molto spesso pesante. E allo stesso tempo chiunque non vede l’ora di criticare e dire che come capo non vai bene, non sei abbastanza, hai sbagliato quello o quell’altro, ecc.

Motivo per cui, tendenzialmente, per cercare di non affossare chi ha posizioni dirigenziali tende a fare più ore di lavoro, essere molto più stressato, faticare a dormire, saltare qualche weekend per lavorare, ecc.

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Per questo motivo molte persone ragionano della serie “faccio solo i soldi che per me sono necessari. Dovessi fare carriera lavorerei troppo e la qualità della mia vita ne risentirebbe”.

Tuttavia, se hai letto il mio post sull’iperproduttività, ti renderai conto che semplicemente il problema non è essere un capo. Il problema è non saper gestire i sensi di colpa e fare cose che riteniamo aumentare la nostra produttività, tuttavia la diminuiscono. Se sai i principi fondamentali per essere produttivo sai bene che avere questo approccio al lavoro è sconveniente e, paradossalmente, ti fa fare meno. E’ un approccio che deriva dalla paura e dal voler dimostrare. E’ solo deleterio.

Il mio consiglio dunque è quello di salire a livello dirigenziale il più tardi possibile. Più riusciamo a rimanere operativi più impariamo e più possiamo poi chiedere uno stipendio più alto quando passeremo ai “piani più alti”. E’ naturale che se abbiamo l’occasione per salire e ci pagano bene va valutata. Ma se ci offrono anche di rimanere operativi, conviene decisamente rimanere operativi.

Mi è capitato infatti di avere un lavoro come CTO di un’azienda e poi aver ricevuto un’offerta come semplice sviluppatore. Tuttavia, mi offrivano 20k di più di RAL all’anno. E mi permettevano anche di tornare operativo, focalizzandomi molto sullo sviluppo e potendo migliorare molto le mie competenze.

Pertanto, la chiave è di non aver paura di diventare un dirigente o responsabile. Ma neanche avere la fretta di farlo. E fare più “ore di gavetta” possibile per aumentare le tue competenze e, quando salirai, ricevere meno critiche possibile. E poterlo fare con persone di maggior qualità.

Spesso infatti il motivo per cui non vuoi salire è perché non vuoi fare il manager di team deboli e/o scarsi. Il modo per ridurre al massimo questo problema è migliorare tu il più possibile. Quindi se anche dovessi dirigere un team scarso, se sei davvero bravo, puoi aiutarli a migliorare molto rapidamente.

In generale il mio consiglio è massimizzare quanto impariamo e quanto guadagniamo. Idealmente massimizzare entrambe le cose. Questo ci permette di metterci via soldi e poter prenderci rischi maggiori di carriera. E anche aumentare le nostre competenze e quindi diventare più appetibili per il mercato.

Quello che ti sconsiglio è diventare uno di quei dirigenti che nel pratico fanno solo meeting e nulla di realmente importante. Praticamente impari un lavoro inutile e presto ti diventa impossibile acquisire nuove capacità.

In linea di massima dunque, quelli che sono in generale gli step:

  • Operativo
  • Middle manager
  • Dirigente a contatto con responsabili di reparto
  • Responsabile di reparto
  • Fondatore / Amministratore delegato

Non sempre il percorso è lineare. Nel mio caso sono saltato un po’ in tutti questi ruoli (anche il founder! :-)). Nel mio caso ero CTO di un’azienda medio-piccola. Per poi fare l’operativo in una big corporate americana. L’obiettivo è sempre quello di cercare un lavoro che ci permetta di guadagnare e imparare di più. In modo da accumulare valore e poterci vendere sul mercato a un prezzo sempre maggiore.

Conclusioni

Spero di averti dato qualche spunto interessante e qualche idea carina da mettere in pratica. Capire come fare i soldi purtroppo non è così semplice. Tuttavia, una volta capito, paradossalmente diventa molto più facile e rapido di quanto uno possa pensare. Anche se per certe cose ci vuole molto tempo.

Ti auguro in bocca al lupo per il tuo percorso lavorativo e non dimenticarti di seguirmi per non perderti le future novità 🙂