Abbiamo già parlato di riprogrammazione mentale, tuttavia non avevamo ancora parlato di una cosa importante. Ovvero: quali strumenti utilizzare e soprattutto con quale logica.
Abbiamo iniziato spiegando come approcciarsi alla riprogrammazione mentale e perché è così fondamentale individuare degli scenari applicativi che bisogna andare a lavorare.
Oggi vediamo quali strumenti utilizzare per operare un cambiamento nella tua testa. Una grande importanza è assunta anche dal come trovare i problemi da analizzare e lavorare. Ma questo è un ottimo argomento per un articolo dedicato.
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Autorità
Più che una tecnica diciamo che è una premessa indispensabile per operare una riprogrammazione. Più la persona ci vede come “Dio” o anche come un’emanazione di Dio, più riusciamo ad operare un cambiamento profondo nell’identità e nella realtà del soggetto.
Supponiamo che vogliamo diventare un pilota di MotoGP e Valentino Rossi mi dice di fare una cosa, a prescindere da cosa mi ha detto, la farò immediatamente. Anche se non ne comprendo i motivi e anzi, anche se collide totalmente con ciò che ritengo essere giusto o sensato.
Il motivo è che tendenzialmente le persone che hanno raggiunto un grado elevato di successo, sono ad alti livelli di “karma positivo”. Al punto da creare autentiche religioni o culti della personalità.
In questo video ma anche molti altri che parlano del Ranch di Valentino Rossi capiamo come abbia costruito una dimensione che non è altro che l’emanazione totale della sua personalità. Dall’avere tutto brandizzato, persino il cestino dell’immondizia, all’avere persone che vogliono ripercorrere le sue orme pari pari.
Questo è anche il motivo per cui sia Gesù che Maometto erano i “figli di Dio” e quindi emanazione diretta di Dio. Anche Mosè quando tornò dal suo popolo con i 10 comandamenti, non disse di averli scritti mentre faceva merenda, ma quando andò sul Monte Sinai a sentire direttamente la parola di Dio.
Questo approccio ha avuto sia effetti positivi che negativi. Se pensiamo ad Apple, ha creato un autentico culto al limite della religione dove Steve Jobs assume il ruolo di Dio indiscusso. Se Steve Jobs parlava tutti eseguivano ed ascoltavano. La sua leadership, specialmente nell’ultimo periodo, era assoluta.
Tuttavia, molti odiano la religione o il concetto di religione perché in passato un totale livello di fiducia per persone a karma negativo li ha fatti stare male o li ha fatto perdere soldi o familiari.
Pertanto parlare di “divinità”, “sciamani”, “figlio di Dio” ecc. in passato funzionava parecchio. Motivo per cui si sono create innumerevoli religioni. Anche adesso qualcuno ci crede. Molti invece ora lo associano a figure dedite alla truffa come il Maestro do Nascimento, amico di Wanna Marchi.
Il concetto tuttavia, al netto di nomi e titoli (che comunque alla gente piacciono molto convinti che aumenti la loro autorità), è ancora valido.
Infatti i modi principali per aumentare il tuo livello di autorità con il prossimo sono:
- ottenere tu dei grandi risultati. Valentino Rossi per chi vuole diventare un pilota di MotoGP è un riferimento assoluto per via dei suoi grandi successi ottenuti in carriera.
- far ottenere grandi risultati ai tuoi clienti. Questo è forse il parametro anche più rilevante. Ottenere risultati è difficile, ma farli ottenere ad altri è un livello di difficoltà molto più alto.
- far ottenere grandi risultati al tuo soggetto. Vedere un altro che migliora non implica necessariamente che migliorerò io. Magari io ho dei problemi diversi o una situazione di base diversa. Se invece mi hai già fatto migliorare in passato, mi fiderò di più di te.
- avere dei titoli riconosciuti. Come nel caso di Valentino Rossi se sono titoli nazionali o internazionali acquisirai molta autorità in quel campo specifico.
Questo è anche il motivo fondamentale per cui quando fai marketing è indispensabile avere dei layer incrementali. Ovvero un layer gratuito con articoli, video, ecc. che permette all’utente di conoscerti. E quindi iniziare a ottenere miglioramenti senza che spenda nulla.
Successivamente dei layer intermedi a un costo crescente. Quindi man mano che investe più soldi impara di più e migliora di più. Fino ai layer finali dove spende molto per ottenere grandi miglioramenti.
In quest’ottica è molto interessante come Wanna Marchi è riuscita a creare questo culto della personalità e la costruzione artificiale della sua autorità utilizzando una serie di artifizi. Come:
- finti clienti che chiamano enunciando le loro grandi vincite e ringraziando la Marchi del loro successo.
- insulti a clienti che chiamano lamentandosi che hanno “vinto solo qualche milione”. Il che rende più credibile il feedback stesso.
- il creare un’immagine al limite dello sciamanico e religioso del Maestro do Nascimento.
- ecc.
Il grave problema di Wanna Marchi è che è tuttavia a karma negativo al massimo. Motivo per cui a tendere poi questo suo castello di carte letteralmente esplode facendola saltare per aria. Nonostante la struttura, di per se, fosse l’ideale per creare un prodotto di business di qualità.
Avesse avuto dei prodotti reali e validi da vendere, probabilmente ora sarebbe milionaria (anche se forse, qualche pacco di soldi nascosto, ancora ce l’ha). Magari con qualche anno di ritardo rispetto a quando li ha fatti, ma sarebbe molto più ricca di quanto non è ora che di fatto è un reietto della società e nessuno è più disposto a collaborare con lei.
Motivo per cui in realtà, prima di preoccuparsi dell’autorità, bisognerebbe preoccuparsi di aumentare il proprio valore e la qualità dei proprio prodotti.
Un altro modo per aumentare l’autorità è mostrare ingenti somme di denaro. Oppure mostrare che si è assieme a molte donne. Entrambe queste mosse sono efficaci essendo entrambi dei modelli di felicità su cui molte persone si riconoscono.
Famoso è infatti questo video in cui Tai Lopez ha mostrato la sua nuova Lamborghini come segno del fatto di “avercela fatta”. Successivamente fa anche un’altra mossa molto nota per creare autorità. Ovvero, mostrare la propria biblioteca.
Funziona così tanto che la usano in molti. Tra cui anche Montemagno che lo dice apertamente. Lo sfondo infatti di Montemagno è sempre una catasta di libri ammucchiati.
Proprio per dare questa impressione di essere autorevole, capace, che ha raggiunto il sogno che tutti vogliamo.
Uno invece molto noto per mostrare donne, soldi, macchine costose, ecc. è il famosissimo Dan Bilzerian.
Fisico perfetto, mascellone, barba maschile, armi, macchinone, soldi, donne… Molti l’hanno imitato, da Sfera e Basta, a Bello Figo, ecc.
Funziona con molti questo approccio, tuttavia è inutile dire che essendo parzialmente a karma negativo ha delle instabilità e dei problemi correlati. Non essendo tuttavia “esplosivo” come l’approccio di Wanna Marchi è comunque sostenibile nel lungo periodo. Nonostante pesanti critiche e strasichi.
Il mio consiglio è di non fare MAI nulla a karma negativo. Per quanto possa funzionare su alcuni soggetti di persone. L’approccio di Tai Lopez lo ritengo molto più efficace.
Un ultimo esempio di questo approccio è un Danny Lazzarin che mostra la sua “home gym” enorme da 200k:
Per molti può non dire nulla, ma per chi fa palestra è un “chiaro segno” che “ce l’ha fatta”. Che è una “persona di successo” e quindi da “stimare e invidiare”. Non è questo l’unico modo con cui Danny si è fatto conoscere, in primis è infatti la sua costante presenza online con video divertenti e di buona qualità sul mondo della palestra.
Il più grande difetto del modello di Danny è l’uso palese di steroidi. Motivo per cui riceve puntualmente molte critiche e lo pone come parzialmente a karma negativo. Tuttavia è una delle pochissime cose che fa a karma negativo, rendendo dunque il suo business stabile e sostenibile.
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Ogni azione che facciamo a karma negativo per aumentare la nostra autorità può avere un effetto positivo nel breve, ma nel lungo periodo creerà sempre dei danni, strascichi, critiche e persone che ci odiano pronte ad abbatterci. Com’è stato per Wanna Marchi.
Tuttavia, più hai un’autorità alta sul soggetto che devi andare a riprogrammare, più potrai usare strumenti avanzati e operare cambiamenti molto rapidi. Motivo per cui costruire un’autorità forte dovrebbe essere la tua priorità a prescindere.
Reframing
Nel nostro caso dovremmo quasi più chiamarlo “rebasing” visto che abbiamo identificato come base di verità l’insieme delle verità che il soggetto ritiene essere vere. Tuttavia in letteratura viene chiamato spesso reframing in quanto il frame non sarebbe altro che la cornice o “base di verità” del soggetto.
Si tratta dunque di avere un approccio discorsivo alla riprogrammazione mentale invece che un approccio più diretto basato su esercizi mirati da proporre al soggetto. E’ generalmente l’approccio più comunemente utilizzato.
Un esempio può essere il mio ultimo articolo sulla dipendenza sessuale. Se il mio soggetto ha una fissazione eccessiva sul sesso, posso spiegargli attivamente perché quell’atteggiamento è disfunzionale per lui. Questo approccio è consigliato in queste modalità:
- il mio soggetto ha scarsa o nulla capacità di immaginazione e auto-riprogrammazione. Questo approccio è in assoluto quello più “guidato” rispetto ai successivi.
- il mio soggetto ha zero o scarse capacità di rilassamento. Quindi comunque i metodi successivi non sono molto efficaci visto che comunque li affronterà in modo cosciente.
- il mio soggetto non è un cliente ma un amico o una persona “da convincere”. Quindi non è responsivo ad eventuali esercizi avanzati perché non è venuto da te attivamente per farsi riprogrammare.
- il mio soggetto oggettivamente non ha conoscenze sufficienti sul dominio. Quindi non è questione che è “bloccato mentalmente” ma semplicemente ha dati parziali e pensa che la realtà si comporti in modo diverso. Messo di fronte ai dati è possibile se non probabile che cambi rapidamente idea.
- devo fare contenuti online riutilizzabili. Generalmente non posso mettere una serie di esercizi da effettuare per riprogrammarsi a meno che gli altri articoli del mio sito non mi diano già autorità in merito.
Questo metodo tuttavia può risultare poco efficace perché il mio soggetto potrebbe nascondermi dati rilevanti della sua base di verità. Pertanto io potrei partire da dei presupposti errati o mancanti e rendere il tutto molto complesso.
Esempi classici sono quando vogliamo vendere un prodotto e il mio cliente non mi dice quali sono i suoi reali dubbi. Quindi non riesco a riprogrammarlo per vendergli il prodotto. Va anche detto che questo potrebbe avvenire perché percepisce che siamo a karma negativo e quindi vogliamo sostanzialmente “fregarlo”. Per questo il concetto di autorità è sempre fondamentale.
Tuttavia, il nostro compito fondamentale è estrarre il più rapidamente possibile eventuali obiezioni in modo tale da riuscire ad affrontarle e riprogrammarle. La debolezza di molti venditori è proprio questa: non voler affrontare le obiezioni.
Dov’è che infatti anche molti ragazzi si “incastrano” con una ragazza? Non parlano mai di sesso o non spingono per niente per “concludere”. Pertanto, non affrontano eventuali obiezioni e spesso molte uscite finiscono per rimanere nel nulla. Questo anche perché magari temono il confronto perché sanno che vogliono solo “fregare” la povera malcapitata.
Lo stesso vale per la vendita e per qualsiasi riprogrammazione che tu voglia fare. Se la via è libera.. avanti, si procede.
Se hai una realtà debole perché pensi di fare schifo, che il tuo prodotto è una truffa, ecc. non riuscirai mai a vendere. Paradossalmente Wanna Marchi riusciva a vendere dei prodotti che facevano schifo. Come lo faceva? Perché si convinceva che non stava vendendo un prodotto, bensì un’illusione. Una speranza, un sogno. Rendeva come “felice” una persona perché per un po’ “ci credeva”.
La gente non comprava un oggetto, comprava quella sensazione di benessere nell’aver speso dei soldi per qualcosa che li avrebbe fatti uscire dalla situazione terribile in cui si erano cacciati. Avviando quello che invece era un processo autodistruttivo progressivo visto che le vittime non volevano ammettere a se stessi di aver peggiorato una situazione già critica.
Mi immagino quelle poverette che si cospargevano di crema sperando di dimagrire. Alla fine quelle creme funzionavano per alcuni proprio per l’effetto placebo autoindotto dal voler operare un cambiamento. E lei faceva interamente leva su questo.
Ribadisco: non è un esempio da replicare essendo a karma negativo. Ma è per spiegare come persino in un caso estremo è possibile far funzionare questa riprogrammazione.
La realtà di Wanna Marchi infatti era solidissima, solo che era disfunzionale. Il tuo obiettivo è dunque quello di avere realtà solide e iperfunzionali. Motivo per cui anche con le ragazze è importante avere una realtà solida in cui sappiamo di valere ed essere una persona di qualità, ma anche l’avere una realtà funzionale.
C’è molta differenza tra il “voler fare sesso per vendicarsi della mia ex” / “mostrare agli amici di essere figo” e il “vorrei prendermi cura di te”. Nel secondo caso stiamo portando valore alla persona, nel primo vogliamo prenderlo. Le due realtà hanno forze e stabilità notevolmente differenti.
Lo stesso vale per i clienti. Un conto è approcciarli con una mentalità da “mo ti spenno”, un’altra invece è una mentalità stile “voglio prendermi cura di te e aiutarti”. Che è ciò di cui abbiamo parlato in dettaglio in questo podcast sul perché dovresti far pagare poco i tuoi clienti.
Se infatti replichiamo lo schema di Wanna Marchi con le ragazze o con i clienti, molto rapidamente ci rovineremo molti nodi importanti del nostro network. Portando lo stesso al collasso. Nessuno ci vorrà aiutare perché sapranno che siamo dei truffatori interessati solo al proprio interesse personale.
Ho ricevuto di recente una domanda che era: “come faccio a non rovinarmi la reputazione se ci provo con tutte?”. Appunto, non si può. Quindi non devi provarci con tutte.
In passato feci un intero incontro dedicato al Reframing e come farlo in modo efficace. Questo per dire che è un ambito molto complesso e articolato. Tuttavia, volendo buttare lì due parole su come impostarlo sicuramente:
- Bisogna cercare di trovare immediatamente il motivo di blocco / l’obiezione al ragionamento. Questo si può fare in vari modi. Sia chiedendolo attivamente, che a livello indiretto.
- Si può tentare sia di spiegare a livello logico razionale, ma anche a livello emotivo il perché di questo cambio di prospettiva. Ogni persona reagisce meglio a un approccio piuttosto che l’altro.
- Si possono utilizzare metafore per spostare il problema su una dimensione diversa su cui magari c’è già una soluzione globalmente nota. Es, la metafora del ristorante nell’articolo sulla dipendenza dal sesso.
- Si possono fare esempi di persone ritenute autorevoli per il soggetto che già hanno adoperato quella scelta operativa e hanno ottenuto risultati. “Anche Valentino Rossi fa così”.
- Si possono utilizzare dei pattern emotivi che vadano a richiamare certi avvenimenti nel passato della persona per legare quell’emozione a te. Un esempio di questo approccio è possibile vederlo quando nel film Loro, Berlusconi fa la chiamata al telefono per vendere un appartamento.
- ecc.
Ci sono davvero migliaia di modalità con cui fare reframing. La parte più complessa non è tanto il modus operandi, ma avere contesto e conoscenze per rendere il reframing efficace. Infatti, molto spesso il problema è che le persone non sanno certe cose e quindi non agiscono per ignoranza non perché oggettivamente hanno un blocco mentale.
Il valore di una coaching infatti non è tanto che dici dei grandi segreti, bensì che dai al soggetto gli esercizi che servono a lui e i concetti che gli mancano tra tutti quelli che potrebbe trovare online, sui libri o sul tuo sito. Di fatto pagare per fare prima. Spesso ho fatto coaching a ragazzi che sapevano il mio modo di lavorare quasi meglio di me, ma volevano sapere che esercizi avrei fatto nel loro caso.
Per esempio, se un soggetto si sente sbagliato per avere avuto esperienze con uomini crescendo, potrebbe non sapere che nell’antica Roma la bisessualità era la norma, idem in Grecia o che in Giappone è ancora così.
Il motivo reale per cui l’omosessualità è una cosa vista come negativa o “bandita” è semplicemente perché la Chiesa, nella speranza di aumentare le nascite, aveva portato il concetto di fare sesso tra uomini come tremendo e ancora più tremendo fare sesso a fini ricreativi e non riproduttivi fuori dalla coppia familiare.
Tanto che anche in Giappone brevemente quando arrivò la chiesa ci fu questo problema, per poi venire pochi anni dopo “espulsa” e tornare alla normalità.
Pertanto, quella sensazione di “schifo” che attanaglia certe persone che vedono due persone dello stesso sesso baciarsi o fare sesso è una reazione “costruita” dalla società. Fai vedere un porno gay a due bambini, non hanno alcuna reazione.
Inutile dire che avere questi pesanti blocchi a livello di sessualità sono uno dei motivi centrali per cui la nostra società è così tanto sfasata a livello sessuale ed è così fissata con il sesso. Se infatti pensi che sessualmente fare sesso con gli uomini fa schifo, come fai a dire a una donna di fare sesso con te?
Se si eliminassero questi problemi la sessualità sarebbe molto più funzionale e ci sarebbe anche un grande aumento delle nascite. Oltre a una migliore qualità della vita per le persone omosessuali.
Ecco, questo è un reframe che, per chi non ha queste conoscenze, può essere efficace in quanto porta nuove conoscenze sul tavolo che possono quindi cambiare la percezione del soggetto.
Il discorso si potrebbe ampliare notevolmente, ma intanto penso di aver dato un’idea.
Mantra
Tempo fa le mie coaching erano quasi interamente dei listati di mantra. Ovvero liste di frasi da ripetere per riprogrammarsi mentalmente. Ultimamente il mio metodo si è evoluto utilizzando strumenti più avanzati rispetto ai mantra che tuttavia ritengo ancora uno strumento fondamentale da padroneggiare.
Un po’ odio questo nome perché tutti partono stile “AH! I Mantra”… no, è un’altra cosa. E un po’ perché il 40% delle persone pensa di aver capito ma poi li usa in modo totalmente sbagliato.
Inoltre, in passato per portare a casa qualche “punto autorità” molti li hanno ammantati con qualche concetto religioso o divino. Motivo per cui comprendo che a molti possano sembrare fuffa o uno strumento poco sensato. Tuttavia sono davvero uno strumento devastante se usato correttamente.
Per cui, attention please! 🙂
Il mantra è una frase che ci serve per focalizzare le nostre risorse mentali su uno scenario specifico. Molti usano i mantra come cose motivazionali o come “affermazioni”. No, non intendo quello e non lo uso con quello scopo.
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L’obiettivo è di usare questa frase per focalizzarci su uno scenario per cui riponiamo molto giudizio, odio o persino amore. E quindi facciamo molta fatica a metabolizzare.
Infatti il problema che ho spesso riscontrato è che le persone sono convinte di dover ripetere certi mantra a vita quando in realtà il tempo di utilizzo spesso è molto breve (da 20 secondi a 5 minuti. Difficilmente molto di più).
Prendendo l’esempio precedente, un mantra che potrebbe andare bene per quella situazione è:
“Io, nome cognome, sono felice di fare sesso con un uomo“
Oppure, variare con:
“Io, nome cognome, sono felice di fare sesso con me stesso”
Ora, non è tanto la frase in se che fa qualcosa. Questo è il secondo problema che riscontro spesso e che mi rende restio a usare i mantra. Ovvero, alcune persone ripetono la frase quasi sperando che esca il Genio dalla lampada per esaudire i loro desideri.
Il mantra è solo una frase che posso utilizzare per aiutarmi a focalizzarmi su uno scenario. Lo scenario in questo caso è “io che faccio sesso con un uomo”.
Quindi non è tanto questione di ripetere la frase, ma immaginarsi cosa vuol dire sentire la barba di quest’uomo sulle tue labbra. Il suo odore. Il toccarlo e sentire un corpo maschile, magari muscoloso, ecc. Quindi il visualizzare nel modo più dettagliato possibile sia da un punto di vista sensoriale che emotivo la situazione che stiamo andando ad analizzare.
Ora, se la tua reazione istintuale è stato schifo, fastidio o persino odio… beh, vuol dire che c’è qualcosa su cui lavorare 🙂 comprendo che la tua reazione possa essere “ma io non voglio fare sesso con un uomo”…ma appunto, non è quello lo scopo. Sono anche fidanzato e non ho nessuna intenzione di farlo ne nel breve che nel lungo periodo. Non che ci sia nulla di male, sia chiaro.
L’obiettivo tuttavia è quello di ottenere una totale plasticità mentale. Ovvero la capacità di entrare in qualsiasi scenario, viverlo appieno senza giudizio o emozioni che ci fanno “deviare” e uscire da quello scenario. Abbiamo già parlato di teoria degli scenari e perché è così fondamentale accedere agli scenari “scomodi”. Ecco, il mantra è uno degli strumenti che posso utilizzare per accederci.
Nello specifico, anche non volendo fare sesso con un uomo, potrebbe servirti questo mantra se:
- un tuo amico o un tuo parente dovesse dirti di essere gay. Dovessi avere così tanta resistenza mentale all’idea, inevitabilmente finiresti per giudicarlo e farlo stare male.
- se tuo figlio diventasse gay sarebbe lo stesso per te un problema gestire questa casistica.
- in tema di “erezioni”, potresti non eccitarti per una ragazza e quindi temere di essere gay. Questo potrebbe ammazzare le tue chance di avere un’erezione.
- potresti avere difficoltà a fare sesso con una ragazza che si allena considerandola “troppo mascolina” e quindi con “troppa energia maschile”. Motivo per cui le donne che si allenano hanno sempre problematiche varie ed eventuali al riguardo.
- fa ridere, ma uno dei miei ultimi clienti non riusciva a fare uno stacco a gambe tese perché lo giudicava come un “movimento omosessuale”. Lo so, è ridicolo, ma ho dovuto davvero lavorare su queste cose per farglielo fare.
Uscendo dallo specifico, ogni mantra, persino quello più estremo, può nascondere grandi opportunità per te ora totalmente bloccate che non ti permettono di raggiungere i tuoi scopi.
Come faccio a capire se un mantra è efficace e sta funzionando?
Diciamo che quello che noi vogliamo andare a fare è scaricare le emozioni annesse a uno scenario. Di solito l’emozione annessa è odio, ma può anche essere la felicità o altre emozioni. E’ lo stesso motivo per cui sempre nell’articolo della teoria degli scenari mi sono soffermato così tanto a parlare di emozioni.
Sono quelle che ci impediscono l’accesso a uno scenario o ci rendono magari l’opposto come sempre preferibile ed ideale. Questo però ci sta chiudendo delle strade, uccidendo la nostra creatività e la nostra capacità di accettare la realtà per quello che è. Senza giudizio o volerla controllare.
Mi è capitato di recente un mio studente che mi ha chiesto aiuto perché gli capitava di sognarsi l’ex. In quel caso l’emozione annessa può essere felicità, eccitazione sessuale, libertà ecc… emozioni che associava a quella persona e che, tuttavia, creavano problemi alla sua relazione attuale.
Pertanto, per disinnescare quell’emozione fissata su quello scenario bisogna usare un’emozione opposta. Che può essere:
- “Io, nome cognome, odio rivivere momenti belli come quelli con la mia ex”
- “Io, nome cognome, odio essere felice abbracciato alla mia ex”
- “Io, nome cognome, odio essere amato dalla mia ex”
- ecc.
In buona sostanza dunque quello che si dovrebbe fare è:
- Individuare uno scenario in cui abbiamo una forte emozione congelata (odio, amore, ecc.)
- Usare una struttura “Io, nome cognome, amo/sono felice di/odio” per rendere il tutto personale ed emotivamente impattante (ovviamente sostituisci “nome cognome” con il tuo nome e cognome).
- Selezionare l’emozione contraria a quella congelata ed immaginare uno scenario il più vivido possibile in cui quell’evento avviene.
Faccio altri esempi.
- Io, nome cognome, sono felice di fallire totalmente in $gara_importante
- Io, nome cognome, sono felice di procastinare
- Io, nome cognome, odio vincere tutto in $gara_importante
- Io, nome cognome, odio che la mia ex mi supplichi di tornare con lei (supponendo che lo speriamo con tutto noi stessi)
Non è realmente importante cosa stiamo cercando di immaginare. Ciò che è importante è che ci susciti una forte risposta emotiva. Se è possibile rendere la risposta emotiva più impattante, è meglio cambiare la frase in peggio. In modo che ci faccia “ancora più male”.
Spesso dunque è molto efficace andare per contrapposizione. Ovvero individuare scenari per cui abbiamo una certezza totale di provare una certa emozione e provare a contrapporci un’emozione diametralmente opposta.
Questo non ci cambierà a livello di personalità. Semplicemente non avremo più un attaccamento totale per uno scenario piuttosto che un altro. E quindi saremo finalmente liberi di fare la scelta più utile per noi.
In passato tendevo a dare listati su listati di mantra ai ragazzi che seguivo per avere un cambiamento impattante in un breve lasso di tempo. Ultimamente tendo a usarlo meno perché certi ragazzi rispondono molto bene a questo approccio perché hanno buone capacità immaginative, altri invece meno.
Inoltre, il problema è che spesso mancano proprio delle conoscenze per cui si finisce per idealizzare una certa cosa piuttosto che un’altra. Se queste competenze continuano a mancare anche dopo, il mantra potrebbe risultare poco efficace.
Detto questo, le “affermazioni” servono? O i mantra stile The Secret? Servono solo se per qualche motivo quello scenario per noi è emotivamente bloccato. Paradossalmente però se vedi potrebbe darti un riscontro emotivo molto più forte fare un mantra “negativo” di fallimento associato a ciò che vuoi ottenere.
Quindi per i malati di sesso, potrebbero funzionare molto di più cose tipo:
- Io, nome cognome, sono felice di non fare mai più sesso per tutta la vita
- Io, nome cognome, odio fare sesso con una ragazza bellissima
- Io, nome cognome, odio trovare l’amore della mia vita
Che non mantra tipo:
- Io, nome cognome, sono felice che otterrò la relazione migliore possibile
- Io, nome cognome, sono felice di meritarmi la più bella ragazza che esiste
- Io, nome cognome, sono felice di trovare l’amore della mia vita facilmente
Tuttavia, entrambe le tipologie di mantra potrebbero riscontrare reazioni emotive nel nostro soggetto. Quindi essere entrambi efficaci ma in modo diverso. Il mio suggerimento è dunque di fare entrambi in modo da sbloccarci completamente a livello mentale e lasciare che il nostro cervello sia capace di esperire qualsiasi scenario.
Questo è il motivo dunque per cui per alcuni i mantra stile The Secret funzionano, ad altri poco, ad altri nulla. Parlando infatti con un ragazzo di dimagrimento e di mantra stile “Io, nome cognome, sono felice di avere tutti i problemi dei magri” mi ha risposto che solo l’idea gli sembrava fantascienza.
Ecco, questo è il motivo per cui i mantra stile The Secret possono funzionare. Se per te è totalmente inconcepibile l’idea di raggiungere l’obiettivo che ti vuoi prefissare o è anche solo in parte bloccato, sarà per te veramente difficile raggiungerlo. Per questo dei mantra stile The Secret possono funzionare, per “sbloccare” quello scenario. Se tuttavia lo idealizzi troppo e anzi, il contrario per te è totalmente bloccato (es: non fare sesso più con nessuno) questo può portarti comunque a dei forti scompensi.
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Il nostro obiettivo dunque non è rafforzare una certa base di verità a discapito di un’altra. Bensì di poter abbracciare qualsiasi base di verità. In modo da avere una mente il più elastica, fluida e adattiva possibile.
Parleremo più in dettaglio di queste tematiche quando affronteremo il discorso sul concetto di identità e come queste interagiscono con i vari scenari. In modo da trovare filoni di mantra e sbloccare interi scenari che per noi ora sono totalmente inaccessibili.
Mantra: domande e curiosità
- Ci sono modi per rendere più impattanti i mantra? Non lo ritengo necessario, ma alcuni miei studenti hanno trovato più impattante ripetere i mantra guardandoli allo specchio perché li rendevano più personali. Altri scrivendoli su un quaderno. Ritengo entrambe le cose potenzialmente utili ma rischiano di farti perdere troppo tempo specialmente se ne hai tanti da fare. Quindi generalmente non le consiglio ma non sono neanche approcci sbagliati.
- I mantra che ho letto non mi hanno fatto nulla, quindi non funzionano? O li stai facendo in modo sbagliato, quindi senza immaginare la scena come se fosse reale, oppure semplicemente non sono i mantra che servono nel tuo caso specifico. Quale sia delle due il tuo caso dovrei parlarti personalmente per capirlo. C’è anche un 5% di probabilità che in generale non sia un approccio funzionante con te.
- Posso cambiare la formulazione del mantra? Dunque, dipende. In generale il formato “io amo/io odio” è quello più efficace. C’è chi usa “io voglio” o “io mi perdono” ma ritengo che siano meno impattanti a livello mentale. Potrebbe funzionare anche “io sono” e forse anche qualche altra formulazione, ma nella mia esperienza “io amo/io odio” sia la formulazione più efficace.
- I mantra sono pericolosi / hanno controindicazioni? Dunque, su 1000 soggetti forse uno potrebbe avere qualche problema. L’unico problema che ho riscontrato è su un soggetto che aveva già abitualmente attacchi di panico, un mantra particolarmente impattante gli aveva fatto avere un altro attacco di panico. Niente di grave, ma se siete molto fragili mentalmente, assumete farmaci pesanti o avete avuto in passato molti attacchi di panico, vi consiglio di farli in modo supervisionato. In tutti gli altri casi, alla fine state ripetendo una frase, non è nulla di incredibile.
- Devo toccare qualche punto mentre recito il mantra? Ci sono scuole di pensiero che vorrebbero più efficace il ripetere un mantra associandogli la pressione di certi punti della testa. Onestamente, questo approccio a me non ha mai funzionato anche se so di persone affidabili che riferiscono di aver ottenuto risultati migliori usando questo approccio. Non avendo esperienze in merito positive non posso confermare ma se funziona per te e sai farlo, fallo pure. Tuttavia non lo ritengo un elemento essenziale.
- I mantra possono rafforzare i miei blocchi? In realtà… si. Quando sei piccolo e da bambino ti facevano scrivere centinaia di volte “non devo mentire” o “non devo masturbarmi” o chissà cosa, quello che succede è che stai di fatto ripetendo un mantra in una delle formulazioni più efficaci possibili. Anche l’utilizzo di canzoni è un trucco efficace per rafforzare mantra e convinzioni facendotele ripetere continuamente. Motivo per cui la chiesa utilizza a piene mani entrambi questi metodi e infatti in chiesa si cantano spesso canzoni varie ed eventuali. Per questo non dovresti ascoltare canzoni a karma negativo. Inoltre, alcuni attori ed improvvisatori, tra cui Antonio Vulpio, utilizzano i mantra proprio per “rafforzare” una certa identità nella loro testa e quindi mostrarsi come delle persone con un blocco specifico perché caratteristico della persona che vogliono rappresentare.
- Preferisco tenermi il blocco. Tipo i blocchi di questa pagina alcuni potrebbero ritenere “più funzionali tenerseli” 🙂 in generale più sei plastico a livello mentale meglio è. Ogni giudizio sull’utilità di un blocco è senza senso. Però comprendo che ci sia chi è scettico in merito ed è il motivo per cui in prima battuta si è appunto creato il blocco. Proprio perché lo si riteneva “ragionevole”.
- Perché prima usavi quasi solo i mantra mentre ora molto meno? I mantra servono per “evocare” immagini e scenari. Di fatto quello che producono è una visualizzazione con annessa eventuali reframe. Per molti questo processo potrebbe essere difficoltoso da fare in autonomia. Per questo preferisco fare direttamente io una visualizzazione, includendo eventuali reframe e una parte di rilassamento, per predisporre il soggetto al cambiamento in modo più diretto ed efficace. Facendo così nell’ultimo workshop alcuni soggetti hanno pianto da quanto è forte è stata la reazione emotiva. Con i mantra è più difficile essere così impattante. Vedremo successivamente com’è possibile effettuare queste operazioni, tuttavia non banali da fare in autonomia senza preparazione specifica.
- Fare meditazione mi aiuta con i mantra? Sia farla durante, sia farla in generale ti aiuta molto a lasciarti andare e concentrarti sulle tue emozioni. Quindi più meditazione fai più questo lavoro risulterà per te efficace e impattante.
- Come faccio a trovare nuovi mantra? Lo vedremo nei prossimi articoli 🙂
Conclusioni
I concetti visti oggi penso che potranno rivoluzionare il tuo approccio alla riprogrammazione mentale. Anzi, darti accesso a qualcosa che fino a ieri magari poteva essere inconcepibile. Vedremo naturalmente più in dettaglio come usare questi strumenti per renderli non efficaci, fondamentali… per il tuo miglioramento personale.
Il grande vantaggio infatti dei mantra è la loro natura deterministica. E’ possibile infatti in modo chiaro e distinto “estrarre” dei mantra o interi filoni, o meglio, di cluster di mantra che sono il motivo evidente per cui non stai raggiungendo gli obiettivi che tanto ti prefiggi.
Per questo motivo, ho considerato l’idea di creare delle directory open source con cluster di mantra dedicati a un determinato argomento. Tuttavia, utilizzando ora principalmente altri strumenti, l’idea è un po’ svanita a favore di altri strumenti che vedremo in futuro.
Sicuramente però ritengo questo approccio molto interessante perché si distanzia con forza da tutti quegli approcci al limite del “vudù” dove si parla del nulla e non sai poi effettivamente se c’è stato un miglioramento o meno. Con i giusti mantra, il miglioramento è tangibile e presente nell’immediato.
Inoltre, con i metodi di estrazione che vedremo, è possibile lavorare in totale autonomia utilizzando i mantra. E’ dal 2015 infatti che li uso con successo in autonomia senza nessuno che mi suggerisca in merito. Quindi se vuoi uno strumento per lavorare da solo, è sicuramente lo strumento per eccellenza.
Nelle prossime puntate dunque vedremo altri strumenti di lavoro, sia in ottica di sblocco, sia in ottica estrazioni di problematiche su cui lavorare. In modo da rendere il tuo lavoro molto più impattante anche in intervalli di tempo ristretti.
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Ottimo articolo come sempre ! Adesso come fabbri dobbiamo metterci a lavoro.
Per il metodo è molto personale, ed ogniuno deve trovare il suo che funziona meglio. Tu dici 5 minuti, ma direi che per ogniuno sono potrebbero essere necesari anche di più, forse anche su più sessioni oppure per esperienza tua con latri conviene in una seduta sola ?
Hai mai provato a tenere una lista di mantra, dove una persona se li legge e quello che gli fa scattare una reazione più forte, posso utilizzarelo al meglio ? Molto spesso è più difficile trovare quello che ti provoca una reazione
Dunque, raramente ho riscontrato persone che avessero bisogno di ripetere un certo mantra per più di 5 minuti. C’è stato il caso di un ragazzo che ha fatto le scuole cattoliche che aveva profondi sensi di colpa radicati per alcune cose e in quel caso ci è voluta mezz’ora. Ripetere i mantra per più giorni è una cosa molto molto rara.
Il punto è che ripetendo il mantra dovresti visualizzarti la scena e trovare motivi razionali per cui potresti accettare quella scena. Una volta che li hai trovati, non ha senso ripetere ulteriormente il mantra.
Per la lista, si ho un listone di circa 40 pagine di mantra. Tuttavia vi spiegherò delle tecniche per trovare quelli più adatti a voi in modo semplice.
Sono contento comunque che l’articolo ti sia piaciuto 🙂
Per quanto mi riguarda visualizzare uno scenario simile ad un altro che ho già vissuto mi fa provare già vividamente un’emozione senza ricorrere all’enunciazione di un mantra che spesso faccio fatica a collegare a una visualizazione specifica, è come se fosse uno step in più non necessario. Ovviamente avendo solo provato senza una preparazione specifica per quanto possa ripetere la visualizzazione l’emozione che voglio esorcizzare però mi sembra della stessa intensità e non riesco a desensibilizzarmi a quella situazione 🤣
Il mantra può essere un aiuto come no, dipende da come lo usi 🙂 volendo si può anche fare senza, l’importante è la visualizzazione. A me e molte persone aiuta a focalizzarsi su una certa specifica situazione, ad altri magari può incasinare. Comunque se mi dici la situazione, se posso ti aiuto! 🙂
Sto già seguendo un percorso di psicoterapia perché nelle situazioni sociali sono spesso automonitorato per via di esperienze passate dove venivo criticato spesso su quasi tutto ciò che facessi, quindi ora ho paura di aprirmi e dare confidenza a gente che potrei conoscere o che conosco poco per paura di rivivere quelle situazioni passate con gente a cui avevo dato invece molta confidenza, questo purtroppo mi ha condizionato in ambito relazionale evitando qualsiasi esperienza quasi per non soffrire. Avevo pensato a un mantra del tipo “io …. sono felice di essere criticato da chiunque” ma anche immaginando i probabili scenari non sembra funzionare
Dunque, sarebbe molto utile capire la situazione che ricordi più dolorosa dove ti sei aperto/fidato e ti hanno criticato pesantemente o umiliato o comunque ci sei rimasto male per andare a lavorare sugli elementi più “core” del problema. Comprendo che aprirsi e fidarsi per raccontare una cosa così da parte tua non sia semplice, però è l’unico modo in cui ti posso provare ad aiutare 🙂 comunque un elemento chiave sarebbe anche andare a lavorare sulla tua autostima perché in ogni caso questi feedback molto negativi sicuramente ti hanno fatto chiudere e portarti a non cercare il confronto per paura di venire affossato di nuovo. Bisogna quindi capire quali atteggiamenti hanno portato a questi feedback molto negativi e decostruirli. Farò comunque un articolo anche sull’autostima dove spiego più in dettaglio 🙂 purtroppo sono discorsi abbastanza articolati e ci vorrebbero ore e articoli su articoli per spiegare bene i vari concetti, un po’ alla volta scrivo tutto 🙂
Guarda diciamo la mia insicurezza riguarda anche attività quotidiane banali perché mi rendo conto di essere emotivamente dipendente ancora dai miei genitori e di avere sviluppato pochissima iniziativa in generale, quindi forse si tratta di accettare critiche su cose oggettivamente stupide (guidare un mezzo mai guidato, cucinare e fare la spesa in un determinato modo seguendo una dieta scelta da me, cercare casa autonomamente senza che i miei genitori abbastanza possessivi si mettano in mezzo), diciamo è come se non avessi imparato a gestirmi autonomamente come persona e sento di essere imbranato nel provare a farlo quando ormai da adulto dovrei essere indipendente da questo punto di vista, mi manca la sicurezza di far fronte a determinate responsabilità autonomamente senza dover per forza contare sui miei. Tutto questo come hai detto porta a chiudermi e a evitamento continuo perché so che sarebbe stressante non essendo abituato a tutto ciò. L orientamento che seguo è cognitivo comportamentale che si basa alla fine sul fare azione, cosa che comunque faccio fatica a fare se è fuori dalla zona di comfort.
Se pensi:
– “Io, nome cognome, sono felice di dipendere a vita dai miei genitori”
– “Io, nome cognome, sono felice di essere totalmente incapace di provvedere a me stesso”
– “Io, nome cognome, sono felice di essere più incapace di un neonato”
Ti pigliano male? Comunque non hai risposto alla mia domanda 🙂 se pensi a un episodio che ti evoca dolore associato ai tuoi genitori che ti criticano (o altre persone che ti criticano), che esempio ti viene in mente?
Faccio fatica a collegare un mantra così generico a una visualizzazione specifica e non sento chissà che emozioni pensando ciò che hai scritto, comunque un esempio può essere l’essere criticato per avere scarso senso dell’orientamento oppure l’essere imbranato nel mangiare almeno queste sono 2 cose che erano spesso oggetto di critica, è come se spesso fosse stato messo in discussione proprio il mio modo d’essere più che l’episodio in sè e che tutto ciò che facevo passasse sotto la lente d’ingrandimento.
Hai ragione sono mantra troppo vaghi… perché anche tu sei troppo vago 🙂 non riesco ad aiutarti, mi dispiace.
Dopo che ho rotto con la mia ragazza, ho avuto vari problemi psicologici…
Provando un mantra del genere:
“Io, nome cognome, sono felice di aver perso per sempre la ragazza della mia vita”
Non riesco a immaginare la scena, è come se vedessi un volto di un estraneo, la mente crea un meccanismo di protezione per non rivivere la scena. Penso sia uno dei miei blocchi critici, come mi devo approcciare in questo caso?
Potresti provare in questo modo:
– Io, nome cognome, sono felice che nome_ex fosse la donna della mia vita
– Io, nome cognome, sono felice di essere spacciato perché nome_ex era la donna della mia vita
E poi ritenti però cambiandolo così:
– Io, nome cognome, sono felice di aver perso per sempre nome_ex
Se non funziona, puoi riprovarli guardando una sua foto mentre li ripeti 🙂
Prima frase: mi sono scese le lacrime
Seconda frase: la situazione si è calmata
Terza frase: non provavo più nulla.
Sento di aver scaricato qualcosa, ma ancora non tutto.
(Ho fatto tutto con una sua foto sullo schermo)
Grande! 🙂 vuol dire che ha funzionato. Sicuramente questo è solo un mattoncino di un lavoro più grande, però intanto hai portato a casa un miglioramento e anche un’idea di come raggiungerlo. Nei prossimi articoli comunque parlo meglio anche di altri metodi di estrazione e altri esercizi che si possono fare 🙂 intanto ottimo lavoro!
Ciao Fil stavo rileggendo questo articolo sui mantra e non mi è chiara una cosa: è sufficiente tentare di vivere l’emozione che ci evoca uno scenario per scaricarla e depotenziarla o oltre a ciò dobbiamo anche “contrastare” il blocco con dei motivi razionali?
Mi potresti fare un esempio del processo? Sento che mi manca qualche passaggio
Esatto, devi anche comprendere perché razionalmente è potenzialmente accettabile quello scenario. Per esempio, ripeterti il mantra “Io, nome cognome, sono felice di essere un fallito” di per se non serve a molto. Sentire quel dolore che provi all’idea di essere fallito e liberarlo è già meglio. Rendersi anche conto che il concetto stesso di “fallito” non ha senso perché è uno standard imposto da se stessi o dalla società magari irrealistico e irraggiungibile e che, “essere di successo”, probabilmente ti porterebbe a rovinarti la vita pure peggio… ti permette di accettare totalmente lo scenario.
Tanto che ultimamente vado direttamente ai motivi razionali e non faccio neanche quasi fare più i mantra tranne quando c’è davvero tanto odio o sofferenza repressa o non comprendo i motivi di certi ragionamenti e voglio che un ragazzo si focalizzi su un certo scenario per spiegarmi meglio perché lo vive male 🙂 spero che così sia più chiaro!
Chiarissimo, grazie! 🙂